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Deforestazione, nel 2024 persi 6 milioni di ettari: ecco le iniziative per invertire il trend

Dalle biogas technology ai monitoring drone di ultima generazione, fino ai machine learning algorithm: ecco alcuni dei progetti di aziende e associazioni di tutto il mondo per salvaguardare la popolazione arborea.

“La deforestazione può essere limitata adottando pratiche e politiche sostenibili”, afferma Ilaria Beretta, coordinatrice dell’Alta Scuola per l’Ambiente presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Gilberto Crippa, head of customer solution engineering di Kone Italy & Iberica: “Avere a cuore il nostro Pianeta è la prima regola per essere aziende lungimiranti e, di conseguenza, efficienti dal punto di vista operativo”.

Le ricerche sulla deforestazione

Espresso Communication, in occasione della Giornata Internazionale delle Foreste, ha condotto una serie di ricerche sulle principali testate internazionali del settore per conto di Kone, multinazionale leader nel settore degli ascensori e delle scale mobili.

I risultati: in primo piano l’emittente araba Al Jazeera che ha rivelato come nel 2024 siano andati perduti oltre 6 milioni di ettari di foreste in tutto il mondo. Gli effetti sul Pianeta? Innumerevoli e devastanti, partendo dai cambiamenti climatici e dal susseguirsi, ad intervalli sempre più regolari, di eventi naturali estremi. Ma non è tutto perché, stando a quanto specificato dal Financial Times, la deforestazione risulta essere un problema anche per la salute umana, perché essa può facilitare il propagarsi di infezioni. Un esempio concreto arriva dalla Guinea, dove la deforestazione è stata associata all’epidemia di Ebola verificatasi pochi anni fa.

Gli altri spunti

Ecco ulteriori spunti emersi da una recente analisi effettuata da Earth.org: l’abbattimento degli alberi altera la biodiversità e facilita la diffusione di vettori portatori di agenti patogeni, spesso causa di infezioni pericolose, come dengue e malaria.

Ma esistono soluzioni mirate ed efficaci per invertire il trend, promuovere la riforestazione e salvaguardare così la salute della Terra? La risposta arriva dai mercati. Considerando quanto indicato da Business Research Insights, l’asset dei cosiddetti tree planting service, ovvero le pratiche e attività utili a favorire la riforestazione e il miglioramento del clima, supererà il miliardo di euro di fatturato entro il 2032 (+200% sul 2023) con una crescita media annuale composta (pari al 15%. Anche organi e realtà istituzionali giocano un ruolo chiave, come il governo britannico che prevede di massimizzare i propri finanziamenti forest oriented, spingendosi fino a oltre 200 milioni di sterline.

Le aziende

E le aziende? Utile segnalare quelle che, aderendo all’iniziativa del World Economic Forum, si sono poste l’obiettivo di conservare, ripristinare e far crescere circa un trilione di alberi entro il 2030. Tra queste proprio Kone che si contraddistingue per la sua forte impronta green supportando una serie di progetti di riforestazione e salvaguardia delle foreste, in particolar modo in Italia: “Un’azienda deve essere non solo efficiente, ma dimostrarsi anche realtà responsabile sia nei confronti delle persone sia del Pianeta in cui viviamo”, ha detto Crippa.”In qualità di organizzazione sostenibile a 360°, collaboriamo con Etifor, società di consulenza ambientale, spin-off dell’Università di Padova e Società Benefit certificata B Corp, allo sviluppo dei progetti di riforestazione e miglioramento ambientale dell’iniziativa WOWnature, con lo scopo di contribuire attivamente alla lotta contro la crisi climatica globale e la perdita della biodiversità. Gli alberi che aiutiamo a far crescere andranno ad assorbire anidride carbonica. In questo modo favoriamo la mitigazione dell’effetto serra e lo sviluppo di ecosistemi equilibrati e resilienti, all’interno del patrimonio naturale italiano. Nel solo 2024 abbiamo contribuito a mettere a dimora oltre 3500 alberi nel territorio italiano”.

Le pratiche di approvvigionamento etico

Ulteriori spunti interessanti legati alla salvaguardia delle foreste arrivano dal contesto universitario e, nello specifico, da Ilaria Beretta, coordinatrice dell’Alta Scuola per l’Ambiente presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore: “Le aziende possono limitare la deforestazione adottando pratiche e politiche sostenibili che riducano la loro dipendenza da attività di distruzione delle foreste. In particolare, possono attuare pratiche di approvvigionamento etico nelle loro catene di fornitura, ad esempio, limitando le importazioni di materie prime come caffè e olio di palma che alimentano la deforestazione tropicale, implementare politiche di deforestazione zero e investire nella piantagione di alberi. Le scelte, che quotidianamente compiamo, come cittadini e come lavoratori, hanno un impatto importante sulla salute degli alberi. Dai materiali che utilizziamo, ai prodotti che compriamo tutti giorni, con le nostre preferenze possiamo impegnarci nella lotta contro la deforestazione. Si può per esempio scegliere di acquistare legname certificato da foreste gestite in modo responsabile o beni alimentari liberi da prodotti a rischio di deforestazione. Inoltre, ridurre i nostri sprechi alimentari può diminuire la necessità di espandere le terre agricole e i pascoli a discapito delle foreste. In linea con la Nuova strategia dell’UE per le foreste per il 2030, che mira a rafforzare la protezione e la ricostituzione delle foreste nell’Unione Europea, a migliorarne la gestione sostenibile e a potenziarne il monitoraggio, è importante che le imprese, oltre a compensare volontariamente le proprie emissioni di gas serra finanziando progetti di riforestazione, ottimizzino l’uso del legno in linea con il principio a cascata; ciò significa che il legno dovrebbe essere utilizzato il più possibile per materiali e prodotti in grado di durare nel tempo per sostituire i loro omologhi ad alta intensità di CO2 e di origine fossile”.

Le nuove tecnologie

Nuove indicazioni legate alle tecnologie emergenti, saranno sempre più incisive nella lotta alla deforestazione: EnviroNews Nigeria, ad esempio, focalizza l’attenzione sulle cosiddette biogas technology, estremamente utili per limitare l’abbattimento degli alberi. Il biogas può essere prodotto tramite fonti di scarto come rifiuti e letame e offre, oltre che una valida alternativa alla legna da ardere, anche una fonte di energia estremamente pulita.

La lotta contro l’abbattimento massivo, e a volte senza controllo, degli alberi viene affrontato anche da Business Insider che analizza il ruolo strategico dei droni. Infatti, questi dispositivi vengono utilizzati per ripristinare le foreste soggette ad incendi o catastrofi naturali. Inoltre, esistono droni guidati da remoto da un pilota in carne ed ossa, capaci di trasportare e, in seguito, piantare in media dai mille ai 2mila alberi per ettaro.

Inoltre, come spiegato da Earth.com, esistono algoritmi di apprendimento automatico che archiviano grandi quantità di dati e, grazie ad essi, è possibile prevedere eventuali rischi di deforestazione, identificare attività di disboscamento illegale e, in conclusione, modellare gli impatti del cambiamento climatico sulle foreste, spingendo così professionisti e volontari a implementare strategie di conservazione degli alberi proattive e consolidate.

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