Chiara Ferragni ha annunciato su Instagram di essere diventata azionista di maggioranza di Chiara Ferragni Brand, rilevando le quote de La Fenice. L’influencer ha condiviso uno screenshot di un messaggio ricevuto dal suo legale: “Congratulazioni, Chiara! Ti comunico che da questo momento possiedi il 99% della società che porta il tuo nome.”
“Non è solo una questione di quote”
Nel post, Ferragni ha commentato la notizia così: “Non è solo una questione di quote o percentuali: è un inizio. Questa decisione è un passo concreto. È la scelta di riprendere in mano la mia storia, senza delegare, senza più far finta che tutto vada bene quando non va. È assumersi il peso e la bellezza di guidare, decidere, cambiare. È essere libera, per la prima volta, nel portare avanti il mio brand e il mio nome.”
Con questa mossa, l’imprenditrice digitale torna al centro del progetto che l’ha resa un’icona globale della moda e del business online. “Non voglio raccontare una favola, le favole non esistono. Ma so che sto provando a costruire qualcosa di nuovo. Con fatica, lucidità e responsabilità. Non vi racconterò una rinascita perfetta, quella non sto riuscendo a viverla nemmeno io. Vi racconterò la realtà fatta di alti e bassi, imperfetta, mia. E questo è l’unico punto da cui ripartire”.
La crisi del brand di Chiara Ferragni
Secondo quanto emerge dai conti parziali al 30 novembre, il 2024 è un anno nero per il brand Chiara Ferragni, che ha registrato un drastico calo dei ricavi, attestandosi a poco meno di 2 milioni di euro. Un crollo verticale, soprattutto se confrontato con gli anni precedenti: nel 2023 il marchio aveva chiuso con circa 12 milioni di euro di fatturato, già in flessione rispetto ai 14 milioni del 2022. Una contrazione che si è aggravata nel 2024, complice il forte impatto reputazionale e commerciale seguito allo scandalo Balocco, che ha minato la fiducia di consumatori e partner.
Le perdite cumulate tra il 2023 e il 2024 ammonterebbero a circa 10 milioni di euro, evidenziando una crisi profonda non solo d’immagine, ma anche finanziaria. Il drastico calo delle vendite ha imposto una revisione strutturale della società, con riduzione dei costi, del personale e una riorganizzazione interna nel tentativo di invertire la rotta.
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