Fiat Chrysler Automobiles potrebbe a breve finire nel mirino della coreana Hyundai Motor Group. Lo sostiene Asia Times, secondo cui nei prossimi mesi potrebbe addirittura essere lanciata un’Opa su Fca da parte del produttore coreano, con cui nel 2015 il gruppo italiano era sembrato già sul punto di allearsi.
“Con Hyundai stiamo discutendo per le tecnologie, trasmissioni e idrogeno e speriamo anche in qualcosa di più” aveva ammesso all’epoca Sergio Marchionne. Non se n’era fatto poi nulla, ma tra i due gruppi i rapporti erano rimasti solidi, grazie a una partnership tecnica relativa a trasmissioni e sistemi di illuminazione.
Che l’ipotesi non sia peregrina lo pensano anche gli analisti: quelli di Websim, in particolare, hanno subito sottolineato come dal punto di vista industriale “l’operazione avrebbe senso, in quanto ci sono pochissime sovrapposizioni” tra i due produttori sia dal punto di vista dei prodotti sia dei mercati su cui sono maggiormente presenti.
Proprio il desiderio di rafforzare la presenza negli Stati Uniti potrebbe essere alla base dell’interesse del gruppo guidato da Chung Mong-koo, che ha però già smentito le indiscrezioni di stampa. Per una eventuale Opa resterebbero comunque due scogli da superare: il prezzo (legato anche all’andamento in borsa del titolo Fca, che ai livelli attuali tratta circa il 15% sotto il massimo storico raggiunto a fine gennaio ma conserva un rialzo del 70% rispetto a 12 mesi or sono, e l’ulteriore riduzione dei costi di manodopera in Italia.
Un punto, quest’ultimo, su cui Marchionne ha più volte operato in questi anni, senza tuttavia riuscire a portare i margini di profitto a livelli attraenti, in particolare per quanto riguarda la produzione di auto di piccola e media cilindrata, un segmento storicamente legato al marchio Fiat da cui il gruppo punta gradualmente a uscire per concentrarsi sul segmento “premium”, maggiormente legato ad Alfa Romeo e Maserati.
Alcuni analisti fanno tuttavia notare che ulteriori punti interrogativi potrebbero essere legati a due operazioni da tempo in gestazione: lo scorporo di Magneti Marelli, ipotizzato per fine anno-inizio 2019 e sul quale dovrebbe giungere una decisione definitiva a breve, e l’eventuale aggregazione di Comau con qualche altro gruppo di automazione industriale in un futuro non troppo lontano.
Considerando che Magneti Marelli potrebbe valere circa 5 miliardi, la capitalizzazione di Fca scenderebbe ex post a poco più di 20 miliardi, ossia sui valori attuali della capitalizzazione di Hyundai Motor Group. A quel punto l’Opa potrebbe esser presentata come un “matrimonio tra uguali”. Basterà a placare i prevedibili timori di sindacati e mondo politico per un’operazione che potrebbe mettere a rischio il futuro degli impianti italiani del gruppo?
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