Hippocrates Holding, con circa 200 farmacie di proprietà, rappresenta la catena più estesa a livello nazionale da quando la legge del 2017 ha liberalizzato il mercato. Lafarmaciapunto è diventata in poco tempo un riferimento per il settore, che fa della figura del farmacista il fulcro del proprio ecosistema, avvalendosi della tecnologia come valido aiutante. Nel 2019 la catena ha registrato un fatturato di oltre 200 milioni di euro e adesso vuole dare il suo contributo nella corsa verso l’immunità nazionale contro il Covid-19. A inizio maggio fu la farmacia Breuil di Cervinia la prima della catena a partecipare alla campagna vaccinale e l’obiettivo di Hippocrates Holding è raggiungere l’85% dei suoi punti. Ma Davide Tavaniello e Rodolfo Guarino, fondatori e amministratori delegati di Hippocrates Holding, hanno anche altri progetti in serbo per il gruppo.
Hippocrates, fin dalla sua creazione, ha approcciato il settore farmaceutico con una logica innovativa. Qual è il vostro modello di business?
Tavaniello. L’idea di Hippocrates nasce in seguito all’apertura del mercato arrivata con l’approvazione del Ddl Concorrenza nell’agosto 2017. Nella costruzione della nostra rete, da subito abbiamo scelto un posizionamento incentrato sul ruolo del farmacista e, in modo particolare, sulla relazione tra paziente e farmacista, che ci permettesse di essere riconosciuti come primo presidio sanitario territoriale dalle comunità in cui siamo inseriti.
Guarino. Immaginiamo la farmacia del futuro non solo come un esercizio commerciale dove poter acquistare prodotti medici e paramedici, ma anche come un presidio sanitario di prima istanza in cui svolgere analisi di diverso tipo e ricevere diagnosi della propria condizione di salute. Riprendiamo la grande tradizione della farmacia italiana, ne rilanciamo e reinventiamo il modello. Il farmacista è al centro del nostro modello di investimento e di crescita, e investiamo per valorizzarne al meglio le competenze.
Qual è, quindi, la vostra mission?
G. Vogliamo trasmettere ai nostri pazienti una customer experience unica e coinvolgente, incentrata sulle loro esigenze e sull’appagamento dei sensi, già dal loro ingresso in farmacia. È questa l’essenza vera del nostro progetto, nonché il nucleo dal quale partiranno tutti gli sviluppi futuri della rete.
T. Puntiamo sulla cura e sull’accoglienza del paziente i cui sensi sono continuamente stimolati. L’obiettivo, per ogni farmacia della rete, sarà quello di respirare un’essenza creata appositamente e ispirata alla tradizione farmaceutica, rivista in chiave moderna; ogni ambiente avrà una playlist dedicata e un’impronta visiva molto forte sia all’esterno sia all’interno dei punti vendita, volta ad accompagnare l’esperienza del cliente sin dal suo ingresso in farmacia. Un altro elemento distintivo sarà l’eliminazione di ogni barriera tra il farmacista e il cliente, con banconi aperti da cui i professionisti possono rapidamente uscire per andare incontro al paziente stesso, assicurandogli così anche un maggior livello di riservatezza. In alcune farmacie della rete è presente un magazzino automatizzato, che su input del farmacista è in grado di consegnare direttamente il prodotto al banco, permettendo così al professionista di concentrarsi totalmente sull’interazione con il paziente.
Lo scorso maggio Hippocrates ha avviato la campagna vaccinale anti Covid 19 nelle prime farmacia della propria rete. Come sta proseguendo? Qual è la situazione?
G. Vogliamo partecipare attivamente alla ripartenza del Paese e la campagna vaccinale è lo strumento più potente che abbiamo contro il Covid-19. Vogliamo garantire un servizio fondamentale alle comunità di riferimento e per raggiungere questo obiettivo, possiamo far leva sulla capillarità della nostra rete, attraverso cui raggiungere anche i centri più piccoli garantendo un servizio fondamentale per le comunità locali.
T. Le prime somministrazioni sono iniziate a fine maggio in Valle d’Aosta e l’obiettivo è arrivare a coprire circa l’85% della rete. I nostri farmacisti hanno già completato o stanno completando i programmi specifici e i moduli formativi organizzati dall’Istituto superiore di Sanità, come previsto dal Decreto Sostegni e tutte le strutture coinvolte stanno adottando le misure previste per l’esecuzione delle sedute vaccinali, e per garantire la sicurezza degli assistiti.
Cosa pensate, vista la vostra esperienza nel settore, della diffidenza iniziale della gente nei confronti dei vaccini?
T. È sempre più diffusa l’idea che per garantire la ripartenza del Paese sia necessario che ognuno faccia la propria parte per tutelare sè stesso e chi lo circonda e questo si riflette anche sul tasso di adesione alla campagna vaccinale, che infatti è in costante aumento.
Come vedete il futuro in relazione alla campagna vaccinale, e alla pandemia, e quale ruolo avrà Hippocrates in questo scenario?
G. Il futuro è quello della ‘farmacia dei servizi’, modello che seguiamo sin dall’inizio. Proprio in tal senso guardiamo con grandissimo interesse alle frontiere della telemedicina, che permetterebbe a tanti pazienti di farsi visitare e farsi curare senza ingolfare le strutture del Servizio Sanitario.
La campagna di vaccinazione è un progetto ambizioso. Quali sono quelli in cantiere per la seconda metà del 2021?
T. La farmacia deve affrontare i medesimi cambiamenti e le medesime sfide del mercato retail nel suo complesso, tra cui anche quella di saper coniugare il carattere fiduciario e rassicurante del professionista, con l’esigenza di aprirsi alle nuove tecnologie e ai nuovi canali di distribuzione ed erogazione dei servizi. In questo contesto, la spinta del digitale ha un ruolo crescente e su questo fronte siamo fortemente impegnati nel presidiare tutti i canali, assicurandone l’ottimizzazione al fine di garantire al consumatore finale la massima fruizione di tutti i servizi. Il digitale deve essere al servizio della rete di farmacie e del cliente, sempre con il farmacista al centro.
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