Articolo tratto dal numero di dicembre 2021 di Forbes Italia. Abbonati!
Quest’anno le feste di fine anno richiedono brindisi ripetuti, per festeggiare la libertà ritrovata di stare insieme a tavola senza troppi limiti e restrizioni. Ecco allora un piccolo vademecum, stilato dal Comité Champagne (*) per non sbagliare quando si stappa una bottiglia delle preziose bollicine.
Assemblage – assemblaggio
Un’autentica arte che consiste nel plasmare tra loro vini fermi di diversi villaggi, vitigni e annate con caratteristiche aromatiche e organolettiche differenti. Il risultato: un vino in grado di esaltare le caratteristiche del territorio e conservare lo stile del produttore.
Blanc de blancs e Blanc de noirs
I vini di Champagne provengono da 3 vitigni: Chardonnay (bacca bianca), Pinot Noir e Meunier (bacca nera). Quelli elaborati esclusivamente con Chardonnay si chiamano Blanc de blancs e sono caratterizzati da aromi delicati e note floreali e agrumate, talvolta minerali. I Blanc de noir sono invece ottenuti con uve a bacca nera. Il Pinot Noir conferisce corpo e potenza, il Meunier infonde rotondità.
Cuvée
Durante la vendemmia, indica il frutto della prima spremitura delle uve. Nella fase di elaborazione è il risultato del lungo tempo dell’assemblaggio. Infine, cuvée definisce il risultato dell’assemblaggio e se è accompagnata dalla dicitura “de prestige” può designare i vini più ricercati.
Caves (cantine)
Luoghi leggendari, ammantati di fascino e di storia. Scavate nel gesso, spesso in epoca romana, si snodano sotto le vigne per centinaia di chilometri e giocano un ruolo fondamentale nella maturazione di uno Champagne. Nel 2015 sono state iscritte al Patrimonio Mondiale dell’Unesco.
Dégorgement (sboccatura)
Fase chiave, ha lo scopo di eliminare il deposito formatosi nella bottiglia durante la presa di spuma. Il collo viene immerso in una soluzione a -27°C, permettendo la formazione di un blocco di ghiaccio che intrappola i sedimenti che si sono concentrati all’interno. Al momento dell’apertura, la pressione interna espelle il ghiaccio, con una perdita minima di vino e di pressione.
Dosage (dosaggio)
L’aggiunta di una piccola quantità della liqueur, l’ultimo tocco allo stile del vino. Il liqueur de dosage è composto da zucchero di canna disciolto nel vino nella proporzione di 500-750 g/l. La gamma dei dosaggi è ampia e la scelta dipende dal gusto e dall’abbinamento. Si va dai “brut nature”, chiamati anche “pas dosé” o “dosage zéro”, che indicano gli Champagne non dosati, passando per gli “extra brut”, i “brut” (la maggioranza degli Champagne sul mercato, con un dosaggio inferiore ai 12 grammi per litro), gli “extra dry”, i “sec”, “demi sec” e infine i “doux” con più di 50 grammi di zucchero per litro.
Effervescenza
Il segno distintivo dei vini di Champagne, il loro tocco di magia, è anche la primaria espressione di qualità. Un fenomeno naturale frutto dell’azione dei lieviti. È a partire dal XVII secolo che gli champenois hanno iniziato a studiare e a comprendere l’effervescenza, fino alla capacità di controllarla.
Flaconnages (formati)
15 i formati delle bottiglie di Champagne, spesso con nomi biblici: Jeroboam (3 litri, l’equivalente di quattro bottiglie), Mathusalem per il formato da 6 litri, Nabuchodonosor (15 litri). Il formato più diffuso è la classica “bouteille” da 0,75 cl il Magnum che corrisponde a 1,5 litri.
Flûte (calice)
Il bicchiere ideale dev’essere abbastanza alto e ampio per offrire alle bollicine lo spazio per evolvere, ma deve restringersi leggermente al bordo (a tulipano) per concentrare gli aromi.
Millesimato
Quando i vini assemblati appartengono tutti a una sola e unica annata.
Terroir
La superficie vitata di 34.000 ettari è ripartita in 4 principali grandi regioni: la Montagne de Reims, la Vallée de la Marne, la Côte des Blancs e la Côte des Bar.
(*) Il Comité Champagne ha sede a Epernay e riunisce tutti i viticoltori e tutte le Maison di Champagne.
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