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La giustizia civile italiana dalla Riforma Castelli alla Riforma Cartabia

Dalla trasformazione del mercato legal, alle grandi riforme della giustizia civile italiana, dallo studio legale come impresa al Legal Tech e alla sostenibilità. MFLaw, nato nel 2001 come uno studio boutique e oggi diventato una law firm con 4 sedi e oltre 80 dipendenti, racconta attraverso la narrazione di Livia Mannocchi e le voci dei suoi founder e partner levoluzione della figura dellavvocato e i trend di scenario del mercato legal, tra approfondimenti, cenni storici e spunti pratici e teorici interessanti per inquadrare il futuro di questo settore.

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In questo secondo episodio, il founding partner Andrea Fioretti analizza le Riforme che hanno caratterizzato gli ultimi vent’anni della Giustizia italiana. Obiettivo comune di tutte le proposte di riforma, sin dagli anni ’90, è sempre stato lo stesso: ottimizzare le procedure e i flussi burocratici e accorciare i tempi di risoluzione dei processi. Perché anche Giorgio Napolitano, durante il suo mandato presidenziale, si riferiva all’ingorgo della Giustizia parlando di un “ostacolo non da poco agli investimenti esteri”. 

Per comprenderne davvero l’impatto, e quindi la necessitò del cambiamento, sono forse sufficienti le parole pronunciate lo scorso luglio dall’attuale Ministro della Giustizia, Marta Cartabia: “Negli ultimi 5 anni lo Stato ha speso 563 milioni di euro per rimborsare 95.412 persone che hanno avuto processi troppo lunghi. Solo 105 milioni nell’ultimo anno: siamo sempre sopra 11mila richieste di rimborso”. Un blocco che caratterizza e offende il nostro sistema giustizia. Un ingorgo già ripetutamente affrontato ma con scarsi risultati e che oggi, invece, è l’obiettivo definitivo della Riforma Cartabia. 

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