Articolo apparso sul numero di luglio 2022 di Forbes Italia. Abbonati!
L’obiettivo è molto ambizioso: trasformare il mercato del digitale in Italia, puntando sull’etica e sull’innovazione, con una grande attenzione alla sostenibilità. La strada intrapresa da Sopra Steria Italia – realtà che fa parte di Sopra Steria Group, quotata in Borsa al primo mercato di Parigi – è complessa, ma si sta rivelando vincente. E a capo di un’azienda in continua crescita, come confermato dalle 300 assunzioni nel 2022, c’è Stefania Pompili, una delle pochissime donne ceo nel settore digitale.
Secondo lei, perché le donne fanno fatica a coprire ruoli di rilievo nel settore?
È un problema culturale. Women in Digital Scoreboard 2021, una ricerca della Commissione europea dello scorso anno, ha riscontrato che solo il 18% de gli specialisti dell’information technology è donna. Dobbiamo superare un retaggio di tanti anni. Certo, adesso qualcosa sta cambiando, ma ritengo sia un percorso che richiederà tempo. Non arriveranno novità dall’oggi al domani.
È molto attenta all’empowerment femminile, ma nel vostro settore non è semplice trovare don ne con le competenze tecniche adeguate. È sola mente una questione di mentalità o c’è dell’altro?
Cito un altro studio fatto su 27mila ragazzi e ragazze: il 22% delle donne della Generazione Z ritiene la discriminazione uno dei problemi primari, contro solamente il 10% degli uomini. Il percorso per una reale e definiti va integrazione sarà lungo, ma dobbiamo anche evitare che si trasformi in un boomerang. Non ci sarebbe cosa peggiore che promuovere delle persone ai vertici delle imprese solo perché sono donne. Dobbiamo mettere le ragazze nelle condizioni ideali di scegliere fra azienda e vita privata, creando reti di supporto. Dobbiamo accelerare queste operazioni e tocca anche a noi donne crederci, perché gli uomini sono educati a essere coraggiosi, noi a essere perfette, e questo ci limita. Non esiste un’unica ricetta per risolvere il problema, però è innegabile che le ragazze escano meglio dalla scuola e dall’università, ma poi sono i ragazzi a fare strada nel mondo del lavoro. Bisogna cambiare il modo di pensare e per farlo le donne devono credere maggiormente in loro stesse. Io stessa sono impegnata in attività di mentoring, proprio per condividere la mia esperienza con le giovani che vogliono intraprendere un percorso nel mondo delle tecnologie.
Quali sono le caratteristiche principali richieste al ceo di un’azienda che opera nel digitale?
È fondamentale guardare sempre avanti e, soprattutto, farsi trovare sempre pronti, perché il mercato è in continua evoluzione. Noi facciamo della progettualità il nostro punto distintivo e questa è un’arma vincente, perché oggi bisogna anticipare i trend e investire costantemente nella formazione. Per noi significa conoscere i processi di business dei clienti, che, per quanto ci riguarda, sono veri e propri partner. È importante anche conoscere i problemi delle realtà con cui si lavora e parlare lo stesso linguaggio: la tecnologia non può risolvere i problemi da sola.
Quale sarà la scoperta che ci proietterà nei prossimi 20 anni?
Attraversiamo una fase molto complicata, che prevede il cambiamento di scenari economici e politici. Adesso si lavora sul 5G, sui dati, sulla robotica. La sfida attuale, e probabilmente anche dei prossimi anni, è l’applicazione di nuove tecnologie che porteranno allo stravolgimento di modelli aziendali.
Come fa un’impresa a conciliare l’esigenza di rimanere al vertice nel digitale e quella di essere sostenibile?
Per Sopra Steria, è una scelta che ha radici antiche. Per il quinto anno consecutivo siamo stati inseriti nel 2% delle aziende più virtuose al mondo in tema ambientale. Rispetto al 2015 abbiamo ridotto le emissioni di oltre l’80%, con un’accelerazione evidente nell’ultimo anno e mezzo, quando siamo arrivati a una riduzione di emissioni da operazioni dirette per dipendente del 36,8% rispetto al 2020. Il nostro consumo di elettricità proviene al 99,2% da fonti rinnovabili e il prossimo obiettivo è arrivare a emissioni zero entro il 2028, vale a dire 22 anni prima di quanto previsto dall’Onu. Per noi la sostenibilità è uno stile di management, con effetti positivi anche sull’ingresso dei collaboratori in azienda. Oggi i giovani, che in Sopra Steria sono per il 30% under 30, sono sempre più attenti alle tematiche ambientali e
al corretto bilanciamento fra la vita sociale e quella lavorativa.
Parlate spesso di “trasformazione digitale sostenibile”. Può spiegare nel dettaglio di cosa si tratta?
Le tecnologie sono molto energivore, tanto che internet è il terzo ‘continente’ per consumo di energia. Noi puntiamo a realizzare applicazioni sostenibili, progettiamo app con tecnologie che hanno un impatto energetico sempre minore. E poi all’interno dell’azienda puntiamo alla sobrietà digitale, riducendo al minimo le e-mail e concentrandoci maggiormente su spazi di condivisione. Per fare un esempio pratico: abbiamo eliminato la firma al termine delle nostre comunicazioni elettroniche. È un piccolo gesto, ma, moltiplicato per i nostri 46mila collaboratori, incide molto.
Sopra Steria è una realtà in crescita. Qual è la caratteristica principale che cercate nelle persone che vengono a lavorare con voi?
Le capacità tecniche continuano a essere importanti, ma riteniamo fondamentali le soft skill. Ovviamente è necessaria una laurea stem, ma la flessibilità e la voglia di partecipare al processo di trasformazione costante della nostra azienda sono caratteristiche imprescindibili. I collaboratori devono avere voglia di ‘metterci del loro’ e di partecipare ai processi di innovazione che coinvolgono tutto il nostro gruppo.
Quanto conta la creatività nel vostro settore?
È fondamentale. La tecnologia sta cambiando il modo in cui fruiamo dei beni. È funzionale alla risoluzione dei problemi, ma da sola non ci porta da nessuna parte.
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