di Mirko Crocoli
A Rapolano Terme l’innovazione nei processi produttivi non ha perso di vista i profondi valori della cultura vitivinicola. Così, nella piccola località in provincia di Siena, Cantina Donna Emilia si conferma da anni come una delle eccellenze italiane di maggior prestigio. Dal 2013 l’azienda agricola Lubrano continua a portare avanti una tradizione secolare che è fiore all’occhiello di queste meravigliose terre.
“Nella Cantina Donna Emilia chi vorrà potrà riscoprire quello che la terra ha da offrire, in un clima contemporaneo ma fortemente radicato alla tradizione toscana”. A parlare è Luca Lubrano, titolare dell’azienda Lubrano e della Cantina Donna Emilia, che con i suoi vini sta ottenendo numerosi riconoscimenti in tutto il Paese, riuscendo in pochi mesi a essere tra i principali distributori di vini pregiati di tutta l’area Nord-Ovest dell’Italia.
“La natura e l’esposizione dei terreni, le condizioni climatiche uniche insieme alle tecniche agronomiche adottate, ci hanno permesso negli anni di mantenere quell’armonia nei sapori che unisce la tradizione e il vino e si completa grazie alle perfette condizioni favorevoli di queste terre. I terreni collinari e sassosi, gli inverni miti con una regolare distribuzione delle piogge tra ottobre e marzo, le estati calde e asciutte, sono fattori che contribuiscono a creare presupposti estremamente favorevoli per una viticoltura di qualità”.
Cosa rende i vostri vini così acclamati?
Questo connubio di fattori ci ha dato la possibilità di raccontare ai clienti la storia attraverso i nostri prodotti, guidando le persone alla riscoperta dei sapori di una volta e della nostra identità territoriale. Abbiamo scelto di piantare uve Sangiovese tenendo in considerazione la ricchezza di queste terre. Un’uva ideale per questo tipo di coltivazione, la quale viene molto valorizzata da questi elementi. Le limitate quantità prodotte e la possibilità di monitorare ogni fase del processo produttivo con competenze tecnico-scientifiche sono di sicuro i punti di forza della nostra azienda. Le uve vinificate dalla Cantina provengono da circa 6 ettari di cui 1,3 coltivato a vigneto, il resto destinato all’orticoltura e olivicoltura. La scelta delle forme di allevamento risulta, quindi, uno dei parametri determinanti per la struttura e per i risultati, sia qualitativi sia produttivi.
Qualità rispetto a quantità, quindi?
Certamente. Una delle nostre politiche è proprio quella che riguardala cultura sostenibile del vino. Abbiamo infatti deciso di investire nei processi di produzione sostenibile proprio perché crediamo che, per produrre un grande vino, si ha la necessità di rispettare i ritmi della terra. I nostri vini richiedono un equilibrio complessivo molto forte, e solo mantenendo questo stato possiamo far emergere a pieno la finezza e l’eleganza degna di questo prodotto.
Questi anni sono stati un duro colpo per tutti. Cosa si augura per il vostro settore?
Con la pandemia l’utilizzo di altri canali di comunicazione ha indotto molti produttori a riflettere e a correre ai ripari. E’ tempo di far conoscere in Italia e all’estero il territorio e i vini cambiando dialettica. C’è la necessità di investire molto in questo, a mio avviso. Oggi il consumatore vuole una narrazione diversa che passa per i social e che porta il prodotto direttamente a casa. Noi produttori ci stiamo organizzando in merito. Serve però, al tempo stesso, un lavoro sinergico con le istituzioni. Come Paese simbolo abbiamo l’onore e l’onere di dover rispondere a queste esigenze aumentando la promozione e la comunicazione di un vino che è emblema di un territorio che non ha ancora espresso pienamente tutto il suo potenziale.
Da qui a tre anni dove vi vedete?
Il nostro obiettivo, senza dubbio ambizioso, è quello di portare il nostro prodotto nei principali locali del mondo. Non so se riusciremo nell’impresa ma abbiamo imparato sulla nostra pelle che pensare in grande aiuta senza dubbio a raggiungere grandi traguardi. E allora diamo spazio ai nostri sogni, magari accompagnati da un buon bicchiere di vino che, ricordiamolo sempre, è una delle più grandi conquiste dell’uomo che ha trasformato un frutto perituro in qualcosa di permanente.
Per altri contenuti iscriviti alla newsletter di Forbes.it CLICCANDO QUI .
Forbes.it è anche su WhatsApp: puoi iscriverti al canale CLICCANDO QUI .