L’oligarca austriaco è caduto. René Benko, uno degli uomini più potenti d’Austria e d’Europa, è stato ingoiato e rigettato dal suo stesso mondo. Da quel settore immobiliare che prima l’ha reso uno degli uomini più ricchi e influenti del suo paese e ora uno dei più discussi e misteriosi. Perché sì, il suo grande e ‘sicuro’ giocattolo è crollato: Signa Group ha presentato istanza di fallimento, mandando in crisi tutti i suoi creditori: dalle banche, fino ad arrivare ad alcune delle più importanti famiglie imprenditoriali.
Un crollo per certi versi inaspettato data la forza e la risonanza di un gruppo che detiene 27 miliardi di euro di asset e 25 in cantiere, catene, uffici e hotel di lusso in tutta Europa. Da qui le domande, sempre più crescenti, intorno alla figura di quel 46enne che secondo Forbes vanta un patrimonio personale di 2,8 miliardi di dollari.
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Chi è René Benko: ‘il ragazzo dei miracoli’
Figlio di un funzionario locale e di una insegnante di scuola materna, René Benko è nato nel 1977 a Innsbruck, dove ha studiato all’Handelsakademie (letteralmente accademia del commercio, un Istituto tecnico economico). Lì si fa notare non per il suo ‘talento scolastico’, ma per la sua spasmodica attenzione proprio verso il settore immobiliare e per il suo assenteismo. Durante gli studi, infatti, René decide di iniziare a lavorare come assistente di un promotore immobiliare locale. Esperienza che se da una parte lo forma imprenditorialmente, dall’altra lo costringe a maturare diverse assenze al punto da non poter conseguire il diploma.
Lascia così la scuola e si dedica a un’idea molto particolare: in cambio della promessa di installare ascensori nelle case popolari viennesi, acquista a prezzi modici gli attici trascurati, li rinnova e li rivende a un prezzo decisamente più alto. Il motivo? Proprio l’ascensore. La corsa alla conquista dell’immobiliare è appena iniziata.
La fondazione di Signa Holding GmbH
Così nel 1999, a soli 22 anni, fonda la società Immofina Holding GmbH, quella che nel 2006 viene ribattezzata Signa Holding GmbH. I primi progetti includevano l’ampliamento delle mansarde in appartamenti di lusso e l’acquisto e la vendita dell’hotel benessere Lanserhof a Innsbruck. Operazioni che lo avvicinano all’imprenditore Karl Kovarik, erede di una serie di distributori di benzina che crede fin da subito in René, al punto da investire 25 milioni nella sua società. Da qui l’exploit.
Arriva l’apertura dei centri medici a Vienna, l’acquisizione del Kaufhaus Tyrol, completamente rinnovato tra il 2007 e il 201o (dove peraltro viene poi spostata la sede di Signa) e, nel 2013, la nuova divisione retail. Signa, infatti, acquisisce la catena di grandi magazzini Karstadt, altri rivenditori online e offerte di acquisto per Galeria Kaufhof GmbH. Ciò significa una cosa: René Benko non è più solamente un magnate immobiliare, ma anche del retail e in tutta Europa, anche con l’Italia. Nel 2015, per esempio, avvia una joint venture, attraverso Eataly Distribution Deutschland GmbH, con la nostra Eataly.
Seguono altri importanti progetti come il BIGG Outlet Center Pandorf, il lussuoso resort Villa Eden sul Lago di Garda, il Goldene Quartier a Vienna, la nuova torre Stream a Berlino, l’acquisizione dei centri commerciali di lusso KaDeWe a Berlino e Oberpollinger a Monaco, solo per citarne alcuni. Forse però la sua più grande operazione di René Benko è l’acquisizione di Karstadt e Kaufhof, due imprese commerciali storici con sede nelle migliori posizioni del centro città in Germania con oltre 20.000 dipendenti.
Importante anche a livello internazionale l’acquisizione nel 2021 per 151 milioni di dollari del prestigioso Chrysler Building a New York. Il suo primo grande investimento negli Usa. Inoltre, dal 2018, René Benko è entrato nel settore dei media, acquisendo partecipazioni nei due maggiori giornali austriaci, Kronen Zeitung e Kurier. Tutto questo per dire che in poco più di 20 anni, era riuscito a creare un impero. Un impero che adesso si è sgretolato.
La vita privata e lo yacht in vendita per i debiti
Spostatosi due volte, René Benko ha quattro figli. Uno avuto dalla prima moglie e tre con la sua seconda e attuale moglie: l’ex modella Nathalie Sterchele, con la quale vive principalmente a Innsbruck, anche se Vienna rappresenta un po’ una seconda casa. Peraltro, secondo quanto riportato dal giornale austriaco “Der Standard” avrebbe anche una residenza privata sul Garda: la nota Villa Ansaldi.
Come riferisce la stampa austriaca, Benko avrebbe recentemente messo in vendita sul portale Alpha Yachting il suo panfilo da 62 metri ‘Roma’ al prezzo di 39,9 milioni di euro per cercare di ripianare parte dei debiti. Lo yacht offre spazio a 12 ospiti e 12 membri di equipaggio, dispone di un cinema, una palestra, di una piscina al coperto e di uno scivolo d’acqua dalla flybridge.
La rete imprenditoriale
Secondo il Financial Times, René Benko ha convinto nel corso degli anni alcuni dei nomi più importanti del mondo degli affari europeo: la famiglia francese Peugeot; Rausings di Tetra Pak; il magnate della logistica Klaus-Michael Kühne; Roland Berger, fondatore dell’omonima società di consulenza manageriale internazionale; il presidente del gruppo svizzero del cioccolato Lindt & Sprüngli, Ernst Tanner; l’industriale austriaco Hans Peter Haselsteiner; il magnate del cibo per animali Torsten Toeller. Anche gli eredi della leggenda austriaca della Formula 1 Niki Lauda possiedono azioni di Signa Group.
Il crollo della ricchezza di René Benko
Nel corso del 2023 e in virtù del crollo di Signa Group il patrimonio di René Benko si è più che dimezzato, passando secondo Forbes da 6 a 2,8 miliardi di dollari.
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