Articolo tratto dal numero di giugno 2024 di Forbes Italia. Abbonati!
Secondo il ministero della Salute, oggi si calcola che in Italia le persone affette da endometriosi in forme più o meno gravi siano oltre tre milioni. Per ridurre il divario di genere nell’accesso alla cura e ridisegnare i percorsi di salute delle donne, a fine 2022 Gaia Salizzoni e Vittoria Brolis hanno co-fondato Hale, la prima clinica virtuale per condizioni ginecologiche.
Da quelle più comuni, come la cistite, ad altre più complesse, come endometriosi o vulvodinia. “Come spesso accade nell’industria della salute femminile, Hale è nata da un’esigenza personale”, spiegano. “Ancora oggi, una donna su quattro in Europa vive con una condizione ginecologica complessa, come endometriosi o vulvodinia, e non riesce ad accedere a diagnosi e trattamenti efficaci in breve tempo. Inoltre, essendo ampio ma ignorato, quello ginecologico è un mercato immenso (vale circa 145 miliardi di euro in Europa) e non è mai stato davvero modernizzato e standardizzato”.
Come opera Hale
La clinica virtuale fondata dalle due ragazze di Trento opera attraverso una piattaforma online che guida la paziente attraverso le varie fasi di cura, dall’anamnesi alla diagnosi, fino alla scelta del trattamento più efficace.
“Si basa sui protocolli medici più moderni e sfrutta la tecnologia per velocizzare e semplificare il più possibile i vari percorsi, per minimizzare i tempi diagnostici e rispondere alle esigenze in modo personalizzato. Dopo aver compilato un questionario iniziale, la paziente incontra online il team clinico di Hale, che la guiderà verso il protocollo migliore.
In seguito, potrà scegliere una serie di trattamenti online o in presenza, appoggiandosi a uno o più dei nostri partner sul territorio. In futuro attiveremo convenzioni con altri attori sanitari, pubblici e privati, per coprire una parte dei costi associati alle prestazioni”.
Gaia e Vittoria, rispettivamente formazione in scienze politiche, management e innovazione ed economia e scienze sociali, si conoscono da sempre perché sono cresciute a Trento. “Ci siamo riviste qualche anno fa e abbiamo scoperto di avere in comune un’esperienza difficile da pazienti di condizioni ginecologiche. Da quel momento abbiamo iniziato a studiare il problema, il mercato, i trend e le soluzioni”.
Intanto, anche se le condizioni di dolore pelvico cronico sono ancora un tabù sociale, negli ultimi tempi qualcosa è cambiato: “Da tre o quattro anni si è aperto un dibattito a livello sociale, politico, imprenditoriale e scientifico sulla salute femminile. Ci sono molte cose che dobbiamo cambiare come società: dal riconoscimento politico e sanitario di queste condizioni a un investimento massiccio nella ricerca, per ottenere statistiche aggiornate, nuovi trattamenti e protocolli medici, fino a un’educazione scolastica su tematiche di benessere e di prevenzione”.
L’impiego dell’IA
La startup, che nel 2023 ha raccolto 350mila euro in un round di finanziamento pre-seed guidato da Exor Ventures, impiegherà inoltre l’intelligenza artificiale per studiare i dati sanitari anonimi delle persone, e suggerire a loro e al personale sanitario le strade più indicate da seguire, sulla base dell’evidenza scientifica.
“Siamo concentrate sul rafforzare la nostra rete di partner sul territorio e garantire l’accesso alla nostra piattaforma al maggior numero di persone possibilie. Possiamo dare una piccola anticipazione: a breve introdurremo uno strumento gratuito che permetterà di valutare rapidamente il rischio che i propri sintomi siano correlati a una determinata condizione”.
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