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Responsibility

Come quest’azienda coniuga crescita e sostenibilità, creando prodotti che rispettano l’ambiente nell’intero ciclo di vita

Articolo tratto dal numero di agosto 2024 di Forbes Italia. Abbonati!

La logistica svela un’anima green e guarda a un futuro in cui la crescita si declina con sostenibilità economica, sociale e ambientale. Kion Group, gruppo mondiale dei carrelli industriali e dell’intralogistica, ha fatto della sostenibilità uno dei punti di forza per raggiungere gli obiettivi prefissati nella sua Visione 2027.

Soluzioni sostenibili e innovative

La multinazionale con sede a Francoforte investe nella lotta al cambiamento climatico e si impegna a definire soluzioni sempre meno energivore e processi di produzione più efficienti. Come accaduto con la ratificazione dell’iniziativa Science Based Targets (Sbti), che mira ad arrivare alle emissioni zero entro il 2050, in linea con l’accordo di Parigi sul clima. Si è costituita così una governance centrale declinata in otto campi d’azione, in cui le unità operative hanno un ruolo centrale per la progettazione e la produzione di soluzioni sostenibili e innovative.

Un approccio introdotto con successo anche nello stabilimento Still di Luzzara (Re), dal 2011 centro di eccellenza per la produzione dei carrelli da magazzino di Kion con i brand Still e Linde. Guidata dall’amministratore delegato Stefano Predieri, la struttura ospita il Kion Competence center sustainability e un dipartimento che si occupa di Lca (life cycle assessment) e c2c (cradle to cradle). Aree affidate a Eva Virtute, Kion director advocacy, product sustainability and Competence center sustainability.

Affrontare le sfide ambientali

La volontà è quella di dare risposte a un mercato sempre più attento ai consumi e agli aspetti ambientali e di sviluppare un know-how interno che possa portare ad adottare pratiche sempre più sostenibili, dal design del carrello a una gestione più green del fine vita.

In particolare, spiega Kion, l’obiettivo del centro di competenza è affrontare le sfide ambientali e di prodotto in maniera olistica e sinergica. Centrale per la creazione del Competence center è stata proprio la ricerca delle competenze e dei profili emergenti, che ha comportato un nuovo modo di approcciarsi alla selezione del personale. Nella consapevolezza che la multidisciplinarità è fattore chiave per il successo.

Uno degli strumenti per raggiungere le zero emissioni è l’Lca, metodologia che permette di quantificare gli impatti ambientali di prodotto durante l’intero ciclo di vita e identificare i cosiddetti hotspot, ovvero le criticità. Lca ha trovato applicazione su diversi carrelli prodotti a Luzzara e ha permesso di intervenire in maniera mirata, ad esempio con l’installazione di pannelli fotovoltaici e il recupero e il riutilizzo di parte delle polveri di vernice, oltre che con una gestione dei rifiuti che minimizzi gli scarti.

Zero sprechi

Il concetto di zero sprechi e di miglioramento continuo è alla base delle soluzioni che Kion esplora a Luzzara per raggiungere la certificazione di prodotto cradle to cradle, in ottica di economia circolare. “L’idea di condurre studi di Lca e attività di cradle to cradle”, spiega Virtute, “è nata dal desiderio di creare maggiore trasparenza sui nostri prodotti e di stabilire quali aspetti possano essere migliorati nelle scelte di design e cosa debba essere mantenuto, contribuendo a creare un impatto positivo sull’ambiente”.

In questo contesto, il primo passo per Kion è stato supportare lo sviluppo di un eco-mindset aziendale, per esempio immaginando la creazione di un carrello circolare nel design, soddisfacendo al contempo le aspettative di qualità e costo dei clienti. Un altro passo è stato creare consapevolezza dell’importanza delle attività di c2c nei fornitori, per fare squadra.

Circolarità

Il cradle to cradle si è rivelato centrale nella spinta all’innovazione e nella ricerca di nuove soluzioni, dai materiali all’energia. Sotto questo aspetto le tecnologie digitali, come l’intelligenza artificiale, possono portare, per esempio, a sviluppare modelli predittivi sempre più efficaci, che suggeriscono come ridurre i consumi. Ma circolarità significa anche esplorare nuovi modelli di business e approcci per l’uso delle risorse, tema cruciale vista la scarsità di materie prime.

“La ricerca assidua degli sprechi e l’azione per ridurli è una pratica che da tempo si applica negli stabilimenti produttivi sotto il nome di lean manufacturing”, dice Predieri. “L’idea di ampliare il suo campo di azione alle politiche ambientali, riducendo anche gli sprechi di risorse naturali, ne rappresenta la naturale evoluzione. Creare prodotti che rispettino l’ambiente non solo durante la loro produzione, ma anche nel loro utilizzo e a fine vita, è un dovere per ogni azienda che si voglia definire avanzata. È un game changer e il gruppo ha colto questo fatto non come un elemento di propaganda, ma con azioni tangibili e di grande impatto”.

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