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Food & Beverage

Cresce la preferenza per i fine wines italiani all’estero: l’indagine di Nomisma

Il mercato vinicolo dei fine wines, eccellenza del made in Italy, è sempre più richiesto all’estero. Non solo nei volumi di vendita, sempre importanti, ma a livello della percezione stessa: ormai i vini italiani battono quelli francesi, gli storici antagonisti vinicoli, sia in termini di acquisti che di gradimento.

Le vendite

I dati delle vendite italiane registrano che il 70% del fatturato estero proviene da mercati fuori dall’Unione Europea, con una crescita in quelli asiatici di oltre il 130% negli ultimi vent’anni. Ma è il mercato Usa che si conferma al primo posto: raddoppio del fatturato in 20 anni, che porta i fine wines italiani al secondo posto delle scelte dopo i vini locali.

E soprattutto sono al primo posto in termini di classe ed eleganza, davanti ai vini francesi, da sempre designati come l’eccellenza della produzione enologica, con una percentuale in costante aumento, passando dal 20 al 27% in termini di percezione. Mercato che conquista anche i più giovani: il 16% dei millenial americani sceglie fine wines. “I vini di pregio forniscono un contributo chiave all’immagine che gli stili di vita tipici della cultura italiana occupano nella mente del pubblico” ha dichiarato Piero Mastroberardino, presidente di Istituto Grandi Marchi.

Stati Uniti: primo mercato per l’export

Nell’ultima ricerca di Wine Monitor Nomisma “20 anni di Istituto Grandi Marchi, 20 anni di fine wines italiani nel mondo” si evidenzia come la crescita abbia raggiunto un valore di 660 milioni di euro con un aumento, registrato nello scorso anno, del 5% in valore per i vini fermi imbottigliati, e del 10% per gli spumanti. Su di un campione di 2.400 consumatori di vino (scelti tra California, New York, New Jersey e Florida, storicamente i più gourmet e i big spender degli States), ben il 30% si definisce “real user” di fine wines. Sono soprattutto i millennials, uomini e gli appartenenti alla upper class. Interessante il dato dei non consumatori: il 76% si dichiara interessato a provarli.

L’immagine italiana dei fine wines

Le potenzialità di crescita sul mercato americano per i fine wines italiani sono concrete. Il 44% dei consumatori statunitensi intervistati prevede di aumentare l’acquisto nei prossimi tre anni, contro un 50% che ritiene di mantenerli invariati e solo un 6% che invece pensa di diminuirli” ha evidenziato Denis Pantini, responsabile Nomisma Wine Monitor. Forte legame percepito con l’Italia, o per le origini familiari o per esperienze dirette nel Paese, elementi che giocano un ruolo fondamentale nella scelta dei fine wines italiani. La scelta dell’etichetta invece è principalmente influenzata dalla notorietà del brand, dai riconoscimenti ottenuti nelle guide di settore e viene premiata la particolarità delle aziende a gestione familiare.

“Al di là dei dati specifici, di indubbio interesse per l’intero movimento del vino, ciò che più conta e ci lusinga è registrare la crescita del peso dei fattori immateriali legati alla percezione del nostro mondo, nella considerazione dei consumatori di mercati importanti per valori e per volumi, come ad esempio gli Stati Uniti d’America. I vini di pregio forniscono un contributo chiave all’immagine che gli stili di vita tipici della cultura italiana occupano nella mente del pubblico. Tale immagine si lega intimamente con i valori positivi trasmessi dalla storicità, continuità, coerenza qualitativa delle imprese familiari multigenerazionali che si ergono a custodi delle radici dei propri territori” ha dichiarato Piero Mastroberardino, presidente IGM.

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