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Le sfide della New economy secondo un esperto di diritto del lavoro

Articolo di Camilla Conti tratto dal numero di Forbes di febbraio 2020. Abbonati

La nuova legge sui riders è già diventata una sorta di Vietnam? Secondo Gabriele Fava, esperto in diritto del lavoro, fondatore e presidente dello studio legale Fava & Associati, “è fuor di dubbio che il decreto legislativo 101/2019 mira ad accordare livelli minimi di tutela per i riders, cercando di fornire risposte a questioni da sempre al centro delle loro richieste, come, ad esempio, la determinazione del compenso, la copertura assicurativa in caso di infortuni sul lavoro, la garanzia di un contratto scritto, riconoscendo anche in tali rapporti di lavoro la presenza di quella condizione di debolezza socio-economica che rende il ciclofattorino meritevole di tutela al pari del tradizionale lavoratore subordinato, anche se formalmente qualificato come autonomo dalle piattaforme stesse. Tuttavia, l’automatica estensione ai riders della disciplina protettiva tipicamente dettata per il solo lavoratore subordinato, condizionata all’esistenza di un vincolo di eterorganizzazione, requisito imprescindibile per qualsiasi rapporto di subordinazione che voglia ritenersi tale, si limita solamente a spostare i termini della questione su un diverso piano, non considerando il fatto che una tale modalità di resa della prestazione mediante l’ausilio di piattaforme digitali mal si concilia col concetto di eterorganizzazione tradizionalmente inteso e che ormai dimostra tutta la sua portata limitante in contesti lavorativi altamente digitalizzati e privi di una incisiva determinazione dei tempi e dei luoghi di lavoro da parte del committente stesso. Non è escluso, quindi, che questioni, da sempre al centro delle proteste dei riders, si ripresenteranno sulla scena a fronte della approssimativa soluzione adottata dal nostro legislatore”.

D’altra parte la silver economy può rappresentare un’opportunità di sviluppo: cosa sta cambiando sul fronte dell’attività giuslavoristica?

Una rinnovata concezione della longevità, non più associata a conseguenze negative in termini di costi ma intesa come risorsa e opportunità, non può non avere ricadute anche sull’attività del giuslavorista, anche considerato il notevole impatto che l’economia dell’invecchiamento sta producendo in termini occupazionali, contribuendo ad ampliare le opportunità lavorative per varie categorie professionali. Tuttavia, se da un lato l’economia vede l’anziano come cliente, dall’altro lato oggi le aziende si trovano a gestire questioni legate al graduale aumento dell’età dei lavoratori, senza ancora possedere strumenti e tecniche necessarie per farvi fronte. Il giuslavorista inevitabilmente dovrà prendere atto dell’inizio di questo nuovo periodo occupazionale, dalla forma giuridica ancora labile e incerta, contribuendo a definirne una disciplina comunemente accettata e in grado di tutelare appieno la senority professionale.

 

Qual è l’impatto delle nuove tecnologie sul mondo del lavoro?

L’avvento della digitalizzazione in seno ai paradigmi produttivi si è inevitabilmente accompagnata a un aumento della flessibilità organizzativa in seno alle imprese: la necessità di rispondere alle esigenze di una produzione just in time ha comportato la scomposizione della prestazione lavorativa in fasi, cicli ed obiettivi, tanto che la possibilità di attivare e disattivare la forza lavoro in base alle richieste dei mercati diventa un’esigenza imprescindibile per le imprese. La precarietà diviene quindi un tratto distintivo delle economie moderne, traducendosi da un lato in un notevole ricorso al lavoro autonomo e a termine, dall’altro lato nell’utilizzo di forme contrattuali non standard, basate sul raggiungimento di obiettivi, che si collocano in una posizione intermedia tra lavoro subordinato e lavoro autonomo. La digitalizzazione ha finito così per plasmare la natura del lavoratore stesso, rendendolo maggiormente autosufficiente, focalizzato sul raggiungimento di obiettivi, titolare di competenze elevate per poter interfacciarsi con tecnologie all’avanguardia, tanto da aprire inediti scenari nel mondo del lavoro, anche a fronte dell’estrema individualizzazione dei profili professionali e di vita dei lavoratori stessi.

Come si sta adeguando la consulenza legale alle nuove figure come riders e influencer?

Senza dubbio, il consulente legale viene posto di fronte a sfide inedite a seguito dell’avvento di piattaforme digitali e social media, in grado di modificare la logistica delle merci e le abitudini dei cittadini e impattando anche sul mondo del lavoro. Compito essenziale del consulente sarà quello di rendere tali lavoratori consapevoli dei loro diritti, contribuendo alla nascita di inedite categorie professionali informate e attente alle proprie esigenze, anche con programmi di formazione mirati. Il consulente è così chiamato a fornire precise linee guida a clienti particolarmente vulnerabili, in quanto operanti in settori ancora da regolarizzare, e che quindi necessitano oggi più che mai di professionisti preparati e al passo coi tempi.

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