Sabato 14 aprile 2018: una data storica per l’Italia e in particolare per la Città Eterna. Roma è stata infatti protagonista indiscussa del primo circuito cittadino italiano di Formula E. Le scattanti e silenziose monoposto elettriche – ad emissioni zero – si sono sfidate nell’inconsueto scenario dell’Eur e dopo un appassionante gara il successo è andato a Sam Bird del team britannico Virgin. Al secondo posto il brasiliano Lucas Di Grassi del team Audi, grazie ad un sorpasso mozzafiato al 31esimo di 33 giri, e al terzo il tedesco Andrè Lotterer del team Techeetah.
Questi ‘gladiatori contemporanei’, sono stati attori di un ‘green carpet’ del tutto particolare. In formula E infatti tutte le vetture hanno lo stesso motore e la medesima batteria dunque la vera differenza la fanno i piloti, i cui ingaggi sono però ancora molto distanti da quelli dei loro colleghi di Formula 1. Guadagnano infatti dai 200mila al milione di euro a stagione. Una policy che contribuisce a rendere comunque la Formula E una piattaforma sostenibile e sana anche dal punto di vista economico. Certamente a questi numeri vanno aggiunti quelli legati ai premi per i risultati raggiunti, sui quali però al momento non ci sono comunicazioni o stime ufficiali.
A poche ore dalla gara Renato Bisignani – direttore della comunicazione per la Formula E – ci ha confermato che il legame con Roma proseguirà nei prossimi 5 anni, indicando che la Formula E dovrebbe portare alla Capitale fra i 50 e i 60 milioni di Euro nel prossimo triennio. Una stima che include tutto l’indotto, la ricaduta sul territorio per le attività alberghiere e commerciali.
L’intero campionato di Formula E è accreditato di un giro d’affari che supera i 100 milioni di fatturato. E nei primi mesi del 2018 sono in crescita del 30% rispetto agli stessi mesi del 2017. Se non fosse per i grandi investimenti in comunicazione e marketing dopo 4 anni sarebbe già al break even. In effetti il Campionato di Formula E si basa su un business model molto variegato: nel caso di tappe come quella di Roma l’organizzazione si fa carico di tutti i costi – aggiratisi intorno ai 10 milioni di euro – però al contempo gestisce direttamente la biglietteria e tutte le sponsorship nazionali ed internazionali. Nel caso di tappe come quella di Zurigo o Hong Kong sono stati ceduti i diritti commerciali ma anche i costi organizzativi con l’obbligo di rispettare alcune fondamentali linee guida FIA. Nel caso di Santiago del Cile, che ha minori occasioni di una tale visibilità, sono addirittura intervenuti enti pubblici e privati con cospicui contributi.
Sono molti anche i partner blasonati che hanno scommesso sulla Formula E. Il brand Hugo Boss veste il management, i dipendenti ed i volontari del circuito 2017-18 sin dalla prima tappa ad Hong Kong, BMW ha già confermato la sua partnership ufficiale con i veicoli Fia Formula E fino al 2021. E molti altri marchi, a partire da Tag Heuer, hanno amplificato la risonanza della kermesse capitolina con iniziative ed eventi collaterali. Direttamente da uno di questi è giunto un annuncio importante che conferma la direzione del ‘sustainable luxury’ anche per il mondo dell’automotive: Mahindra & Mahindra, per i 90 anni del marchio Pininfarina lancerà nel 2020 la prima hypercar completamente elettrica sotto il brand Automobili Pininfarina. A luglio il primo prototipo: sarà una supercar che andrà da 0 a 300 km/h in meno di 12 secondi, un’edizione limitata a 90 esemplari. Costo: circa 2 milioni di euro. Per pochissimi appassionati sempre più consapevoli e attenti all’ambiente.
D’altro canto l’obiettivo del mondiale di Formula E – come ha ribadito Bisignani – è proprio quello di promuovere la mobilità alternativa e di sensibilizzare le nuove generazioni alla sostenibilità: “Ci appassiona far capire quanto cool, divertenti ed emozionanti siano da guidare le vetture elettriche. Sono molto più veloci, hanno coppia motrice molto spinta quindi sono super scattanti e performanti”.
Ecco così che da campionato visionario la Formula E diviene un doppio sogno realizzato per Jean Todt, presidente della FIA: ‘Vogliamo anticipare ciò che le corse saranno non in 2 ma in 20 anni, in altre parole la Formula E rappresenta il futuro delle corse automobilistiche”.
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