Forza, innovazione, sicurezza, investimenti e senso di appartenenza. Sono questi i fattori su cui si fonda l’attività e il successo di R1 Group, digital partner con sedi a Roma, Milano, Napoli e Perugia che lavora con le più importanti aziende del settore pubblico e privato. Da quasi 27 anni accompagna le società nel loro processo di digital transformation, attraverso l’offerta delle migliori soluzioni e tecnologie presenti sul mercato. La crescita esponenziale, registrata anno dopo anno, è continuata anche durante il lockdown imposto a causa del Covid-19. “Abbiamo avuto veramente tanto da fare”, rivela il presidente Giancarlo Stoppaccioli. “Sono stati sei mesi intensi, abbiamo lavorato molto per aiutare le aziende a dotarsi di tecnologie e progetti necessari a gestire il business, anche in un momento storico così complesso e delicato”.
L’esempio di R1 Group, che ha chiuso il primo semestre con un incremento delle vendite del 35% rispetto allo stesso periodo del 2019, dimostra ancora una volta quanto sia centrale l’innovazione digitale. “In piena emergenza sanitaria, il nostro compito è stato quello di aiutare le aziende a consentire lo smart working dei lavoratori. Ci siamo occupati di postazioni, di consolidamento delle infrastrutture, di sicurezza informatica e anche di noleggi operativi”. Va sottolineato che R1 Group con i primi 500 clienti realizza il 98% del suo fatturato: “Sono il nostro network principale. Ci occupiamo di tutte le loro esigenze: dall’office automation allo sviluppo applicativo, dalla cybersecurity al digital marketing passando per l’infrastruttura informatica. È così che abbiamo reso possibile a tutti i nostri clienti di continuare a comunicare e a lavorare quando lo smart working si è improvvisamente diffuso, e molte realtà non erano ancora pronte”.
È la dura realtà dell’era Covid-19: “Le aziende che non si evolveranno tecnologicamente saranno destinate a scomparire, anche se hanno le migliori soluzioni da offrire al mercato” dice Stoppaccioli. Ma è opportuno precisare un aspetto: “Non si parla solo di smart working. Cambiare il proprio modo di vivere e di fare business, significa ridurre gli spostamenti, connettersi in maniera più economica e semplice e, addirittura, lavorare in modo più sicuro”. Per esempio? “Attraverso il monitoraggio remoto delle infrastrutture, abbiamo potuto garantire ai nostri clienti maggiore produttività degli utenti aziendali ed elevati standard di servizio in completa sicurezza”.
Ovviamente, per essere al passo con le innovazioni tech e per diventare un punto di riferimento del mercato, uno dei fattori fondamentali è investire in ricerca e sviluppo. E R1 Group lo sa bene. “Investiamo ogni anno circa il 30% degli utili in questa divisione. È necessario per migliorare anche il livello di certificazione dei nostri tecnici. È un aspetto fondamentale della nostra attività, considerato che a ognuno di quei 500 grandi clienti affidiamo un technical account manager (Tam), un professionista che aiuta a realizzare i più complessi progetti di tecnologia e a consolidare la reputazione dell’azienda”.
Se la tensione a innovare è un dogma all’interno di R1 Group, la crescita rappresenta una vera e propria costante. Da sempre il gruppo ha regolarmente registrato un incremento a doppia cifra del proprio business e, se nel 2019 ha fatto segnare un +10,5% dei ricavi e +50% degli utili, nel 2020 potrebbe mettere a segno un nuovo record. “Quest’anno potremmo registrare un’ulteriore e importante crescita visto l’andamento del primo semestre, proprio per questo siamo molto concentrati ed esaltati per la sfida”, anticipa Stoppaccioli.
Inoltre, qualora i numeri non bastassero a dimostrare la solidità economica dell’azienda, per il 27esimo anno consecutivo il consiglio di amministrazione ha deciso di reinvestire gli utili nell’aumento del capitale sociale delle società del gruppo. “Per una realtà come la nostra, è fondamentale poter essere autonomi in una situazione di shock economico e di emergenza sanitaria”. E proprio su questo aspetto, Stoppaccioli puntualizza: “Non abbiamo fatto ricorso agli strumenti finanziari messi a disposizione dal governo e non abbiamo richiesto ammortizzatori sociali per fare in modo che fossero disponibili per le aziende in difficoltà. È stato il nostro modo di contrastare il liquidity crunch. Il nostro è un business sano, abbiamo ricevuto due stelle plus per il rating di legalità, che è l’indicatore sintetico del rispetto di elevati standard di legalità rilasciato dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato e che riconosce il grado di attenzione riposto nella corretta gestione del proprio business”.
Se da una parte l’obiettivo di R1 Group è di continuare a crescere, dall’altra la quotazione in Borsa, nonostante il suo fascino, non sembra ancora tra gli obiettivi del gruppo. “Una società quando decide di fare questo passo lo fa perché cerca investitori, perché vuole ampliare il suo business all’estero o perché intende finanziare i propri progetti. Per ora non cerchiamo acquisizioni e non apriremo a breve sedi all’estero. Ci stiamo internazionalizzando grazie ai nostri stessi clienti, seguendo il loro business sui mercati stranieri. Finché riusciamo a crescere da soli continueremo così. Poi, mai dire mai”.
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