Intervista doppia ad Alessio e Salvatore Cicco, titolari dell’azienda di Pasquale Sasso
A Gangi, già borgo più bello d’Italia, sulle Alte Madonie uniche vere montagne di Sicilia, oltre all’Etna, dove i piccoli produttori si battono per la sopravvivenza e la custodia del territorio, valorizzando itinerari turistici, culturali ed enogastronomici, tutelando, tra l’altro, tradizioni e pratiche di lavorazione dei vini di alta montagna, da qualche anno un’interessante e innovativa azienda vinicola – già presente nella classifica delle 100 Eccellenze Italiane 2020 di Forbes – sta facendo parlare di sé: Tenuta San Giaime.
Sostenibilità, innovazione e voglia di fare rete con gli altri attori pubblici e privati del territorio, sono le parole d’ordine che guidano il loro successo. Di questo e non solo, ne parlo con Alessio e Salvatore Cicco.
Nei giorni appena precedenti allo scoppio della pandemia da Covid-19, la Commissione Europea varava il suo piano strategico “Green New Deal” e, più recentemente, la stessa Commissione ha previsto che le risorse del Recovery Fund debbano essere investite in progetti rivolti all’incremento della sostenibilità. Sembra che il futuro delle imprese sia sempre più verde. Cosa significa “sostenibilità” per Tenuta San Giaime?
Significa non “rubare” nulla alla terra, ma assecondarla adattando i nostri ritmi di vita e di lavoro a essa, senza sperare di poter fare l’esatto contrario immaginando che questo non ci si ritorca mai contro. Questo è stato l’errore più grande dell’umanità nell’ultimo cinquantennio e abbiamo le prove del fatto che così non ci si può più comportare senza pregiudicare il benessere della nostra generazione e delle future. La totale autosufficienza idrica ed energetica, così come l’utilizzo di materiali integralmente riciclabili sono alcuni degli obiettivi ai quali stiamo da tempo puntando, già con ottimi risultati. Nel concreto il tetto fotovoltaico della nostra serra, soprattutto nei mesi più soleggiati (e in Sicilia sono tanti), ci consente completa autonomia energetica. Così come la raccolta dell’acqua piovana, che viene incanalata nel laghetto artificiale, ci consente l’autonomia idrica per la produzione orticola in serra e tutte le piante presenti nel parco della Tenuta. Da ultimo, ma non perché meno importante, tutti i nostri vigneti non hanno irrigazione di soccorso; in pratica grazie all’escursione termica giorno/notte e alla continua lavorazione del terreno le radici delle viti affondano in profondità per procurarsi l’acqua necessaria.
Un’altra sfida, soprattutto per le aziende agricole del sud, è scommettere sull’innovazione in tutte le sue sfaccettature: produttiva, commerciale e finanziaria. Tenuta San Giaime è stata tra le primissime aziende agricole in Italia a far ricorso al crowdfunding per finanziare una parte del proprio progetto imprenditoriale. Mi raccontate questa esperienza?
Il crowdfunding è stata un’idea eccezionale per coinvolgere le persone nel nostro progetto, per farci conoscere partendo dal risultato finale (il vino) per poi risalire a come e dove quel vino viene prodotto, lasciando che naturalmente chi ha partecipato si appassionasse a noi e ai nostri luoghi, venendo fisicamente a conoscerci e a scoprire paesaggi insoliti, buon vino, buon cibo e vero relax.
Tutto, infatti, è stato impostato in forma reward-based, l’ingresso di nuovi capitali verrà gestito in un secondo step. Inoltre crediamo che l’innovazione, insieme alla sostenibilità, generino valore economico e non solo. Tenuta San Giaime è impegnata a introdurre nei suoi processi produttivi moderni sistemi di Agricoltura 4.0, oltre a sistemi di marketing e vendita digitale che permettono di aumentare e presidiare il contatto con i clienti per la percezione del nostro brand e che ci permette di assicurare, in tempi brevi, le consegne in tutto il mondo.
Tenuta San Giaime si è fatta promotrice del progetto “Adotta un filare”; di cosa si tratta?
Adottare un filare di vigna significa conoscere la cultura del vino, vivere un’esperienza unica, sentendosi agricoltori e cantinieri senza l’onere economico e gestionale che altrimenti ciò comporterebbe. Per ricevere e gustare le bottiglie di vino del proprio filare, superando il concetto di Km Zero e giungendo al massimo livello di tracciabilità del prodotto e di autenticità della sua provenienza o per avere un vino unico: il tuo. L’adozione comprende, oltre l’attestato e la targa nominativa sul filare, 6 bottiglie di vino che provengono della vigna del filare adottato, in più 6 bottiglie di altri vini prodotti dall’azienda per ogni vendemmia e per tutta la durata dell’adozione; personalizzazione, su richiesta, dell’etichetta del vino con il proprio nome e/o altro da convenire; possibilità di visitare sempre il vigneto e la cantina, con degustazione dei vini accompagnati da prodotti tipici delle Madonie;
Nel futuro di Tenuta San Giaime c’è sicuramente il potenziamento dell’offerta enoturistica; cosa bolle nella vostra pentola?
Uno degli obiettivi del prossimo piano triennale sarà quello di permettere ai nostri amici, clienti e turisti, che da ogni parte del mondo vengono a scoprire le Alte Madonie, di poter soggiornare nel nostro piccolo wine-resort, all’insegna del confort perfettamente integrato nel paesaggio naturale circostante, per godere al meglio dei nostri luoghi, del buon cibo ed ovviamente del buon vino. Per far ciò sarà necessario aumentare la capacità di comunicare la diversità dell’offerta territoriale in relazione alla sua unicità, costruendo una rete di aziende del territorio per sfruttare sinergie logistiche, produttive e commerciali. In tal senso, Tenuta San Giaime si pone l’obiettivo di rappresentare una delle forze trainanti della rete di aziende del territorio.
Per altri contenuti iscriviti alla newsletter di Forbes.it CLICCANDO QUI .
Forbes.it è anche su WhatsApp: puoi iscriverti al canale CLICCANDO QUI .