Da tempo si sa che una vita sedentaria non conduce a un’ottima forma fisica. Per esempio, un’eccessiva sedentarietà è stata associata a un aumento del 112% del rischio di diabete. Ma i danni vanno anche oltre: infatti un nuovo studio ha dimostrato che stare seduti per troppo tempo danneggia anche il cervello, e in particolare la memoria. I ricercatori dell’Università della California a Los Angeles (UCLA) hanno osservato che chi trascorreva molto tempo seduto (da 3 a 7 ore in media), aveva il lobo temporale mediale più sottile. Inoltre, la diminuzione del suo spessore era proporzionale al tempo trascorso seduto.
Questa zona del cervello ha un ruolo importante nella formazione di nuovi ricordi e il suo deterioramento implica un alto rischio di sviluppo di malattie mentali, come l’Alzheimer.
Anche se l’assottigliamento del lobo temporale mediale è inevitabile con il trascorrere degli anni, secondo questa ricerca è maggiore tra chi conduce una vita sedentaria. In altre parole, più si sta seduti alla scrivania, più in fretta si invecchia. Ma la maggior parte delle persone non può fare a meno della sedia al lavoro. Quindi come si fa a conciliare vita professionale e salute?
Una soluzione è interrompere regolarmente i periodi passati seduti con brevi camminate. Un team di scienziati guidato da Srinivasan Beddhu ha scoperto che camminare appena due minuti ogni ora è associabile con una diminuzione del 33% del rischio di morte precoce. Altrimenti può essere benefico lavorare in piedi usando uno standing desk, ossia una scrivania regolabile ed ergonomica, una pratica da anni già molto in voga nella Silicon Valley.
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