Nel 2018 le esportazioni di vino italiano supereranno la soglia dei 22 milioni di ettolitri. Di queste circa 4 milioni di ettolitri provengono da aziende storiche ancora di proprietà di famiglie nobili. Lo si evince da una analisi elaborata da Assocastelli, l’associazione dei gestori e proprietari di dimore e tenute storiche italiane (tra le quali molte aziende vinicole).
La clientela internazionale high level è sempre più esigente e predilige vini prodotti in cantine e tenute che appartengono a famiglie importanti e che vantano quindi una storia e una tradizione. Questo è percepito come sinonimo di alta qualità. Sul podio dei vini maggiormente esportati figurano i vini piemontesi e quelli toscani: Barolo, Barbaresco, Chianti, Brunello di Montalcino, Amarone, Pinot Grigio e Prosecco.
In Piemonte, terra di produzione, molto apprezzato il barolo prodotto dall’azienda Monfalletto di proprietà della famiglia Cordero di Montezemolo dal 1340. Si trova a La Morra vicino Cuneo.
Sempre in Piemonte sono attivi anche i marchesi Cisa Asinari di Gresy con la loro tenuta Martinenga a Barbaresco. L’azienda si estende su una superficie di 45 ettari tra le colline delle Langhe e del Monferrato. E’ stata fondata alla fine del ‘700 come azienda agricola e le produzioni vinicole risalgono, invece, agli anni ’70. L’attività è portata avanti dal marchese Alberto, 65 anni, coadiuvato dai figli Alessandro e Ludovica. La produzione annua raggiunge le 200 mila bottiglie. All’interno della proprietà Cascina Martinenga vengono organizzate delle degustazioni.
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Ad Acqui Terme, la villa che fu dei conti Ottolenghi Wedekind, è circondata da 10 ettari di vigneti dove si producono ogni anno 60 mila bottiglie tra Barbera e Sauvignon.
In Toscana la famiglia dei marchesi Antinori è attiva nella produzione del vino sin dal ‘300. L’azienda Antinori è guidata dal marchese Piero e dispone di ben otto tenute.
Non manca la famiglia Frescobaldi di Firenze, con le sue molte aziende di produzione, Castello Nipozzano e Casatello Pomino, Tenuta Ammiraglia, Tenuta Castelgiocondo, Tenuta Castiglioni e Tenuta Perano.
Poi, ci sono i conti Capponi a Greve nel Chianti vicino Firenze. La famiglia, dal ‘500, possiede Villa Calcinaia, contornata da 220 ettari, di cui 30 coltivati a vignet,i dai quali viene prodotto il vino Chianti. L’azienda è guidata dal conte Sebastiano Capponi, 45 anni e ha una produzione annua di 100 mila bottiglie. Oltre alle degustazioni, l’azienda offre ospitalità nelle case coloniche e nel Palazzo Capponi alle Rovinate di Firenze.
In Sicilia è molto attiva la famiglia dei conti Tasca d’Almerita. La loro azienda ha sede a Palermo e in Sicilia produce vini in cinque differenti tenute: Regaleali, Capofaro, Tascante, Whitaker e Sallier de La Tour per complessivi seicento ettari.
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L’azienda è guidata dal conte Alberto Tasca d’Almerita e ha una produzione annua di circa 3,5 milioni di bottiglie con una quota di export che ha raggiunto il 65%. Il vino di punta è il Regaleali. L’azienda ha sviluppato anche l’attività di ospitalità con il proprio wine resort 5 stelle di Capofaro dove sono disponibili 27 suites.
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La tenuta dei baroni Nicolosi di Villa Grande sull’Etna è a 600 metri di altitudine. E’ attiva dal ‘700 e si trova a Milo, vicino a Catania. Si estende per 20 ettari e la produzione è di circa 80 mila bottiglie all’Anno. E’ di proprietà del barone Marco Nicolosi di Villa Grande, 35 anni. Organizza degustazioni e rende disponibile un resort per gli ospiti.
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In Puglia c’è la tenuta del duchi Guarini a Scorrano vicino Lecce. Si estende per 700 ettari, di cui 70 coltivati a vigneto, dove si producono 250 mila bottiglie all’anno. Il fiore all’occhiello della produzione è rappresentato dal Primitivo “Boemondo”. L’azienda è guidata dal duca Giovan Battista Guarini, 60 anni, che rappresenta la 26esima generazione. Il palazzo dei duchi Guarini è aperto a ospitalità ed eventi.
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Nel Lazio c’è la Tenuta di Fiorano che si trova alle porte di Roma e si estende su una superficie di circa 200 ettari. Fu trasformata in azienda vinicola negli anni ’40 dal principe Alberico Boncompagni Ludovisi.
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Oggi è guidata dal nipote, il principe Alessandrojacopo Boncompagni Ludovisi. All’interno della proprietà si trova la Villa di Fiorano utilizzata per degustazioni ed eventi, e l’annessa chiesa di Santa Fresca. La produzione annua è di circa 30 mila bottiglie tra Fiorano Bianco e Fiorano Rosso.
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Sempre nel Lazio, a Colonna, c’è la famiglia dei principi Pallavicini, produttori dal 1670. Oggi è guidata da don Sigieri Diaz della Vittoria Pallavicini. Nella tenuta Marmorella hanno a disposizione 11 ettari e poi c’è il casale di Montetosto che si estende per 540 ettari.
Secondo il barone Ivan Drogo Inglese, gattopardo siciliano e presidente di Assocastelli “occorre ulteriormente promuovere queste pregevoli produzioni vinicole nei mercati internazionali, ma in modo maggiormente organizzato”.
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Assocastelli ha presentato il suo road show nazionale che prevede un programma di incontri nelle dimore storiche e nelle aziende vinicole annesse dove sarà possibile effettuare delle degustazioni e in taluni casi anche soggiornare. La prima tappa è prevista a Villa Ottolenghi Wedekind di Acqui Terme. Fu voluta da Herta Wedekind figlia di Paolo, socio in Italia del petroliere americano John Rockefeller.
Inoltre Assocastelli sta organizzando una presentazione per i vip americani presso il Core, il più esclusivo club di Manhattan fondato nel 2005. Qui i soci, tra i quali spiccano i nomi più influenti degli States, potranno conoscere e degustare la qualità dei vini nobili italiani.
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