Investments

Una giovane donna ai vertici del più grande hedge fund del mondo

Una immagine del servizio tratto dal numero di Forbes Magazine del 30 novembre 2018 dedicato a Karen Karniol-Tambour.

di Nathan Vardi per Forbes.com

Lo scorso agosto, Karen Karniol-Tambour aveva avvertito che il mercato azionario degli Stati Uniti aveva ricevuto un’elevata valutazione (basata su ottimistiche aspettative in tema di futuri guadagni), rendendolo “vulnerabile” all sell-off che ha avuto luogo nel mese di ottobre. E se da un lato ha sottolineato l’importanza che nel lungo periodo gli investitori si rivolgessero con maggiore interesse ai mercati cinesi, non ha comunque scommesso sulla Cina nel breve termine. “È un buon momento per essere nervosi per gli asset finanziari”, ha detto.

A differenza degli altri investitori, Karniol-Tambour può fare molto di più che torcersi le mani. In qualità di responsabile della ricerca sugli investimenti presso Bridgewater Associates, il più grande hedge fund del mondo con un patrimonio di 160 miliardi di dollari, dirige un team di 150 persone che svolgono operazioni che l’economista Paul Volcker ha descritto come “statistiche e analisi più rilevanti di quelle della Federal Reserve”. Seduta nel suo piccolo e spartano ufficio presso il quartier generale di Bridgewater a Westport, nel Connecticut, Karniol-Tambour disegna su un foglio di 11 per 17 e lo fa ondeggiare.

“L’unico pezzo di carta che ho sempre con me, il mio attuale elenco di progetti”, dice. Non è una sorpresa che non voglia condividere i 25 o più elementi della lista, ma almeno ne svela una piccola parte. Uno riguarda l’impatto globale sui mercati emergenti; un altro calcola alcune stime sull’inflazione. Mentre alcuni punti influenzeranno le attuali posizioni di investimento dell’azienda, altri sono finalizzati a sviluppare la sua elasticità in tema di investimenti a lungo termine. I progetti non saranno tutti portati a termine entro la fine dell’anno. “Il nostro obiettivo è raggiungere il 70% -75%, perché se si vuole ottenere il 100% probabilmente non si è abbastanza ambiziosi”, spiega. Questo commento fa capire molte cose sul tipo di ambizione che ha motivato Karniol-Tambour, diventata director nel 2017 all’età di soli 31 anni. Quella promozione l’ha resa una delle donne (e Millennial) con il più alto profilo di Wall Street. Oltre a supervisionare l’operato di un terzo dei professionisti di Bridgewater, Karniol-Tambour è una delle poche decine di persone a conoscenza dei passaggi più segreti del processo di investimento di Bridgewater.

Riferisce direttamente a Ray Dalio, il fondatore miliardario dell’azienda, nonché ai suoi altri due co-chief investment officer. “Karen ha una forte curiosità, impegno per la missione e capacità”, dice Dalio. “È come una spugna nell’apprendimento”. Stando a quanto ricorda la stessa Karniol-Tambour, che ha iniziato a frequentare Princeton a 17 anni, all’epoca non sapeva nemmeno cosa fosse un’azione. Nipote di sopravvissuti dell’Olocausto e figlia di due professori (sua madre in psicologia, suo padre in ingegneria aerospaziale), è nata in Israele e ha trascorso molto tempo nella città balneare di Netanya, con una parentesi di due anni negli Stati Uniti. Era molto brillante nel campo dell’informatica e della fisica, ma entrò nella scuola di Princeton, Woodrow Wilson, per studiare affari internazionali e pubblici, un interesse sviluppato dopo un campo estivo di “Seeds of Peace” che frequentò con alcuni giovani palestinesi quando aveva 14 anni. (Ora è membro del consiglio di amministrazione di Seeds e come Millennium Fellow fa parte dell’Atlantic Council). Una carriera nel settore finanziario? Nemmeno per sogno. “Avevo uno stereotipo delle persone che fanno pitch decks” (documento riassuntivo del modello di business di una startup), dice. “Pensavo che avrei fatto domanda per diventare un professoressa come i miei genitori”.

Ma a Princeton, Karniol-Tambour ha scoperto il lato più intrigante del mondo monetario grazie al suo senior advisor per la tesi Daniel Kahneman, psicologo israeliano-americano che ha vinto il premio Nobel per il suo fondamentale lavoro nell’economia comportamentale. Dopo la laurea nel 2006, ha accettato un lavoro alla Bridgewater, dove alcuni amici lavoravano già, immaginando che sarebbe rimasta solo due anni prima di tornare a scuola. Il primo incarico di Karniol-Tambour fu cercare di stabilire una connessione con Robert Prince, co-chief investment officer di lunga data alla Bridgewater. Che racconta di essere stato piacevolmente colpito dalla sua capacità di “fare il punto” su argomenti di cui sapeva ben poco. In maniera altrettanto rapida, Karniol-Tambour fu sorpresa dalla mente pulsante di Bridgewater e dalla velocità dei mercati. “Ho iniziato a confrontarmi con persone intellettuali che volevano davvero capire come funzionassero le cose”, dice. “L’impatto che ha esercitato su di me è stato fortissimo, ho adorato il fatto che, se avevi una buona idea, avevi anche la possibilità di provarla sfruttando le leggi di mercato”.

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Nel 2008, Dalio ha scelto l’allora 23enne Karniol-Tambour, insieme a un altro collega, per mettere a punto alcune riflessioni sulla crisi finanziaria. Nello stesso periodo, è stata etichettata come “generatore di idee” in grado di sviluppare la propria ricerca, rappresentando di fatto la persona più giovane ad assumere simile responsabilità a Bridgewater. Il suo lavoro sui premi di rischio e sui tassi di sconto ha contribuito alla nascita dell’hedge fund Optimal Portfolio di Bridgewater, lanciato nel 2015, che gestisce 23 miliardi di dollari. Prince ha detto a Karniol-Tambour che si aspetta che lei lo sostituisca un giorno. “Ed è solo l’inizio per lei” dice. “È molto intelligente, ha grandi valori e una personalità coinvolgente. Metti insieme queste tre cose e diventi unico”.

Una carriera nel settore finanziario? Nemmeno per sogno. “Pensavo che avrei fatto domanda per diventare un professoressa come i miei genitori”.

Anche Dalio loda l’abilità di Karniol-Tambour “di lavorare bene con gli altri”, abilità sorprendente considerando la cultura aziendale di Bridgewater. Dalio ha costruito l’azienda intorno ai suoi “princìpi”, che promuovono una trasparenza radicale e l’incoraggiamento dei disaccordi quale modo migliore per garantire un buon processo decisionale. Questo approccio, applicato a un esercito di intelligenti, ambiziosi e ben retribuiti dipendenti, crea un posto di lavoro molto competitivo. “Di fronte a una cultura brutalmente onesta, Karen agisce con gentilezza”, spiega un ex collega di Bridgewater. “Quello che la rende così speciale è che le sue motivazioni sono pure, e si preoccupa per gli altri e per l’azienda”. Karniol-Tambour, da parte sua, inquadra il metodo Bridgewater come uno scontro di idee, non di ego. “Ho avuto richieste del tipo ‘Devi chiamare Ray alle 10 di sera e dirgli che il suo pezzo non ha senso per te”, racconta. “Devi valutare la diversità di pensiero”.

Bridgewater è attiva in 150 mercati in tutto il mondo e con una grande varietà di asset, incluso l’azionario. Ma è meglio conosciuta per il trading e per fare leva sui titoli di stato in mercati molto liquidi, così come con le valute in cui sono denominate tali obbligazioni, oltre alle negoziazioni di materie prime. Non è una pura società di trading quantitativa; cerca segnali economici, analizza i fondamentali e trasforma quella ricerca in algoritmi di trading. Questo approccio ha prodotto risultati contrastanti di recente. Il principale hedge fund di Bridgewater, Pure Alpha, ha trainato in modo significativo il mercato azionario statunitense nel 2017, nonostante abbia generato un rendimento annualizzato dell’11,7% dal 1991. Alla fine di ottobre, Pure Alpha ha guadagnato circa il 6%, battendo Standard & Poor’s 500.

Come altri a Bridgewater, Karniol-Tambour tende a parlare (e a pensare) in maniera tridimensionale. Disegna un cubo su una lavagna, l’unica cosa appesa al muro del suo ufficio che si affaccia sul fiume Saugatuck. Il cubo, dice, rappresenta tutta la conoscenza che Bridgewater ha accumulato nei suoi 43 anni di storia: la conoscenza che esiste sui suoi server. Le coordinate all’interno del cubo, dice, rappresentano i punti dove possono essere collocate diverse idee di investimento, inclusi asset, Paesi o concetti. Il suo compito è quello di arricchire il cubo con dati e conoscenze. Ogni sei mesi, i professionisti degli investimenti di Bridgewater organizzano una sessione di brainstorming per identificare e dare priorità ai loro prossimi argomenti di ricerca. È una sorta di processo democratico. Votano sugli argomenti, ma i voti delle persone più anziane contano di più. Karniol-Tambour tende a selezionare la lista che ospita ogni progetto con le persone giuste, finché non esaurisce gli analisti da coinvolgere.

Una grande area di attenzione oggi è rivolta alla Cina. Karniol-Tambour ritiene che in generale l’Asia, e in particolare la Cina, dovrebbero svolgere in futuro un ruolo più importante nei portafogli di investimento. La Cina sta aprendo i suoi mercati azionari e obbligazionari onshore agli investitori stranieri e, date le dimensioni e l’importanza della sua economia, la maggior parte degli investitori globali continua a sottovalutare la sua potenza, afferma. E ad aggiungere valore al particolare appeal della Cina in questo momento, osserva, è il fatto che rappresenta l’unico mercato significativo in cui una banca centrale sta allentando la politica monetaria. Ma il mercato azionario cinese è stato debole quest’anno. Inoltre, il rallentamento della crescita economica cinese e la presenza di entità di proprietà statale complicano gli investimenti. Così a breve termine, lei non sta mettendo in atto una politica rialzista sui titoli cinesi.

Oltre la Cina, gran parte del focus di ricerca di Bridgewater è internazionale. Karniol-Tambour ritiene che le prospettive di una guerra commerciale globale a tutto campo siano diminuite grazie agli accordi commerciali con Canada e Messico negli Stati Uniti. Sottolinea come i mercati obbligazionari dei Paesi più piccoli siano oggi più liquidi di quanto non lo fossero cinque anni fa, rendendo il mercato obbligazionario brasiliano, ad esempio, più attraente. Un progetto di ricerca dell’azienda si rivolge ad esempio ai grandi attori dei mercati sviluppati che hanno recentemente accumulato grandi partecipazioni nelle piazze emergenti e analizza i fattori che potrebbero indurli a comprare o vendere. Anche quando valuta i mercati esteri, Karniol-Tambour tiene un occhio fisso sugli Stati Uniti. È l’epicentro di una grande mossa delle banche centrali per iniziare a rimuovere la liquidità che hanno pompato nelle loro economie per un decennio, dice. Questo inasprimento si ripercuote sulle risorse globali, colpendo le aree più sensibili, inclusi luoghi al di fuori degli Stati Uniti come la Turchia, dove le banche fanno affidamento sui dollari statunitensi.

E per quanto riguarda le prospettive negli Stati Uniti? Karniol-Tambour si aspetta che lo stimolo fiscale, all’indomani dei tagli operati da Trump, svanisca mentre continua l’inasprimento della politica monetaria. Ad agosto, ha avvertito i clienti di Bridgewater che gli asset degli Stati Uniti (in particolare le azioni), avendo avuto una ripresa più rapida dalla crisi finanziaria rispetto ad altri Paesi, avevano ricevuto un’elevata valutazione, risultando quindi vulnerabili. Quella vulnerabilità, osserva, si è vista soprattutto nelle vendite azionarie di ottobre. “Sarebbe inesatto presumere che gli Stati Uniti continueranno a sovraperformare per molti anni-decenni”, afferma Karniol-Tambour. “I tassi di interesse europei non dovrebbero colpire i livelli statunitensi nei prossimi 10/15 anni. Si suppone che le azioni a stelle e strisce continueranno ad avere una redditività superiore nei prossimi 10/15 anni. E penso che una situazione del genere possa dare il via libera a scenari di forte vulnerabilità”. In questo quadro, gli effetti dei tagli alle imposte potrebbero avere un grande impatto. “Esiste un rischio nei mercati finanziari a causa di questo passaggio da un contesto di allentamento a uno di inasprimento”, conclude.

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