Lifestyle

Il coast-to-coast dei grandi vini italiani

Le tenute di Masciarelli. (Courtesy masciarelli.it)

Articolo apparso sul numero di gennaio 2019 di Forbes Italia.
Di Marco Castori

E se alla prima occasione importante portaste in tavola nove vini italiani di straordinario carattere che hanno appena concluso un prestigioso roadshow in America? Un viaggio iniziato a Los Angeles, che attraversando il Tennessee li ha portati sotto il sole della Florida e immersi nel brusio notturno di Miami per poi continuare al Metropolitan Museum di New York, nelle sale di produzione dello show televisivo più seguito negli Usa, fino a Los Angeles, da dove era partito. The Amazing Italian Wine Journey, creato da Le Baccanti Tours e Filippo Bartolotta, giornalista esperto di vino, è soprattutto un racconto sui prodotti e sui territori del Bel Paese al pubblico d’Oltreoceano. Eccolo in esclusiva per Forbes.

Bellavista, Brut La Scala 2011, Lombardia
In una terra antica a sud del Lago di Iseo, tra palazzi rinascimentali e ville rococò, si coltivano le vigne di Franciacorta Docg. Da queste uve, prevalentemente Chardonnay e Pinot Nero, nasce il più famoso spumante italiano. Bellavista è una delle storiche aziende che hanno contribuito a perfezionale il dna di questo raffinatissimo vino e tra i pochi produttori al mondo che ancora vinificano nelle piccole botti, aggiungendo così alle note pompelmo e lime un tratto di nocciole tostate e un palato più cremoso e persistente.

Tasca D’Almerita, Grillo Mozia 2017, Sicilia

Alberto Tasca d’Almerita

La storia di Tasca D’Almerita è quella di una famiglia che da otto generazioni ha scelto di dedicarsi a produrre vino di qualità in Sicilia. Tutto inizia nel 1830 con l’acquisto di Regaleali. Oggi la ricerca prosegue con Alberto Tasca nelle tenute storiche e nelle nuove tenute sull’Etna, a Salina e sull’isola di Mozia, i cui vigneti sono stati affidati alle cure della famiglia dalla Fondazione Whitaker. Su questo isolotto abitato già dai fenici nel VIII sec. a.C., al centro della laguna dello Stagnone, davanti a Marsala, si trovano sette ettari di vigneto circondati dal mare. Il vino cui danno vita, il Grillo è pieno di profumi di arance e limoni, di ginestra ed erbe mediterranee e con un palato estremamente “croccante” e piacevolmente rinfrescante.

Masciarelli, Trebbiano d’Abruzzo doc Riserva Marina Cvetic 2016, Abruzzo
Masciarelli non è soltanto una delle aziende che hanno fatto conoscere l’Abruzzo nel mondo, ma è soprattutto una delle più importanti aziende vinicole italiane. Marina Cvetic Masciarelli e la figlia Miriam Lee Masciarelli continuano il sogno di Gianni, fondatore dell’azienda, a San Martino sulla Marrucina vicino Chieti. I vini riflettono il carattere dolce e aspro del territorio abruzzese dove i vigneti degradano dalle montagne al mare permettendo così all’uva di godere di straordinarie escursioni di temperatura che ne aumentano i profumi e i tratti minerali, come nel caso di questo Trebbiano che unisce al suo profilo sapido, con un accenno di intrigante polvere da sparo, un sapore dolce di mele e zafferano.

San Simone, Friulano doc 2016, Friuli Venezia Giulia

San Simone, Porcia (Pordenone)

Chiara, Anna e Antonio Brisotto sono riusciti a valorizzare un progetto vitivinicolo iniziato quattro generazioni fa. Siamo a tre quarti d’ora di strada da Venezia, nella zona più occidentale del doc Friuli Grave, tra Prata e Porcia. Qui, grazie anche al lavoro del bisnonno vignaiolo, le varietà locali come il Refosco ed il Friulano danno i risultati più interessanti. Di questo emergono i tratti di note floreali che ricordano il gelsomino, lo zucchero filato ed un intenso profumo di mandorla. La vinificazione a contatto con le sue fecce fini dona un tocco di oleosità e di piacevole persistenza gustativa.

Cecchi, Chianti Classico Riserva di Famiglia 2014, Toscana

Cecchi, Castellina in Chianti (Siena)

La famiglia Cecchi investe nella zona di Castellina in Chianti, cuore del Chianti Classico, dagli inizi dell’800 e non sembra aver voglia di fermarsi, anzi! Riserva di Famiglia è il vino che nasce dai vigneti adiacenti la residenza storica ed è quello che forse più rappresenta il legame tra la famiglia e il Chianti Classico dove si produce vino da 2500 anni. Questo 2014 è una Riserva dai profumi di ciliegia, cuoio e viola mammola con un finale sapido e una nota di liquirizia. È un vino dal tannino risolto con precisione che riesce a coniugare aspetti di grande espressività del frutto del Sangiovese a un potenziale d’invecchiamento superiore alle aspettative.

Le Ripi, Brunello di Montalcino Lupi e Sirene 2014, Toscana

Le Ripi, Montalcino (Siena)

La curiosità porta alla cultura, che porta alla sensibilità, che porta all’entusiasmo, che porta alla magia, che porta all’amore universale. E poiché tutti possono sentire la magia, la curiosità è un dono universale. Sono le parole di Francesco Illy, ispirato dal suo progetto a Montalcino. La personalità di questo produttore non stenta ad emergere in questo Brunello affinato per 36 mesi in grandi botti di rovere ed altri 24 mesi tra cemento e bottiglia: profumi di erbe mediterranee si legano a delle inebrianti note balsamiche che lasciano spazio alla ciliegia marasca, alla rosa essiccata su un palato teso e vibrante.

Petra, Petra 2012, Toscana

Petra, Suvereto (Livorno)

Siamo a Suvereto nel sudovest della costa toscana tra le colline metallifere da cui si scorge bene la silhouette dell’Isola d’Elba. Sono questi i due parametri che rendono meglio l’idea della forza minerale di questo vino e dalla sua straordinaria generosità nel frutto. Un assemblaggio classico, 70% Cabernet Sauvignon e 30% Merlot, come nella migliore tradizione dei grandi Super Tuscan che si articola con la struttura del primo e la morbidezza del secondo. Un vino che unisce importanza e straordinaria personalità, proprio come la cantina visionaria voluta dal proprietario Vittorio Moretti e disegnata da Mario Botta.

Tedeschi, Amarone Monte Olmi 2014, Veneto

Monte Olmi, Pedemonte di Valpolicella (Verona)

Potenza, eleganza e personalità sono le parole chiave di questo Amarone della Famiglia Tedeschi che può vantare di avere un’azienda fondata nel 1630. Dalle vigne storiche della Valpolicella Classica, l’Amarone Monte Olmi, previene da una parcella singola di queste colline straordinarie. Infatti Monte Olmi è il primo crù – vigneto singolo – che compare nella denominazione. Ma l’attenzione che viene prestata a livello agronomico deve essere seguita da una necessaria tecnologia di appassimento in cantina. Le uve di Corvina, Molinara e Rondinella che compongono l’Amarone devono infatti appassire sui graticci per 100 giorni prima di essere pressate e vinificate. Il risultato è un concentrato di note anice stellato, cannella e confettura di prugne che si mescola ad un lato marcato di foglia di tabacco, genziana e muschio su un palato dolcissimo e di grande intensità.

Fabiana, Negroamaro Kalema 2016, Puglia

Fabiana, San Giorgio Ionico (Taranto)

Immaginate un vigneto verde vivo su un suolo rosso ferroso che conferisce intensità e carattere ai vini. Sentite la brezza marina che aggiunge un tratto iodato e il calore del sole che rende il fruttato piacevolmente maturo. Siamo nel Salento, nella terra dei due mari: lo Jonio e l’Adriatico. Fabiana e Michele Barulli gestiscono 44 ettari di vitigni autoctoni pugliesi che da tre generazioni vengono coltivati con attenzione maniacale. Tra questi spicca il Negroamaro Kalema che in quest’annata mostra tratti molto evidenti di prugna matura, di mora e cacao. In bocca è dolce senza essere stucchevole, con un tannino vellutato ed un finale di spezie orientali.

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