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Dream team: la squadra in rosa che guida eBay in Italia

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(Courtesy eBay)

Articolo apparso sul numero di marzo 2019 di Forbes Italia. Abbonati

Non ha certo bisogno di presentazioni: conosciuto come uno dei più grandi mercati online a livello globale, eBay connette da 24 anni milioni di venditori e acquirenti di tutto il mondo. Con un’offerta di prodotti che spazia dall’elettronica al tempo libero, al giardinaggio, la sua community online riunisce circa 179 milioni di compratori attivi e dispone di una copertura geografica su oltre 190 Paesi. 

Ma oltre al suo modello di business peculiare – a differenza di altri player del settore non vende nulla direttamente e ha il solo scopo di mettere in contatto venditori e acquirenti -, eBay si distingue per l’impegno profuso nel rafforzare la presenza femminile all’interno del suo management. Basti pensare che nel 2011 ha lanciato il Women’s Initiative Network (Win), progetto che ha l’obiettivo di attrarre e coinvolgere sempre più donne all’interno dell’azienda, permettendo loro di raggiungere posizioni apicali. I primi risultati non hanno tardato ad arrivare, portando la società a raddoppiare nel corso degli anni la presenza femminile ai vertici. Più in generale il marketplace ha dimostrato di saper promuovere con successo il management femminile: secondo l’ultimo Diversity&Inclusion report pubblicato da eBay, all’interno dell’azienda il 40% dei lavoratori è rappresentato da donne, a livello globale.

La filiale italiana, che è nata nel 2001 e rappresenta uno dei maggiori mercati europei, con oltre 35mila venditori, non fa eccezione: vanta una squadra agguerrita, e molto competente, di manager che hanno contribuito in maniera significativa alla crescita del gruppo. 

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Susana Voces (Courtesy eBay)

Come Susana Voces, general manager di eBay in Italia e Spagna, in azienda dal 2007: ha iniziato la propria esperienza nella gestione delle vendite e del business development di PayPal per la Spagna e il Portogallo, e tra il 2013 e il 2014 è diventata direttore commerciale di eBay in Spagna e nella regione Europa, Medio Oriente, Africa. Nel 2015, assume la carica di general manager del gruppo in Spagna e due anni dopo, nel 2017, ottiene un ruolo analogo per Italia. Susana ha una formazione scientifica: “Amo da sempre i numeri, ho studiato ingegneria e management iniziando ad appassionarmi di nuove tecnologie e commercio online”, spiega Voces a Forbes.it. Oggi occupa una posizione che la pone tra le donne leader del mondo tech in Europa, tanto da essere stata nominata tra le Inspiring fifty italiane, la classifica delle 50 donne che grazie al loro esempio possono stimolare altre donne a intraprendere una carriera nel digitale. 

Nella squadra in rosa c’è anche Federica Ronchi, head of vertical hard goods in Italia, Francia e Spagna, che ha fatto il suo ingresso nella compagnia nel 2018 ma vanta un’esperienza decennale nel mondo del retail e dell’e-commerce. La sua carriera inizia in Esprinet, distributore leader in Italia e Spagna nella vendita all’ingrosso di prodotti tecnologici, per poi virare nel 2005 verso Monclick, società di e-commerce specializzata in prodotti tech. “Difficile riassumere gli aspetti che più apprezzo del mio lavoro: direi che mi piace molto poter analizzare i principali trend e l’andamento del mercato, e delineare il posizionamento strategico di eBay nel comparto tech”, racconta la manager. Donne che hanno ben presenti i valori, e gli insegnamenti, che in questi anni lavorare per un colosso come eBay ha permesso loro di raccogliere: “I tre principi presenti da sempre nel mio bagaglio professionale sono sicuramente la costanza nel perseguire i miei obiettivi, l’importanza del lavoro di squadra, in quanto in un’azienda non si vince mai da soli (in eBay diversità e inclusione sono due assiomi fondamentali per la nostra cultura aziendale), e la predisposizione al sacrificio”, racconta Sara Cendaroni, head of trading in Italia, che si occupa di gestire le campagne retail e promozionali eBay, e nelle sue esperienze precedenti ha collaborato, tra gli altri, con Hewlett Packard e Mondadori. 

E se per Margot Olifson, C2C business manager in Italia e Spagna, uno degli aspetti più belli di vivere la grande azienda è “quello di non avere mai un giorno uguale all’altro”, per Barbara Bailini, seller manager di eBay per Italia e Spagna, impegnata nella gestione dei venditori professionali – con l’obiettivo di far crescere la loro attività sulla piattaforma eBay attraverso mirate azioni strategiche -, c’è spazio anche per sognare in grande, a beneficio del prossimo. “Un desiderio? Aprire un ristorante solidale o un’attività volta allo sviluppo della micro-imprenditorialità interculturale, ma in ogni caso qualcosa che affianchi la generazione di valore economico a quello sociale”. La solidarietà, del resto, è uno dei valori fondanti per l’azienda americana: vale la pena citare da un lato l’impegno a supporto delle comunità locali colpite da calamità naturali come L’Aquila, cui la società californiana ha dedicato una campagna di formazione coinvolgendo 35 aziende in percorsi di training ad hoc; dall’altro il costante impegno a favore di progetti di beneficienza (in Italia, oltre 650 associazioni hanno utilizzato eBay per aste solidali, per un totale di 10 milioni di euro di fondi raccolti negli ultimi 16 anni). 

Al temo stesso, come rivela Ilary Bottini, communications manager in Italia, con oltre dieci anni di esperienza nel settore, in eBay le gerarchie sono molto flat, i rapporti con i manager informali e la cultura aziendale è basata sul risultato, più che sulle ore passate in ufficio: “Una frase che mi è stata detta al mio arrivo in azienda e che riassume molto bene l’approccio del management all’americana: “the importance is not the effort’, but the outcome”. Che si potrebbe tradurre così: se l’obiettivo è la maratona e per correrla devi allenarti tre ore al giorno piuttosto che otto, quella è una valutazione tua, l’importante è il risultato finale.

Resta un dato: oggi vedere una donna al potere è ancora un fatto non scontato. La soluzione? “Necessitiamo di un cambiamento culturale che ci permetta di vedere una donna al comando come normale e non  come un ‘caso particolare’. Questo vale sia che si tratti di un’azienda, sia di politica. Vorrei che si smettesse di mettere l’accento sull’essere donna o uomo: ci aiuterebbe sicuramente a porre meno limiti”, dice Cendaroni. 

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