Innovation

Google entra nei videogiochi, ora tocca a Facebook e Snap

Sundar Pichai, CEO di Google, durante la presentazione di Stadia. (Credits Google)

Dai social network al cloud ai videogiochi. La nuova frontiera dello scontro commerciale tra i colossi tecnologici diventano i videogiocatori; tanto quelli che giocano quanto quelli che guardano gli altri giocare. Google ha ufficialmente annunciato Stadia, un servizio che permetterà, già da quest’anno, di giocare ai videogiochi su smartphone, TV e PC; basta una connessione a internet e, proprio come oggi accade con servizi come Netflix o Prime Video, il contenuto verrà trasmesso sul dispositivo. Nessun hardware, soltanto un pad, che include anche un tasto specifico per richiamare l’Assistente Google.

Con l’imminente chiusura di Google+, il social network che voleva sfidare Facebook e Twitter, l’azienda ha dovuto sin da subito dimostrare che Stadia non sarà un impegno a breve termine. Ha assunto prima Phil Harrison, veterano con esperienza managariale in Sony e in Microsoft, e poi Jade Raymond, che ricoprirà il ruolo di vicepresidente. Raymond guiderà un intero studio (Stadia Game and Entertainment) che si concentrerà su sviluppare giochi in esclusiva e per trasporre le produzioni di terze parti sulla tecnologia cloud.

“Il futuro dei videogiochi non è una scatola” per Google, ma l’azienda di Mountain View non è l’unico gigante della tecnologia ad averci scommesso. Facebook sta aggiornando la sua applicazione mobile per includere una scheda specificamente pensata per i contenuti videoludici. Oltre 700 milioni di utenti ogni mese giocano su Facebook e guardano almeno un minuto di video di streaming. Un pubblico molto ghiotto e che è già presente sul social network; Zuckerberg e soci non devono fare altro che direzionarlo, convogliando l’intera esperienza in un’area dedicata dove giocare o guardare le dirette dei popolari “streamer”. Mettendo così i bastoni tra le ruote sia a YouTube sia a Twitch, la piattaforma di streaming di proprietà di Amazon (che ci ha investito quasi un miliardo di dollari per comprarla).

Già oggi Facebook è una delle principali piattaforme da gioco, ma negli anni scorsi la società non ha mai lasciato intendere che vedesse tale settore come un ramo commerciale sul quale focalizzarsi. Il recente cambiamento dell’applicazione mobile, invece, rappresenta la mossa di Facebook contro gli altri giocatori in campo, scommettendo – come ha fatto in passato “rubando” le storie di Snapchat e inserendo in Facebook, WhatsApp e soprattutto Instagram – che il proprio marchio possa accelerare lo sviluppo del suo progetto, pur non essendo la prima arrivata.

Se l’inclusione di Amazon (tramite Twitch), Facebook e Google non bastasse a configurare una “nuova era” dell’industria videoludica, basterebbe pensare che anche Snap, proprietaria di Snapchat, intende concentrare l’attenzione sui videogiochi.

Nulla di ufficiale, per ora, ma Snap già ad aprile potrebbe confermare quanto si va dicendo da settimane: in Snapchat sarà disponibile un’area dedicata ai videogiochi. L’impegno sarà ampio e si parla di una vera e propria piattaforma per videogiochi mobile sulla falsa riga, in proporzione, di quanto su iOS e Android con l’App Store e il Play Store; un’iniziativa più vicina agli Instant Games di Messenger, che permettono a chi sta conversando via chat di iniziare una partita a giochi molto semplici. Ci saranno anche giochi in realtà aumentata, la stessa tecnologia che ha fatto la fortuna di Pokémon Go: reale e virtuale si uniscono in un’esperienza che è riuscita a catturare anche l’interesse dei meno avvezzi al medium.

L’attenzione delle grandi aziende tecnologiche è elevata perché l’industria videoludica continua a crescere. Nel 2018 ha generato un giro d’affari pari a 134,9 miliardi di dollari, con una crescita di oltre il 10% su base annua. Gli sport elettronici, al confronto, sono una nicchia: arriveranno a 1,1 miliardi di dollari quest’anno. Ma lo streaming videoludico sta diventando la nuova televisione; al punto che Netflix ha detto ai propri azionisti che teme più Fortnite, il popolarissimo gioco di Epic Games che ha superato i 200 milioni di utenti attivi, rispetto a rivali tradizionali come HBO. L’intrattenimento videoludico è il nuovo campo di battaglia perché convoglia le migliori tecnologie. Così Google può mettere in Stadia tutto ciò che concerne YouTube (quindi i video in streaming e l’aspetto social), l’assistente virtuale pronto all’uso (Assistant) e l’infrastruttura cloud che propone una potenza di calcolo superiore a quella delle attuali migliori console da gioco, ossia PlayStation 4 Pro e Xbox One X. Il naturale prolungamento di investimenti fanni nell’arco di lustri.

I giganti della tecnologia si stanno muovendo e ogni volta che si inseriscono in un nuovo settore, chi c’è già deve avere il timore di diventare “vecchio” e superato. Perché i colossi hanno risorse enormi, un marchio ben più noto di produttori di videogiochi come Ubisoft o Electronic Arts e possono, potenzialmente, cambiare completamente il paradigma di un’industria. Come Amazon ha fatto per il commercio elettronico, Google per i motori di ricerca o Facebook per le relazioni personali. Ora puntano ai videogiochi.

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