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Ncm, la startup che vuole risolvere i problemi con gli Npl

(Getty Images)

Gli Npl (i cosiddetti non performing loans, o crediti deteriorati) sono crediti delle banche (mutui, finanziamenti, prestiti) che i debitori non riescono più a ripagare regolarmente o del tutto. Soprattutto negli ultimi anni sono stati la spina nel fianco nei bilanci di molte banche e non solo.

C’è però una startup nata nel 2017 che ha saputo ricavare un business redditizio da essi. NCM nasce dall’esperienza maturata da parte dei soci fondatori nel campo finanziario e immobiliare, con particolare riferimento proprio al settore degli Npl, con l’intento di colmare uno specifico gap informativo e gestionale che ostacola il dialogo tra mondo finanziario e immobiliare.

Basti pensare al caso di un costruttore che se non vende al prezzo inizialmente preventivato potrebbe non avere i fondi sufficienti a pagare le rate del finanziamento contratto per la realizzazione dell’opera, e quindi si troverebbe senza la liquidità necessaria per completare l’immobile; nessuno lo finanzia ulteriormente e quindi il mercato si ferma. L’operatore immobiliare, ma anche quello finanziario, non è abituato a porre rimedio a queste situazioni poiché si necessita di competenze variegate. Ncm recupera quindi nuova finanza, completando il blocco e lo mette sul mercato al miglior prezzo possibile.

“Come molti studi hanno raccontato di recente”, spiega Mirko Tramontano, l’attuale ceo e fondatore di Ncm insieme a Pietro Calderaro, già manager di una primaria banca d’investimento italiana, l’immobiliarista Mauro Di Vita e Paolo Pasquini, esperto di reti commerciali, “le percentuali di crediti recuperati sono molto basse, spesso pari a pochi punti percentuali sul totale del perimetro affidato ai servicer. Abbiamo riscontrato che la causa risiede nella difficoltà di comunicazione tra i due mercati citati sopra, che nonostante numerosi sforzi continuano a parlare lingue diverse, come diversi sono gli obiettivi da raggiungere. Per questo motivo abbiamo scelto di svolgere un ruolo da interpreti in questo settore così complesso eppure così costantemente in evoluzione”.

Il processo di gestione del credito avviene a livello territoriale, questo, unito al monitoraggio costante delle posizioni permette di raggiungere risultati che le classiche gestioni non possono garantire, a motivo della lontananza che contraddistingue il rapporto tra creditore e debitore e i settori finanziario e immobiliare. Ncm colma questa distanza attraverso un approccio di “coaching” nei confronti della controparte debitrice, con un vero e proprio accompagnamento step by step, fino al raggiungimento dell’obiettivo prefissato nel business plan iniziale.

“La nostra è un’idea piuttosto concreta: alla fine del processo di lavorazione dei crediti non performing garantiti da asset immobiliari ci vuole sempre un acquirente privato disposto a pagare per l’acquisto di quell’asset”, continua Mirko. “Senza questo piccolo ma importante tassello, tutto salta: cartolarizzazioni, Reoco, gestione del credito, valorizzazione. Qualsiasi schema che esula da ciò, sposta solo il problema in avanti, ma non lo risolve. Questo non significa che le strategie legali e finanziarie finora poste in essere non funzionano, ma ora più che mai è necessario che siano realmente poste a servizio della vendita degli asset sul mercato secondario e sul mercato del cliente finale”.

Ad oggi l’azienda ha ricevuto il sostegno di numerosi investitori che continuano a credere nel business model. Nell’ultimo periodo Ncm ha emesso prestiti obbligazionari e strumenti finanziari partecipativi per 25 milioni di euro. “Questi ci consentono di valorizzare gli asset, se opportuno anche acquistando direttamente i crediti, ma sempre con lo scopo di massimizzarne il recupero, anche tramite Reoco. La rete territoriale, formata internamente, completa il percorso di valorizzazione e di dismissione a stretto contatto con le realtà locali, il che ci rende un interlocutore affidabile anche per le BCC e per gli stessi Servicer, grazie ad un modello replicabile e oggettivo”.

E per il futuro la società punta a consolidare la presenza su un mercato poco conosciuto: quello degli immobili in corso di costruzione, troppo spesso abbandonati al loro destino. “Noi li completiamo in veste di general contractor e li rendiamo vendibili sul mercato immobiliare, generando plusvalore ed elevando i tassi di recupero, spesso in partnership con i creditori, siano essi fondi di investimento o banche”, dice ancora Tramontano.

“Nell’ottica poi di avvicinare i due mondi (finanziario e immobiliare), siamo costantemente impegnati nel migliorare la qualità della lavorazione commerciale sugli asset immobiliari al fine di permetterne una più semplice liquidazione, con un occhio sempre vigile sul territorio, anche nelle zone normalmente considerate periferiche”.

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