Il terminal Twa all'aeroporto JFK di New York
Lifestyle

L’ex terminal TWA del JFK di New York ora è un albergo di lusso, con un pezzo d’Italia

Il terminal Twa all'aeroporto JFK di New York
L’ex terminal Twa all’aeroporto JFK di New York

A New York c’è una nuova meta cult dove anche un pezzo d’Italia è protagonista. Con un investimento di circa 300 milioni di dollari è nato il TWA Hotel – forse l’hotel più atteso al mondo – sorto dal recupero del vecchio vecchio terminal TWA del JFK Airport. Questo storico ed avveniristico aeroporto definito una “cattedrale dell’aviazione” e firmato dall’architetto finlandese Eero Saarinen nel 1962 è rimasto inutilizzato dal 2001 in poi perché non riusciva ad ospitare il sempre crescente volume di passeggeri. Finalmente nel 2019 l’ambiziosa rinascita ha portato – dopo molti anni di attesa – all’apertura del TWA Hotel ed in pochi mesi è già un cult tra le destinazioni top assolutamente da non perdere della ‘Grande Mela’ sia per gli appassionati di design e di architettura di tutto il mondo ma anche per i trendsetter a caccia di novità di ogni sorta.  Ebbene anche l’Italia è decisamente protagonista di questa rinascita di successo: la storica azienda Solari di Udine ha portato il design italiano al centro del TWA Hotel del JFK Airport grazie al display-orario a palette ricostruito identico all’originale e diventato elemento-icona inconfondibile della grande lounge, esattamente come negli anni ’60. 

I display realizzati per il TWA Hotel negli stabilimenti di Udine di Solari sono 3: uno è appeso alla grande vetrata che si affaccia sulle piste e due affiancati – uno per le partenze e uno per gli arrivi – sono racchiusi come 50 anni fa nell’inconfondibile guscio ovale disegnato da Saarinen, completamente ricoperto da tessere bianche realizzate dai mosaicisti della celebre scuola di Spilimbergo, in provincia di Pordenone. Un vero incontro di eccellenze. La struttura ovale originale si è conservata intatta e rappresenta la cifra stilistica dell’intero progetto architettonico che celebra le linee curve. Era talmente importante l’autenticità di ogni dettaglio storico del progetto che Taylor Morse, CEO di Mcr, l’azienda proprietaria dell’hotel, ha fatto visita alla Solari a Udine circa un anno fa insieme a Richard Southwick, Director of Historic Preservation, per verificare la fattibilità del progetto: l’azienda è riuscita a risalire a tutti i progetti originali degli anni ’60 proprio per garantire che il display fosse davvero identico all’originale. Un progetto a dir poco impegnativo. 

Quanto tempo è servito?

Oltre 1.900 ore di produzione per serigrafare e assemblare a mano le oltre 44.000 palette che compongono i tre display, 450 ore per la progettazione hardware e 160 per la progettazione software che ne controlla la gestione e il continuo aggiornamento. Le palette sono quelle originali brevettate da Solari negli anni ‘60, quelle che, mentre ruotano per aggiornare gli orari di arrivi e partenze, producono quel suono inconfondibile che ogni viaggiatore del mondo riconosce negli aeroporti e nelle stazioni. Anche il lavoro di ricerca storica è stato curato nel minimo dettaglio: Solari ha recuperato nei propri archivi i disegni originali, le font e i colori dei marchi di 78 compagnie aeree. 

“Con l’apertura del Twa Hotel, ancora una volta Solari è al centro del mondo, simbolo intramontabile del tempo del viaggio e icona del design italiano – ha sottolineato Massimo Paniccia, presidente di Solari – Il JFK non è solo uno degli hub internazionali più importanti, ma ora, grazie a questo albergo, diviene esso stesso una destinazione di viaggio: una meta in cui c’è anche un tocco di Italia grazie a Solari”. 

Un’altra curiosità? 

Nel display più grande – 4 metri di larghezza per 1,5 metri di altezza – è stato creato uno speciale assetto delle palette in modo da far apparire la parola  “benvenuto” in 15 lingue e rispettivi alfabeti: amarico (Etiopia), arabo, bulgaro, tibetano, cinese, lao (Laos), giapponese, ebraico antico, armeno, farsi urdu, russo, thailandese, koreano, hindi e greco.

Una dritta per i nostalgici e design lovers di tutto il mondo?

Moltissimi ricorderanno il ‘Cifra 3’l’orologio progettato da Gino Valle alla fine degli anni ’60, e riconosciuto in tutto il mondo come una delle icone di design del XX secolo. Oggi Cifra 3 può dirsi il più piccolo orologio a lettura diretta con il sistema a rulli di palette creato da Remigio Solari e brevettato nel 1966, nonché il prodotto simbolo di Solari da oltre 50 anni. 

Ebbene nello shop dell’hotel – all’interno del quale si possono acquistare oggetti, gadget e vari capi d’abbigliamento marchiati TWA – sarà in vendita anche il Cifra 3 in edizione limitata TWA. Una chicca da portare a casa o in ufficio e mettere in bella mostra, per avere sulla scrivania un pezzo di storia e futuro, esempio di vincenti sinergie oltreoceano del Made in Italy.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Per altri contenuti iscriviti alla newsletter di Forbes.it CLICCANDO QUI .

Forbes.it è anche su WhatsApp: puoi iscriverti al canale CLICCANDO QUI .