bandiera argentina riflessa in specchio rotto
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L’Argentina ristruttura il debito, è un nuovo default (il nono) oppure no?

bandiera argentina riflessa in specchio rotto
(Getty Images)

Il governo argentino chiederà ai suoi creditori, incluso il Fondo monetario internazionale, più tempo per pagare oltre 100 miliardi di dollari di debiti. Lo ha reso noto il ministro delle finanze, Hernán Lacunza, che ha annunciato così il piano presentato dal Paese agli emissari del Fondo monetario internazionale guidati da Roberto Cardarelli.

Un piano che segue le tensioni registrate sui mercati finanziari dopo che il presidente riformista Mauricio Macri ha subito una sconfitta inaspettatamente pesante nelle elezioni primarie. Obbligazioni, valute e mercati azionari sono precipitati sulla preoccupazione che un prossimo governo guidato dal peronista Alberto Fernández possa significare un ritorno a ingenti deficit di bilancio.

Il piano presentato da Buenos Aires riguarda sia il debito verso i propri cittadini (7 miliardi) sia il debito verso l’estero (50 miliardi) e 44 miliardi di prestiti già erogati dal Fmi.

Si può parlare di un nuovo default sovrano, che sarebbe il nono per il Paese sudamericano, o si tratta di qualcosa di diverso?

Un default in senso stretto si concretizza quando viene dichiarato da una delle principali agenzie di rating mondiali a seguito di una inadempienza di uno o più obblighi sul debito, o perché un pagamento non avviene, avviene in ritardo o in maniera incompleta.

Sebbene quella dell’Argentina sia nella forma solo un’estensione volontaria dei tempi di rimborso, che non impatterà sui pagamenti degli interessi o sull’entità del debito che verrà ripagato, e che avrà verosimilmente la forma di uno scambio volontario di vecchie obbligazioni con nuove obbligazioni a lungo termine, nella sostanza la mossa potrebbe essere giudicata alla stregua di un altro default sovrano. Perché, per qualsiasi investitore professionale ricevere i medesimi importi su un arco di tempo più lungo non è nulla di diverso dal subire una perdita parziale sul ritorno atteso dell’investimento.

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