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@creators: l’account Instagram che insegna come essere efficaci su Instagram

(Unsplash)

Quando si parla di social media e di influenza il primo pensiero va a Instagram per almeno un paio di buoni motivi. Il primo è la sua enorme diffusione, pari al miliardo di profili attivi raggiunto a giugno 2018: al mondo siamo circa 7 miliardi e questo significa che, pur volendo includere bambini, anziani e paesi in via di sviluppo dove è ancora forte il digital divide, esiste un profilo attivo su Instagram ogni 7 persone.

Il secondo è la sua valutazione passata da $1 miliardo, ossia il prezzo pagato da Facebook per comprarla il 9 aprile del 2012, a oltre $100 miliardo di valutazione attuale. Qual è il vostro ultimo investimento che si è più che centuplicato in sette anni? In estrema sintesi su Instagram c’è una copia digitale del mondo e una montagna di soldi in circolo. Da qui nasce un fenomeno, alimentato dal mito del guadagno facile, conosciuto come influencer marketing, ossia l’attività di promozione di un prodotto o servizio su di un pubblico specifico, fatta ad opera dei gestori di profili seguito da molti utenti: gli influencer.

Ieri, 30 settembre 2019, Instagram ha lanciato @creators, un profilo nuovo di zecca che, recita la biografia, “ti aiuta a creare su Instagram, ma non a verificare il tuo account”. Ma facciamo un piccolo passo indietro per contestualizzare l’argomento spiegando cos’è un account “creator”.

Fino a poco tempo fa potevamo scegliere tra account personale e business dove il secondo, rivolto a chi con la piattaforma ci lavora, offre principalmente funzioni di analisi e monitoraggio utili a comprendere meglio l’effetto delle proprie pubblicazioni sul pubblico di riferimento. Dallo scorso dicembre, dapprima riservato a un ristretto numero di profili e successivamente esteso a tutti, Instagram ha rilasciato creator, dedicato a chi produce e condivide contenuti originali.

Ashley Yuki, Product Manager di Instagram, spiega che “i creatori di contenuti sono importantissimi per la community, ed è nostro dovere essere certi che Instagram resti la piattaforma numero uno per chi vuole creare una propria Brand Identity o una fanbase”. A livello pratico viene offerto un nuovo e più dettagliato sistema di monitoraggio delle metriche del profilo (la funzione più utile è forse il dato netto giornaliero di chi ti segue e chi ti abbandona) e una differente gestione dei direct message, ora catalogabili in due differenti categorie (generali e principali). Queste caratteristiche, assieme ad altri accorgimenti minori, consentono all’aspirante influencer di individuare i contenuti più efficaci e quindi di attuare la strategia migliore.

Torniamo, però, alla novità del 30 settembre. Il profilo appena lanciato offrirà suggerimenti, trucchi e indicazioni per la realizzazione di contenuti ad alto tasso di creatività anche grazie al contributo dei creators più in vista sulla piattaforma, così da sostenere gli utenti che non hanno ancora definito la propria identità digitale e influenza.

Una vera e propria accademia degli influencer offerta direttamente dalla piattaforma che li ha resi famosi in cui i docenti sono autodidatti che hanno saputo distinguersi tra 1 miliardo di utenti attivi. Certamente un profilo destinato a raggiungere numeri importanti, @creators già ci racconta qualcosa di sé sin dalle prime battute: potrà essere utile seguirlo nelle sue scelte ed evoluzioni tenendo traccia dei progressi.

Aspetto: a livello stilistico si nota subito che Instagram ha deciso di adottare quello che io chiamo Grid design, ossia la gestione delle immagini nel feed (la pagina principale di ogni profilo) collegate graficamente, in questo caso, in un blocco da nove box. Ognuna delle immagini funziona se presa singolarmente ma vista nel contesto diventa parte di un unico schema grafico.

Instagram Stories: i contenuti, raccolti in un unico highlight sono molto semplici, principalmente fatti di testo su fondo colorato ad eccezione di qualche montaggio di screenshot in sequenza. Ho subito notato la quasi totale assenza di elementi cliccabili, quelli che se presenti su una storia, non ci consentono di promuoverla.

Testo e formattazione: testi semplici, brevi (tranne un caso mai oltre le tre righe) e sempre presente almeno un emoji.

Hashtag: un po’ a sorpresa, non sono presenti né sul testo principale, né nel primo commento. È un profilo ufficiale e non ha enorme bisogno di posizionarsi attraverso gli hashtag ma, considerando che serve per istruire chi non è pratico, forse io li avrei utilizzati. Nelle foto utilizzano invece il tag del profilo @creators. In una parola: autoreferenzialità.

I numeri: mentre scrivo questo articolo, i follower sono cresciuti di circa 1.500 unità segnando in questo momento quota 28.5k. Le foto hanno ricevuto mediamente 1.000 like e i video mediamente 22k view. Numeri che restituisco un engagement rate di tutto rispetto per un profilo che solo un paio di giorni fa non esisteva. Sono i padroni di casa: ci mancherebbe anche che non fosse stato così.

Arrivato a questo punto la prima lezione appresa dalla neonata “Accademia degli Influencer” è appunto il modo in cui è stato creato e gestito nelle prime 24 ore. Il che non è poco considerato che se i padroni di casa optano per una soluzione, molto probabilmente, sarà la più efficace disponibile in quel momento, a meno che anche loro si adeguino ai trend correnti. Quelli dettati dagli influencer.

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