ritratto di Shadid Khan, da immigrato a imprenditore di successo
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Da immigrato a miliardario, la storia di Shahid Khan

ritratto di Shadid Khan
Shadid Khan (James Gilbert/Getty Images)

di Francesco Nasato

Se a 10 anni ripari vecchie radio e le rivendi ai tuoi amici, a 16 emigri negli Stati Uniti con il sogno di diventare un architetto e a 30 compri l’azienda che ti aveva dato un lavoro quando ne avevi bisogno, il senso per gli affari non ti manca di sicuro. Nel caso di Shahid Khan, classe 1950 da Lahore, Pakistan, semplicemente Shad per chi gli sta più vicino, la propensione al business è stata da sempre evidente, tanto che oggi il patrimonio stimato in oltre 8 miliardi di dollari sorprende fino a un certo punto. Molto più inattesa invece è stata la parabola di questo miliardario che deve le sue fortune ai paraurti per le auto, dopo aver sognato di diventare come Frank Lloyd Wright e aver scoperto per la prima volta l’esistenza della neve al momento del suo arrivo in Illinois.

Difficile forse pensare al freddo in Pakistan, più semplice pensare al cricket, con il padre di Shahid, uomo d’affari attivo nel settore delle attrezzature per rilevazioni, che consigliava al figlio di presentarsi negli stadi dopo l’ora del tè così da non dover pagare il biglietto. Non è però lo sport la folgorazione di Shahid, quanto un libro che raffigura Frank Lloyd Wright, con Shad che decide di voler diventare un architetto e l’unico modo per avere successo è spostarsi negli Stati Uniti, per la precisione in Illinois. Con 500 dollari in tasca e nessuna idea di che cosa ci sia fuori dal Pakistan, a 16 anni Shahid Khan inizia la sua avventura lontano da casa, iscritto alla University of Illinois a Urbana–Champaign, dove nel 1967 conoscerà in un bar Ann Carlson, sposata nel 1977 dopo dieci anni di fidanzamento. L’intuito però gli suggerisce presto che gli architetti non guadagnano tanto quanto lui vorrebbe e così il corso di laurea prescelto diventa quello di ingegneria industriale. Khan non ha un posto dove dormire e per i primi tempi si accontenta di una stanza da 2 dollari a notte che si paga facendo il lavapiatti per 1 dollaro e 20 centesimi all’ora. “Mi sentivo la persona più fortunata del mondo, perché in quel momento stavo guadagnando più del 99,9% delle persone che vivono in Pakistan”, racconta ricordando i suoi inizi.

La laurea arriva nel 1971, il suo ingresso nel mondo del lavoro avviene però già durante gli studi quando viene assunto dalla Flex-N-Gate, una piccola azienda di forniture per automobili. Promosso nei quadri dirigenziali, nel 1978 decide di lasciare per mettersi in proprio, grazie a 16mila dollari messi da parte e a un prestito di 50mila dollari: nasce così la Bumper Works, produttrice di paraurti per auto. Gli affari vanno bene, tanto che Khan nel 1980 acquista quella Flex-N-Gate in cui tutto era cominciato per lui, prima di iniziare a essere un nome davvero importante per l’industria dell’auto. Nel 1984 comincia a rifornire Toyota che dal 1987 decide che i paraurti dei propri pick-up arriveranno solo dall’azienda dell’imprenditore che doveva diventare architetto, mentre dal 1989 saranno tutte le auto del colosso giapponese a essere equipaggiate da Khan. La nuova Flex-N-Gate cresce e con lei i numeri: più di 60 impianti in tutto il mondo, oltre 60mila dipendenti e un fatturato nel 2017 di 7,5 miliardi di dollari. A Khan però piace essere al centro dell’attenzione e come ammette lui lo sport in questo sa essere un veicolo formidabile.

Il primo tentativo di acquistare una squadra di football dell’NFL arriva nel 2010 con i St. Louis Rams, il desiderio si realizza nel 2011 con i Jacksonville Jaguars in Florida, per un affare da circa 700 milioni di dollari che lo rende il primo proprietario di una franchigia appartenente a una minoranza etnica. Se Stati Uniti significa football, l’Europa dice calcio e Khan decide che è il Fulham la squadra che fa per lui. Nel 2013 prende il controllo del più antico club calcistico dell’area di Londra, fondato nel 1879, sborsando una cifra tra i 150 e i 200 milioni di dollari a Mohamed Al Fayed, proprietario dei magazzini Harrods a Londra fino al 2010. L’ultima iniziativa di Shad riguarda il wrestling, visto che è proprietario e fondatore dal 2018 della All Elite Wrestling, federazione con sede a Jacksonville. Perché gli affari per Shahid Khan non finiscono mai, da quando, bambino, sognava di diventare architetto tra una partita di cricket, una radio riparata e l’idea che la neve non potesse esistere.

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