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Come su Instagram i milioni di follower sono diventati milioni di euro

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I follower su Instagram, con la loro capacità di far decollare o affossare un brand attraverso le interazioni, rappresentano oggi una nuova valuta internazionale. Tanto engagement, tanti euro.

Con oltre 1 miliardo di utenti attivi consolidato nel corso del 2019 e il 23% in più di interazioni sui contenuti pubblicati rispetto a Facebook, Instagram si rivela essere la miglior occasione per far conoscere il proprio brand.

Sono proprio le aziende infatti a ottenere il maggior beneficio dalla presenza sulla piattaforma, premiate con risultati 10 volte superiori a Facebook in termini di interesse espresso dai follower: il 4% del seguito di un brand dimostra fedeltà interagendo con i contenuti pubblicati sul profilo Instagram (su Facebook si parla dello 0,1%) e queste interazioni si traducono in aumento indiretto del fatturato ma anche, e sempre più, in vendite dirette. Quel tanto famoso B2C che spopolava, forse senza troppa ragione, nei primi anni del nuovo millennio.

I dati di oggi sono impressionanti e, con riferimento a Instagram, è bene avere chiaro che bisogna:

  • Esserci, perché, le persone vi cercano: Il 70% degli utenti cerca un brand;
  • Interagire, perché le persone vi seguono: l’80% ne segue almeno uno;
  • Comunicare con costanza e qualità: il 60% ha scoperto un nuovo prodotto o servizio tramite Instagram.

Ma soprattutto, è bene sapere che un terzo degli utenti ha effettuato almeno un acquisto o una prenotazione tramite accesso mobile, come dire che due terzi della popolazione europea ha premuto “compra” o “prenota” su un profilo business.

Chi vi scrive è da lungo tempo coinvolto nei social media, in particolar modo Instagram, ed ha potuto vivere dall’interno il passaggio da piattaforma di marketing a piattaforma di vendita. Un passaggio che, a chi l’ha saputo comprendere e governare, consente oggi di trasformare milioni di follower in milioni di euro.

Uno dei settori che meglio rappresenta questa situazione è la ristorazione – non a caso la pizza è uno dei contenuti più pubblicati seguita dal sushi –  ancor più se di lusso: a partite dalla scelta del luogo in cui si intenderà cenare fino alla prenotazione, la partita si gioca quasi tutta sui social media.

Per una buona strategia di digital marketing, in prima battuta, sono tre gli aspetti da considerare: gli user generated content (i contenuti realizzati dagli utenti), il look&feel del main feed (la homepage del profilo) e l’utilizzo consapevole del paid ads (le promozioni a pagamento).

Vediamoli un po’ più nel dettaglio.

Se chiedi al macellaio com’è la sua carne ti risponderà sempre che è buona, la migliore in città. Altrimenti come se le paga le bollette? Questo conflitto di interessi, quello che si crea nel ricevere un parere da chi è direttamente coinvolto nella vendita, è ormai chiaro ai clienti e ancor più ai followers sui social. Ecco perchè compro la carne nella macelleria che mi consiglia mia madre. È la potenza del referral marketing che fa leva su contenuti originali degli utenti per condizionare positivamente le scelte di acquisito di altri. Ed ecco perchè stimolare gli utenti nel produrne tanti e di frequente è un passo avanti verso l’aumento delle vendite.

Ma poi che succede?

Una volta ottenuta l’attenzione dei follower tramite i contenuti generati (più o meno) spontaneamente, questi arriveranno sul nostro profilo. E cosa troveranno? Per lo più, vista la qualità media oggi presente su Instagram, un’accozzaglia di foto dai colori, temi e i filtri scoordinati, qualità in generale scarsa. Tipo la camera di un teenager. È importante che all’arrivo (che in gergo si chiama “atterraggio sulla pagina”), i possibili nuovi clienti trovino un profilo ordinato, coerente per colori e impostazione delle immagini e ricco di informazioni precise e aggiornate. Devono essere “accolti” sul profilo come con la stessa qualità di una web page e lo stesso calore dell’azienda che questo rappresenta.

Terzo è ultimo elemento sono le promozioni a pagamento, quelle che l’utenza media riconosce nel pulsante “promuovi” sotto alle foto pubblicate, che può andar bene se siete delle belle pupe o dei maschi con gli addominali scolpiti in cerca di like, ma molto meno se parliamo di un Brand che ha bisogno di attenzioni differenti.
Un’azienda sui social necessita della creazione di campagne coerenti con i propri obiettivi, il cui target audience (il pubblico destinatario del contenuto) sia dettagliato con la profondità di informazioni che solo business manager consente di avere e utilizzare. Business manager è la piattaforma di Facebook che permette di realizzare professionalmente delle vere e proprie campagne pubblicitarie finalizzate, tra le altre cose, alla conversione degli utenti in clienti. L’Eldorado dei brand su Instagram.

La domanda tipica rivolta ai social media manager in sede di trattativa in principio era «quanti follower mi farai guadagnare?». Oggi lo scenario si è spinto oltre e la domanda si è ridotta a «quanto mi farai guadagnare?».

Richiesta ragionevole, ma attenzione. I brand che operano su Instagram accettino il fatto che questo strumento è una piattaforma di marketing e non un’alternativa più economica alla propria rete vendita. Investite quindi sui social ma sposate l’idea che questi strumenti siano un supporto commerciale alla vostra rete vendita e non la panacea dei vostri mali.

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