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Maire Tecnimont, dove lo smart working è di casa dal 2016

Articolo tratto dal numero di maggio 2020 di Forbes Italia

 

La pandemia da coronavirus si è rivelata un grande acceleratore della rivoluzione digitale in Maire Tecnimont. “Non è solo un fatto di hardware, ma anche di attitudine e change management per aderire a un nuovo modello”, dice l’amministratore delegato e direttore generale Pierroberto Folgiero.

Il sentiero verso l’industria del futuro è lastricato di soluzioni digitali utili, come le più innovative applicazioni della tecnologia informatica e delle telecomunicazioni, a loro volta contaminate da responsabili declinazioni del lavoro in team o soli da remoto. Stratagemmi che per fecondare davvero la cultura del lavoro nel quotidiano necessitano di un reagente che non si trova a buon mercato: persone preparate e pronte a vagliare e trattenere tutto ciò che può migliorare la prassi di ogni giorno, senza timore di modificare le abitudini consolidate. 

Ne sanno qualcosa, anzi parecchio, in Maire Tecnimont dove lo smart working è di casa dal 2016 e dove è stato avviato il progetto Digital Advantage che ha come obiettivo quello di governare lo sviluppo digitale di un gruppo industriale multinazionale leader nell’ingegneria impiantistica nel settore degli idrocarburi (petrolchimico, fertilizzanti, e raffinerie dell’oil & gas). Una realtà complessa: 9.300 professionisti dislocati in oltre 45 paesi attraverso 50 società, ricavi 2019 a 3,3 miliardi di euro e ordini per 6,4 miliardi. Un soggetto che non può permettersi il lusso di non progettare il domani, come dimostra il varo di NextChem, business unit dedicata alla transizione energetica e alla chimica verde.

Pierroberto Folgiero, amministratore delegato e direttore generale di Maire Tecnimont

Alla guida di Maire Tecnimont c’è l’amministratore delegato e direttore generale Pierroberto Folgiero, che a Forbes Italia spiega: “La digitalizzazione non è solo un fatto di hardware e piattaforme informatiche, ma anche di attitudine e change management per aderire a un nuovo modello”. Ciò che non è cambiato, precisa, sono “i nostri processi core: engineering, procurement e construction”, in una sigla Epc che significa progettazione di impianti e loro realizzazione fino alla consegna. Mantenendo alta la capacità di comprendere e gestire i processi chimici di base, cioè “come rompere le molecole”. Ma dopo l’avvio di progetti pilota di successo il gruppo ha gradualmente affiancato all’Epc tradizionale la sua versione digitalizzata”. È quello che è stato fatto, per esempio, con il Digital Advantage Smart Platform applicato al progetto Oq Liwa Plastic in Oman o che normalmente avviene con Digital Twin, il fratello virtuale che riproduce le sequenze complete di un progetto evidenziando in simultanea le fasi di processo e anticipando la presa in carico dell’impianto. “Così possiamo storicizzare i dati, elaborare previsioni e abbattere i costi”.

Il punto di partenza è la “lungimiranza di aver abbracciato tempestivamente il cloud computing investendo in infrastruttura di rete, banda e dispositivi mobili”, prosegue Folgiero, “il secondo step sono stati i software, gestionali di base all’avanguardia e suite specifiche per ogni esigenza”. Il risultato è duplice: Maire Tecnimont oggi è in grado di cablare interamente ogni suo impianto remotizzandone la progettazione e costruzione, il controllo e la gestione dei processi; mentre lo smart working praticato è quello vero, che non significa semplicemente telefonarsi per fare riunioni online: “Siamo in grado di digitalizzare ogni nostro processo core, virtualizzandolo o remotizzandolo”. Dal monitoraggio dell’avanzamento lavori al funzionamento a regime. 

La pandemia da coronavirus che sta facendo grippare il motore dell’economia globalizzata si è rivelata un gigantesco acceleratore della rivoluzione digitale in Maire Tecnimont, constata l’ad: “Abbiamo dovuto fare di necessità virtù, anche per le attività dove eravamo ancora a uno stadio pilota”. Così che il gruppo, non soltanto ha mantenuto caldi business con clienti che avrebbero potuto vacillare di fronte all’immensità della sfida – “li abbiamo sorpresi facendo capire loro che eravamo pronti ad affrontare il Covid-19” –, ma è ai nastri di partenza per veder nascere nuovi progetti. 

Tra le più recenti aggiudicazioni della controllata Tecnimont, per un importo complessivo pari a circa 10 milioni di dollari, ci sono: la sezione ad alta pressione di un impianto di polietilene a bassa densità (Ldpe) da realizzare in Corea per una delle maggiori aziende energetiche e chimiche dell’Asia Pacifico che sta sviluppando un nuovo complesso petrolchimico integrato; e due studi di fattibilità, uno per una nuova Unità di polipropilene in India per Borealis AG e l’altro per un’ulteriore linea di acrilonitrile in Russia per Lukoil.

“Da italiani”, conclude con orgoglio Folgiero, “stiamo dimostrando tutta la nostra propensione a trovare soluzioni efficaci quando i problemi sono molti e complessi, traendo motivazioni ulteriori da circostanze avverse”. Infine una menzione speciale per le donne e gli uomini di Maire Tecnimont: “La vera differenza nel processo di digitalizzazione la fanno le persone. Persone forti e preparate sono la risorsa più scarsa sul mercato, dunque il vero pregio di un’azienda come la nostra”.

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