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Bloccato all’estero causa Covid? Una startup americana offre il rimpatrio con volo privato

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(shutterstock.com)

Dopo il blocco del turismo internazionale a causa del coronavirus, ad oggi, ripristinata via via la libera circolazione delle persone tra un paese e l’altro, a frenare i viaggiatori resta comunque la paura del contagio e, soprattutto, il timore che, qualora positivi al Covid-19, sia impossibile rientrare immediatamente nel proprio Paese dovendo, nella migliore delle ipotesi, affrontare un periodo di quarantena in loco sino al ricovero nelle strutture ospedaliere più vicine. Una circostanza poco rassicurante per chi, per lavoro o per piacere, stia meditando di partire. E a cui ha pensato Covac Global, il primo programma di membership che riporta a casa dall’estero i viaggiatori positivi al Covid-19.

Ne ha scritto per prima Suzanne Rowan Kelleher, senior contributor di Forbes, che ha anche intervistato il ceo della startup. Forbes.it ha invece ricavato dal sito dell’azienda le informazioni relative al funzionamento della proposta di Covac e quelle riguardanti le sue figure chiave.

La task force di Covac Global che riporta in patria i positivi al Covid-19

Potremmo definire il team di Covac Global una vera “task force del rimpatrio”: Ross Caldwell Thompson, amministratore delegato della società, vanta una profonda esperienza nell’intelligence e nella sicurezza sui mercati di frontiera; Jack Cloonan, vicepresidente, ha svolto per ben 27 anni servizio presso l’FBI occupandosi in particolar modo di criminalità organizzata, controspionaggio straniero e antiterrorismo; Horatio Ortiz, vicepresidente, durante i suoi 35 anni di carriera ha lavorato a stretto contatto con l’esercito americano, l’intelligence, le forze dell’ordine, coprendo anche il ruolo di responsabile dell’addestramento avanzato dei distaccamenti delle operazioni speciali degli Stati Uniti e degli alleati; così come il colonnello Marshal “Vito” Ecklund, membro del consiglio consultivo senior, ex vice comandante del comando delle operazioni speciali degli Stati Uniti del Sud e un ufficiale delle forze speciali dell’esercito americano; Robert Saale, membro del consiglio consultivo senior, anch’egli con diversi anni alle spalle all’interno dell’FBI e, più di recente, direttore della Hostage Recovery Fusion Cell (HRFC), un’agenzia governativa americana direttamente responsabile presso il presidente degli Stati Uniti per il coordinamento degli sforzi di recupero degli ostaggi statunitensi detenuti all’estero. A loro si aggiungono il dottor Christopher Kelly, direttore medico, che vanta numerose pubblicazioni a suo carico e un libro tradotto in sedici lingue e Fritz Barjon, vicepresidente, con oltre 20 anni di esperienza nei settori assicurativo e finanziario. Insomma, questa squadra pare avere tutte le competenze e conoscenze per garantire il rientro nel proprio Paese in caso di malattia.

Viaggiare sicuri in tempo di coronavirus: come funziona Covac Global, il programma di adesione per rimpatriare i malati di Covid-19

In qualsiasi parte del mondo ci si trovi, Covac Global si dice pronta a riportare a casa il viaggiatore che risulti positivo a Covid-19 e non abbia alcuna intenzione di trascorrere la quarantena o l’eventuale ricovero fuori dal proprio Paese. Inoltre Covac Global offre un servizio di assistenza sui rischi di viaggio operativo 24 ore su 24, 7 giorni su 7, 365 giorni l’anno e un servizio assistenza e di intelligence in caso di pandemia con consulenza medica, segnalazioni sanitarie e avvisi sui viaggi.

L’adesione al programma può essere richiesta per il viaggiatore singolo o per un intero gruppo familiare composto fino a 5 persone in totale. Inoltre è possibile scegliere tra tre diversi piani di viaggio che coprono rispettivamente 30, 60 e 90+ giorni di permanenza all’estero.

Per i viaggiatori singoli il costo del servizio parte da 995 dollari, mentre per i gruppi familiari la quota parte da 1.950 dollari. La quota è da versare per l’accesso alla membership, indipendentemente dall’effettivo utilizzo del servizio, un po’ come si farebbe per garantirsi una copertura assicurativa. Che in questo caso copre dall’eventualità di dover accedere a un servizio che altrimenti costerebbe molto ma molto di più.

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