Facial Recognition
Innovation

I fondi sovrani investono nell’app che rileva il tasso di aggressività con il riconoscimento facciale

Facial Recognition: riconoscimento facciale
(Shutterstock)

Articolo di Thomas Brewster apparso su Forbes.com

Aspettatevi pure, l’anno prossimo, nelle città di tutto il mondo, di avere il viso scannerizzato per riconoscere il vostro potenziale tasso di aggressività. A progettare la tecnologia per la rilevazione dell’aggressività è NtechLab, società russa specializzata nel riconoscimento facciale e nota per FindFace, l’app un tempo etichettata come minaccia definitiva per la privacy online. I piani prevedono che la nuova tecnologia sia pronta per partner e clienti già nel 2021.

Come contributo allo sviluppo, NtechLab ha ricevuto 15 milioni di dollari da due fondi sovrani, il primo è il Russian Direct Investment Fund (Rdif), il secondo un misterioso partner del Medio Oriente che non viene nominato. In precedenza, NtechLab aveva ricevuto supporto dall’investitore sovrano emiratino Mubadala Investment Company, ma questa volta ha preferito non svelarne l’identità. I soldi sono serviti alla startup per aprire un ufficio in America Latina, con piani anche per una base in Medio Oriente e un possibile quartier generale in Asia.

“Il vantaggio principale è che la nostra soluzione è veramente scalabile per città di tutte le dimensioni”, dichiara il cofondatore di NtechLab, Alexander Kabakov, precisando che può funzionare con le centinaia di migliaia di telecamere che si trovano nelle città.

Ma torniamo per un momento al 2016, quando NtechLab aveva sollevato un polverone con il lancio di FindFace, promettendo che ogni utente avrebbe potuto ottenere, per ogni immagine di un volto di persona, un profilo sul sito russo Vkontakte. Da allora la società ha proseguito il suo percorso divenendo fornitrice di servizi per la sicurezza, prevalentemente a Mosca, dove con i suoi algoritmi sta venendo implementato un imponente progetto di sorveglianza tramite riconoscimento facciale. Secondo Kabakov, nei primi dieci giorni di gennaio, il sistema moscovita avrebbe contribuito alla cattura di 34 “criminali”, sebbene egli non sia in grado di precisare quanti di essi siano andati a processo.

Già il riconoscimento facciale è stato considerato a più riprese una tecnologia controversa, etichettata non soltanto come lesiva nei confronti della privacy ma persino potenzialmente razzista, poiché alcuni algoritmi tendono a connotare come sospetti un maggior numero di individui di colore rispetto ai bianchi. Anche il rilevamento in sé dell’aggressività e delle emozioni, peraltro, è discutibile dal punto di vista sia etico sia tecnico. Uno studio condotto da Lauren Rhue dell’Università del Maryland, per esempio, ha testato gli strumenti di Microsoft e della tech company cinese Face++ sui volti dei giocatori dell’Nba. L’intelligenza artificiale di Face++, è emerso, ha ripetutamente interpretato come potenzialmente più rabbiosi i giocatori di colore rispetto alle loro controparti bianche quando guardava come sorridevano. L’intelligenza artificiale di Microsoft ha ritenuto infatti che i giocatori di colore fossero più “sprezzanti” quando le espressioni facciali erano ambigue. Meredith Whittaker, cofondatrice dell’istituto di ricerca AI Now e fondatrice dell’Open Research Group di Google, in precedenza aveva dichiarato a Forbes: “L’idea che le caratteristiche e i sentimenti interiori di qualcuno possano essere mappati in modo regolare e universale sulla base della fisicità o delle azioni delle persone non è mai stata dimostrata, per non dire altro, e le affermazioni fatte da questi sistemi non sono ancora state convalidate””.

Volti di rabbia
Tale spettro di preoccupazioni sono forse alla base del il motivo per cui NtechLab non stia affrettando il rilascio, con il cofondatore Artem Kukharenko che sottolinea l’importanza di come una simile tecnologia debba essere “sicura al 100%” prima del lancio. L’azienda ha poi successivamente chiarito che il rilevamento dell’aggressività è attualmente soltanto nella sua “fase di sviluppo iniziale” e quindi non è stata in grado di fornire dati relativi alla sua accuratezza. “Il meccanismo è molto complesso in quanto incorpora il rilevamento della silhouette, dell’azione e il rilevamento delle emozioni. Il nostro algoritmo esistente per sagome ed emozioni ha un alto tasso di accuratezza e incorporarlo con il rilevamento dell’azione richiederà ulteriori ricerche e sviluppi “, ha affermato la società in una nota. “Non vediamo l’ora di presentarlo al pubblico il prossimo anno”.

Il “tracciamento della silhouette” di NtechLab è già in uso e cerca di cogliere i modelli di silhouette unici creati dal viso di una persona. Ciò è utile quando il viso del bersaglio è oscurato in qualche modo. Poi c’è la possibilità di attivare il “rilevamento della violenza” in cui i filmati di sorveglianza possono segnalare le persone che agiscono violentemente. Insieme al riconoscimento dei veicoli, questi consentono alle unità di sicurezza e di polizia di rintracciare un individuo che si comporta violentemente in una città, anche se la sua faccia è nascosta, ha assicurato Kabakov.

“In questo momento, quella precisione è piuttosto impressionante … quindi possiamo usarla nei progetti pilota. Ma stiamo ancora migliorando la tecnologia in modo da poterla utilizzare sulla scala dell’intera città “, ha aggiunto Kukharenko.

Kabakov ha anche affermato che, oltre a Mosca, l’azienda ha già clienti in Argentina, Brasile e Serbia. Ma è ammette l’improbabilità che la tecnologia possa arrivare negli Stati Uniti o nel Regno Unito, data la provenienza russa di NtechLab.

Indipendentemente dalla loro etica, le aziende non russe, invece, non dovranno affrontare le stesse barriere all’ingresso se riescono a trovare strumenti simili per scansionare un volto, alla ricerca di segnali di pericolo di violenza.

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