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Il futuro del lavoro: 4 modelli di ufficio per il post-Covid

Workplace: ragazzi al lavoro in un ufficio
(shutterstock.com)

Fino a pochi mesi fa, la maggior parte di noi trascorreva un terzo del proprio tempo in ufficio. Eppure, la pandemia ha imposto alle aziende il ricorso al lavoro da remoto come unica alternativa al fallimento, costringendo miliardi di individui a lavorare da casa. Facebook intende consentire al 50% dei suoi dipendenti di lavorare da remoto in modo permanente. Squares lo ha già fatto. “Vogliamo che i dipendenti siano in grado di lavorare dove si sentono più creativi e produttivi”, ha dichiarato a The Verge un portavoce dell’azienda. “Andando avanti, Squares renderà il lavoro a distanza una modalità permanente, anche quando gli uffici inizieranno a riaprire”. Secondo un sondaggio di Gartner, il 74% dei cfo intende spostare permanentemente almeno il 5% della propria forza lavoro in posizioni remote.

Qual è dunque il destino dell’ufficio nell’era post-Covid?

Ripensare il workspace

Parlando con Roberto Nicosia, ceo di Colliers International Italia, esperto del tema: “La riorganizzazione delle modalità e degli spazi di lavoro dovrà essere studiata su misura in base alle esigenze specifiche di ogni azienda, progettando il modello più consono alle caratteristiche specifiche di business, forza lavoro e cultura aziendale. Ci attende un nuovo modo di lavorare, che comporterà un mix tra lavoro d’ufficio e da remoto, da casa o da altri spazi. Molto probabilmente, i dipendenti svolgeranno da casa le attività che prevedono un lavoro mirato e andranno in ufficio soltanto per il lavoro collaborativo – meeting con i clienti, sessioni di brainstorming, riunioni di progetto e così via. In questo contesto, la riorganizzazione del workspace deve avere come focus primario la qualità sociale dello spazio e l’esperienza dei dipendenti. Laddove il lavoro remoto diventa modalità preponderante, l’ufficio sarà appositamente progettato per rispondere alle esigenze relazionali che il lavoro da casa non può soddisfare: uno spazio pensato per favorire la creatività, l’interazione sociale e la collaborazione di cui le aziende hanno bisogno per prosperare”.

È proprio con questo obiettivo in mente che Woods Bagot, studio globale di architettura e consulenza, ha ideato il suo recente progetto Working from Home, Working from Work, proponendo quattro possibili modelli di ufficio post-Covid. L’idea è quella di spostare il focus dalle misure di salute e sicurezza necessarie alla ripresa – viste non più come obiettivo finale della riprogettazione del workplace, ma come suo necessario punto di partenza – per concentrarsi sul fine reale dello spazio di lavoro: incoraggiare collaborazione e creatività. “Una volta finito questo periodo forzato di lavoro da remoto, avremo fame di spazi capaci di offrire esperienze relazionali più profonde per lavorare gli uni con gli altri”, afferma Amanda Stanaway, workplace design leader di Woods Bagot. “Tutti parlano di come rendere sicuro l’ufficio post-Covid, ma nessuno parla di come rafforzarne la cultura e le prestazioni. Semplicemente ridurre la densità e pulire di più non sta dando alle aziende una buona ragione per riportare i dipendenti sul posto di lavoro”, aggiunge.

I quattro modelli di ufficio nell’era post Covid

I quattro modelli proposti – Culture Club, In and Out, Community Nodes e Collective – presuppongono l’idea che una percentuale di dipendenti continuerà a lavorare da remoto: casa e ufficio non saranno più realtà antitetiche, ma complementari.

Workplace: ufficio del futuro, modello 1• Culture club: l’ufficio come un club
Il modello Culture Club vede piccoli gruppi di divani, tavolini e sedie occupare l’intera superficie dello spazio. Non c’è traccia di postazioni di lavoro singole in cui i dipendenti possano svolgere mansioni individuali. Il lavoro da scrivania è da fare a casa: i dipendenti vanno in ufficio quando è necessaria la collaborazione con i colleghi. “Vedremo l’ufficio fisico diventare uno spazio simile a un club, un luogo di interazione creativa”, commenta Woods Bagot. Uno spazio appositamente progettato per stimolare il confronto e l’interazione tra individui.

 

Workplace: ufficio del futuro, modello 2• In and out: si alterna casa e ufficio
Nel secondo modello i dipendenti lavorano sia da casa sia in ufficio secondo un sistema a rotazione periodica. C’è posto sia per il lavoro individuale da scrivania, sia per i momenti di confronto e collaborazione: cubicoli individuali e ampi tavoli da riunione occupano lo spazio, separati da barriere in osservanza delle misure di sicurezza post-pandemia.

 

Workplace: ufficio del futuro, modello 3• Community nodes: un network di uffici satellite
Nel modello “Community nodes” la maggior parte dei dipendenti lavora fuori casa. Ma invece di riunirsi in un ufficio centralizzato, i lavoratori si recano in luoghi diversi: lo schema prevede una rete capillare di hub tra cui i dipendenti possono scegliere in base alla comodità e alla vicinanza a casa. Questa opzione di layout è pensata per rispondere alle nuove preoccupazioni ed esigenze nate dall’emergenza sanitaria: “Il nostro desiderio di minimizzare l’utilizzo dei trasporti pubblici e le occasioni di aggregazione sfocia nella decentralizzazione del workplace”, spiega Woods Bagot. In questo modello il focus è su piccoli uffici satellite community-based e un piccolo quartier generale centrale in cui i lavoratori possano recarsi periodicamente per riunirsi e confrontarsi secondo il modello Culture Club.

 

Workplace: ufficio del futuro, modello 4• Collective: il futuro dell’open space
L’ultimo modello, Collective, prevede ampi spazi aperti con alternanza di luoghi di lavoro e luoghi di relax. Il layout è quello dell’open space, ma gli ampi raggruppamenti di persone vengono smembrati in piccoli team. L’intento è quello di minimizzare gli assembramenti riducendo al minimo indispensabile il numero di individui per gruppo.

 

Il progetto di Woods Bagot apre uno squarcio sul futuro dell’ufficio offrendo alle aziende proposte concrete e diversificate, implementabili da ogni tipo di business. Modelli diversi nati da un’unica idea: trasformare l’ufficio in uno spazio sicuro, aperto, capace di stimolare collaborazione e creatività.

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