Vitalik Buterin, co-fondatore di Ethereum
Investments

Febbre da Bitcoin: chi sono i nuovi miliardari nati dal boom delle criptovalute

Vitalik Buterin inventore di Ethereum.

Questo articolo di Michael del Castillo, Jeff Kauflin, Steve Ehrlich e Antoine Gara è apparso su Forbes.com.

Nel mondo degli investimenti, parla il denaro. In rare occasioni, tuttavia, poter dire di avere avuto ragione è ancora meglio di una gigantesca montagna di soldi. Nel corso dell’ultimo decennio, i veri sostenitori della rivoluzione delle criptovalute hanno trasformato quella che una volta era una nicchia irrilevante nel mondo finanziario nella nuova classe di asset da trilioni di dollari. E mentre contano le loro monete digitali, sono pronti a inchinarsi e ricevere l’applauso della folla.

Prendete Cameron Winklevoss, l’imprenditore di criptovalute che, assieme al fratello gemello, Tyler, ha fatto causa a Facebook e accusato Mark Zuckerberg di avere rubato la loro idea per il social network. Nel 2012, i gemelli Winklevoss hanno preso la relativa miseria che Zuckerberg aveva dato loro e l’hanno investita in bitcoin. Sono stati presi in giro per anni. Due canottieri che hanno studiato ad Harvard e cercano fama e fortuna nelle valute digitali, assieme a nerd, anarchici e speculatori, se non peggio. Ora i bitcoin stanno toccando nuove vette e vedono arrivare una carica di seguaci dal mondo mainstream. Mentre Zuckerberg è diventato una figura più controversa, i fratelli Winklevoss hanno qualcosa da dire su come hanno superato la questione Facebook: una liberazione.

“Il bitcoin ha superato Facebook in termini di capitalizzazione di mercato”, ha twittato Cameron Winklevoss mentre la criptovaluta saliva a oltre 40mila dollari per unità di moneta – per poi arrivare a 41mila e oltre – venerdì 8 gennaio. “Ha senso che una rete monetaria abbia un valore maggiore di una rete sociale”, ha aggiunto. Certo, i gemelli Winklevoss hanno ancora molto terreno da recuperare, visto che il patrimonio di Mark Zuckerberg è di 94 miliardi di dollari. La loro spavalderia, però, non è proprio fuori luogo: dopo la recente ascesa delle criptovalute, Forbes calcola che i Winklevoss possiedano 1,4 miliardi di dollari ciascuno in asset digitali (dato aggiornato alla mattina di lunedì 11 gennaio). Vale a dire, più del doppio rispetto ad appena un mese fa.

Nel corso dell’ultimo anno, il mercato azionario è salito come se fosse immune dalla gravità e ha dato motivo di sorridere alla maggior parte degli investitori. Nessuno, però, può rallegrarsi più di chi possiede bitcoin. Se l’indice S&P 500 è salito del 17% dall’inizio del gennaio 2020 all’11 gennaio 2021, il bitcoin è cresciuto del 400% nello stesso periodo di tempo, ha infranto la barriera dei 40mila dollari per unità di moneta e ha trascinato con sé nell’ascesa anche altri asset digitali. Il valore dell’insieme delle criptovalute è ora di oltre 920 miliardi di dollari, secondo il sito di ricerca sulle criptovalute Messari, in calo rispetto al trilione raggiunto venerdì 8 gennaio.

Un fattore chiave che guida la febbre del bitcoin: mentre il Covid ha indotto la Federal Reserve a stampare trilioni di dollari per stimolare l’economia e scongiurare una recessione, gli investitori hanno visto sempre più nel bitcoin un rifugio dall’inflazione. A differenza di quanto accaduto nel 2017, quando l’aumento dei prezzi da mille a 19mila dollari fu guidato da investitori retail, la salita di questi giorni è stata sostenuta da grandi investimenti istituzionali e da una proliferazione di modalità di acquisto e archiviazione di criptovalute.

Nel 2020, il gigante dei pagamenti Square ha usato 50 milioni di dollari delle casse aziendali per acquistare bitcoin: un investimento il cui valore è stimato ora in 161 milioni di dollari. Il miliardario degli hedge fund Paul Tudor Jones ha dichiarato che fino al 2% dei suoi asset erano in criptovalute, e il gigante del private equity Northern Trust ha annunciato piani per rendere più facile ai suoi clienti l’archiviazione di bitcoin, ethereum, Xrp, litecoin e bitcoin cash. PayPal permette ai suoi 300 milioni di utenti di acquistare bitcoin e spenderli in tutti i 26 milioni di esercizi commerciali che supporta.

Lungo il cammino, alcuni di coloro che hanno investito in criptovalute sono diventati molto ricchi. Almeno cinque sono entrati di recente nel novero dei miliardari, e forse ce ne sono altri. Sfruttando tutti i mezzi disponibili – dai portafogli digitali pubblicamente accessibili al giornalismo vecchio stampo –  abbiamo deciso di identificare alcuni dei più grandi vincitori dell’ultimo boom delle criptovalute. Non si tratta certamente di una classifica completa, ma di uno spaccato di come siano lievitati alcuni patrimoni.

Tutti i valori delle criptovalute sono aggiornati alle 8 del mattino dell’11 gennaio 2021, orario della costa orientale degli Stati Uniti. Per l’ultima classifica dei miliardari delle criptovalute, stilata nel febbraio 2018, Forbes aveva considerato il valore delle partecipazioni aziendali degli imprenditori e i loro investimenti in criptovalute. Per questa lista, il calcolo ha incluso soltanto i loro investimenti in criptovalute.

Cameron & Tyler Winklevoss

Patrimonio in criptovalute stimato: 1,4 miliardi di dollari a testa

I cofondatori della piattaforma Gemini per lo scambio di criptovalute, che oggi registra transazioni per circa 300 milioni di dollari al giorno in asset digitali, sono stati tra i primi nomi noti ad acquistare bitcoin. Ad aprile 2013 gli imprenditori, che erano diventati celebri in un primo tempo per avere assunto Mark Zuckerberg per costruire un precursore di Facebook (e che in seguito fecero causa a Facebook per avere rubato la loro idea), risultavano possedere 11 milioni di dollari in bitcoin, valutati all’epoca 120 dollari per unità di moneta. Presumendo che abbiano mantenuto la maggior parte delle monete e dei loro token, sarebbero oggi proprietari di 1,4 miliardi di dollari in asset digitali. (I due fratelli non hanno voluto rilasciare dichiarazioni).

Matthew Roszak

Patrimonio in criptovalute stimato: 1,2 miliardi di dollari

Tra la fine degli anni ’90 e i primi anni 2000, Roszak ha lavorato nel settore del venture capital e come imprenditore (nel 2006 ha anche raggiunto un accordo quando è stato accusato di insider trading), prima di acquistare i suoi primi bitcoin nel 2012. Oggi è il cofondatore e presidente di Bloq, una startup di tecnologia blockchain avviata cinque anni fa, i cui clienti includono Citigroup e Discover. Bloq fa da consulente su tutto ciò che va dall’elaborazione dei pagamenti per stablecoins – criptovalute ancorate al valore di una valuta tradizionale – all’aiuto alle banche nell’archiviazione sicura di asset digitali.

Roszak predica da tempo i benefici delle criptovalute e di recente ha contribuito a guidare un’iniziativa per assegnare 50 dollari in criptovalute a tutti i membri del Congresso statunitense. Forbes stima che il suo patrimonio in criptovalute sia di 1,2 miliardi di dollari, in crescita dai circa 300 milioni di un anno fa. “Siamo negli anni ruggenti del bitcoin”, ha dichiarato a Forbes.

Tim Draper

Patrimonio in criptovalute stimato: 1,1 miliardi di dollari

Membro della dinastia di investitori dei Draper, di casa nella Silicon Valley, nel 1985 è diventato uno dei partner fondatori di Draper Fisher Jurvetson, una società di venture capital che ha compiuto centinaia di investimenti in imprese come Tesla e l’ormai defunta azienda di analisi del sangue Theranos. Nel 2014, dice, acquistò per 18 milioni di dollari 29.656 bitcoin (prezzo: appena 632 dollari per unità di moneta) che erano stati confiscati dagli U.S. Marshal nella chiusura del mercato nero online Silk Road.

“I dollari sono la valuta del passato”, ha scritto Draper in una mail a Forbes. “I bitcoin sono quella del futuro. Ciò che stiamo vedendo oggi è la transizione antropologica globale dal dollaro al bitcoin. Nell’assistere a questo fenomeno, continuo a essere del partito del tenere ciò che si ha e comprarne ancora di più”. Draper ha declinato la richiesta di Forbes di un’intervista. Presumendo che Draper abbia mantenuto tutto ciò che aveva comprato nel 2014, il suo patrimonio in criptovalute sarebbe di 1,1 miliardi di dollari.

Michael Saylor

Patrimonio in criptovalute stimato: 600 milioni di dollari

L’amministratore delegato della società di analisi aziendale MicroStrategy è diventato un protagonista della scena del bitcoin nel 2020. Ha portato MicroStrategy a investire più di 1,1 miliardi di dollari nella criptovaluta, a un prezzo di circa 15.964 dollari (queste monete hanno oggi un valore di 2,4 miliardi). Ha parlato di preoccupazione per la svalutazione del dollaro statunitense in seguito alla decisione della Federal Reserve di stampare trilioni di dollari. Ora è alla guida di un piano per adattare il software aziendale all’analisi dei dati sui bitcoin.

Il valore delle azioni di MicroStrategy è quadruplicato dallo scorso 11 agosto, giorno in cui la società annunciò il primo acquisto di bitcoin. In ottobre, Saylor ha rivelato di avere speso di persona circa 175 milioni di dollari per 17.732 bitcoin, che oggi valgono 600 milioni. Se a questa cifra si aggiunge la sua quota del valore di 1,2 miliardi di dollari in MicroStrategy, siamo di fronte a un altro nuovo miliardario. “Il sogno americano richiede una valuta solida”, afferma Saylor.

Mike Novogratz

Patrimonio in criptovalute stimato: 478 milioni di dollari

Dopo una serie di investimenti sbagliati che hanno fatto andare in fumo buona parte del suo patrimonio, questo titano degli hedge fund, ex Goldman Sachs e Fortress Group, è rinato come guru delle criptovalute. Novogratz è il fondatore e amministratore delegato di Galaxy Investment Partners, specializzata nell’investimento e nello sviluppo di servizi legati alle criptovalute. Risulta avere investito personalmente 7 milioni di dollari in bitcoin nel 2013, per poi utilizzare questi asset per il seed funding di Galaxy. Sulla base di documenti consegnati nel settembre 2020, Forbes stima che gli asset in criptovalute di Galaxy abbiano un valore di circa 621 milioni di dollari, un balzo del 300% in quattro mesi. Poiché Novogratz possiede il 77% della società, il valore della sua quota è di 478 milioni di dollari. La cifra non include le criptovalute che detiene a titolo personale, che ha deciso di non rivelare.

Vitalik Buterin

Patrimonio in criptovalute stimato: 360 milioni di dollari

Anche il patrimonio dell’inventore di Ethereum – la seconda rete di criptovalute in ordine di grandezza, ora valutata 123 miliardi di dollari -, ha compiuto di recente un grande balzo. Buterin è conosciuto più per il suo interesse accademico e sociale nelle criptovalute che come investitore. Ciò non significa, tuttavia, che sia un martire della causa. Possiede al momento più di 333mila ether, che valgono circa 360 milioni di dollari. Un anno fa, quelle stesse monete digitali avrebbero avuto un valore di appena 45 milioni.

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