Assalto a Capitol Hill - Gli estremisti di destra si rifugiano su Signal e Telegram
Cultura

Raccoglie 150mila dollari per scrivere un libro su QAnon. Il riscatto di uno sceneggiatore fallito

Assalto a Capitol Hill - Gli estremisti di destra si rifugiano su Signal e Telegram
I sostenitori di Trump assaltano Capitol Hill, Washington DC- 6 gennaio 2021 (Photo by Samuel Corum/Getty Images)

Un giovane uomo, dopo tanti anni, si ritrova nella sua cameretta di adolescente. Ha appena postato questo messaggio su Twitter: “Bruciatela! Bruciatela quella città di degenerati e l’intera costa ovest in putrefazione!”. Ce l’ha con Hollywood, Los Angeles e la California che lo hanno respinto. Per quasi un decennio ha vissuto lì sognando di diventare sceneggiatore però fallendo completamente. Ora è tornato nella vecchia casa in New Jersey e la mattina fa colazione con mamma e papà. Succede che la normale amarezza diventi piano piano qualcosa di più sinistro e bruciante. Lo sceneggiatore fallito si trasforma in un crociato social che sventola la bandiera dei valori conservatori della tradizione. Il nemico: Hollywood e l’élite progressista.

È un personaggio rabbioso, paranoico, xenofobo. Ma è il suo vero primo successo. Il giovane uomo ha intuito come monetizzare alcuni dei suoi difetti. La verbosità eccessiva, la mancanza di ironia, la passione ingenua per gli intrecci troppo elaborati. Comincia a pubblicare lunghi e dettagliatissimi post su Gab, un social network frequentato dall’estrema destra. Nel frattempo, siamo all’inizio del 2018, prende piede QAnon, la teoria del complotto poi abbracciata da tanti sostenitori di Trump. Il succo del Q-pensiero è che le istituzioni americane, il cosiddetto stato profondo, sono controllate da una cabala di pedofili adoratori di Satana, composta principalmente da un’élite progressista fatta di politici democratici, giornalisti, magnati di Hollywood e altre figure istituzionali. Contro il Deep State si batte Donald Trump. A riferire di questo epico scontro tra bene e male c’è appunto l’anonimo Q, che si presenta come un alto funzionario governativo con accesso a informazioni riservatissime.

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Q distilla il suo sapere messaggio dopo messaggio su un altro social network popolato dalla destra estrema, 8kun. Ed è qui che si manifesta l’opportunità di carriera per il nostro sceneggiatore deluso, all’anagrafe Robert Cornero Jr. Perché il linguaggio di Q è oscuro e criptico, roba in codice da servizi segreti. Bisogna decifrarlo. Come in una specie di religione, gli adepti non si informano alla fonte, ma leggono il verbo interpretato. Ed ecco che Cornero Jr. diventa uno dei migliori apostoli. Con lo pseudonimo social Neon Revolt, chiaro riferimento a Matrix, Cornero mette in piedi una delle più grandi comunità di seguaci QAnon. Più di 650mila follower su Gab. Poi un blog, un podcast e un canale YouTube ancora attivo. Ma il vero coniglio dal cilindro è stato raccogliere 150mila dollari sul sito di crowdfunding Indiegogo per scrivere un libro intitolato Revolution Q: The Story of QAnon and 2nd American Revolution.

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Un tomo di 660 pagine diventato tra i testi più influenti nel movimento di Q. Era in vendita su tutti i negozi online, poi Amazon l’ha tolto dopo che i sostenitori di Trump hanno preso d’assedio il Congresso. Ed è dal libro che si poi è risaliti all’identità di Cornero Jr., che per parte sua ha sempre agito sotto pseudonimo. La società che lo ha pubblicato era intestata a lui, con sede legale a casa dei genitori. Non è comunque sfuggito che Cornero abbia rivenduto il suo manuale alla stessa comunità che lo aveva finanziato. Tra i seguaci di Q divulgare il verbo è un gesto nobile, ricavarne denaro invece è piuttosto disonorevole. Così a Cornero è stato affibbiato il nomignolo dispregiativo di paytriot (al posto di patriot, patriota). Ma Cornero una certa astuzia furfantesca l’aveva già dimostrata. Ci sono le tracce di un suo sito web personale, chiuso anni fa, in cui si vendeva come coach ad aspiranti sceneggiatori. Pretendeva di conoscere i trucchi per farsi largo nell’industria cinematografica. Senza aver mai venduto una sceneggiatura.

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