Articolo tratto dal numero di marzo 2021 di Forbes Italia. Abbonati!
l rinascimento dopo l’era Covid – che grazie alla scienza sentiamo sempre più tangibile – impone a ogni governo, azienda, operatore economico, un’azione verso politiche sempre più sostenibili che si fondano su un nuovo paradigma di come l’energia viene generata e utilizzata. La transizione energetica del ventunesimo secolo deve essere alla base della strategia di crescita del nostro Paese e dell’Unione, al fine di raggiungere un’economia moderna, efficiente per quanto concerne l’uso delle risorse e competitiva. Trasformare le sfide in opportunità è per Paolo Martini, ceo del Gruppo BE Power, azienda attiva nei servizi di ricarica per veicoli elettrici, attraverso un’infrastruttura proprietaria diffusa sul territorio, l’elemento fondante dell’evoluzione della mobilità. Uno dei pilastri fondamentali della transizione energetica, dove nuove tecnologie e l’esigenza di ridurre le emissioni, mirano non solo a rendere più vivibili le nostre città, ma modificano i comportamenti, cambiando le modalità di trasporto delle persone e delle merci.
Un contesto in continua evoluzione dunque, all’interno del quale le opportunità e le sfide sono molte. Come si posiziona Be Power in questo ecosistema?
Be Power nasce e si sviluppa in questo contesto, con l’obiettivo di dare un contributo importante alla nuova mobilità e lo scopo di renderla inclusiva per tutti. Nel corso dell’ultimo anno, nonostante le difficoltà dettate dalla contingenza storica, abbiamo continuato a realizzare, attraverso la controllata BE Charge, una delle più grandi e capillari reti di infrastrutture in Italia, installando più di 3.500 nuovi punti di ricarica per “democratizzare” la mobilità elettrica. Democratizzare per noi significa dare la possibilità a chiunque di muoversi con un’auto elettrica; indipendentemente dal fatto di avere un garage, cosa assai rara soprattutto nelle grandi città italiane, di possedere una utilitaria o una supercar, di spostarsi in città per fare semplicemente la spesa o viaggiare ovunque percorrendo le grandi arterie di comunicazione del Paese.
Quali obiettivi vi siete posti e come pensate di raggiungerli?
I risultati del 2020 sono solo l’inizio, il piano prosegue incessantemente in numero e potenza fino all’obiettivo di 30mila punti di ricarica da raggiungere nei prossimi anni. L’infrastruttura consiste in un mix di punti di ricarica a corrente alternata da 22 kW, prevalentemente urbani, ed in corrente continua fino a 300 kW, per assecondare qualsiasi esigenza e necessità degli automobilisti, i cui comportamenti mutano con l’evoluzione della tecnologia e degli stili di vita. Il progetto Shop&Charge presentato in occasione del lancio della nuova 500e con Fca e Carrefour ne è un esempio concreto. La sostenibilità a 360 gradi nella più quotidiana delle azioni, andare al supermercato, con la propria auto elettrica.
Il vostro modello di business copre quasi tutta la value chain ad esclusione del manufacturing. Vi definite più costruttori e gestori di infrastrutture o fornitori di servizio?
Costruiamo infrastrutture, ma abbiamo un‘anima digitale. Abbiamo sviluppato una delle piattaforme software più avanzate per la gestione dei punti di ricarica, sia nostri che di altri operatori, al fine di renderli a prova di futuro. Le case automobilistiche, probabilmente il player principale della transizione in atto, mettono sul mercato prodotti sempre più innovativi e performanti e la rete di ricarica deve essere adeguata ad accogliere nuove soluzioni e veicoli sempre più avanzati, connessi ed interconnessi tra loro. Allo stesso modo ci prendiamo cura degli utenti finali attraverso l’app e servizi digitali evoluti che rendono l’esperienza di ricarica sempre più agevole. I nostri punti di ricarica sono inoltre interoperabili, quindi accessibili, ad altri operatori italiani ed internazionali, il che consente una mobilità senza limiti in Italia ed Europa.
La stipula del recente accordo con Eni gas e luce è sicuramente un passaggio importante per voi e per il contesto generale. Quale impatto avrà questa partnership sul vostro piano di sviluppo?
La recente partnership strategica con Eni affonda le basi in un concetto ben preciso. Unire le forze per accelerare la transizione verso una mobilità più consapevole. La transizione energetica, che include necessariamente la nuova mobilità, è un gioco di squadra, la creazione di un ecosistema fatto di strategie interattive tra aziende spesso di dimensioni e natura diversa, ma costituite da persone che guardano nella stessa direzione. Il risultato è un’azione amplificata che porta al raggiungimento di obiettivi tangibili in meno tempo e con maggiore efficacia.
Le sfide sul piatto sono dunque molto ambiziose. Quali sono gli impegni che aspettano Be Power nel prossimo futuro?
Il 2021 ci vedrà impegnati su vari fronti, in primo luogo in un aumento significativo dei punti di ricarica e l’installazione di infrastrutture sempre più potenti e digitalmente evolute, ma soprattutto l’apertura ad una mobilità elettrica senza confini anche in altri Paesi europei. La mobilità elettrica è uno dei settori in cui il nostro Paese può primeggiare a livello internazionale, con accelerazioni sorprendenti. La prossima sfida è il rilancio economico e quando presto si potrà nuovamente viaggiare e visitare l’Italia, l’ambizione è quella di essere pronti ad accogliere una mobilità intelligente, sostenibile e consapevole.
Per altri contenuti iscriviti alla newsletter di Forbes.it CLICCANDO QUI .
Forbes.it è anche su WhatsApp: puoi iscriverti al canale CLICCANDO QUI .