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Mario Draghi, super green pass
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Sei missioni per cambiare l’Italia: cosa prevede il recovery plan approvato dal governo

221,1 miliardi di euro di investimenti per portare a termine sei “missioni”, vincere la crisi scaturita dal Covid-19 e rilanciare il paese Italia, in termini sia economici che strutturali. È questo il sunto principale del testo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, anche conosciuto come recovery plan, che si inserisce all’interno del programma Next Generation Eu, il pacchetto da 750 miliardi di euro concordato dall’Unione Europea in risposta alla pandemia.

Trasmesso nella giornata di ieri dal governo Draghi al Parlamento e rivisto in alcune sue parti rispetto a quello abbozzato dal Conte bis, il nuovo recovery plan italiano prevede 191,5 miliardi di euro finanziati attraverso il Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza, strumento chiave del Next Generation Eu, e ulteriori 30,6 miliardi come parte di un fondo complementare, finanziato con lo scostamento pluriennale di bilancio approvato nel Consiglio dei ministri del 15 aprile.

“Si tratta di un intervento epocale, che intende riparare i danni economici e sociali della crisi pandemica, contribuire a risolvere le debolezze strutturali dell’economia italiana e accompagnare il Paese su un percorso di transizione ecologica e ambientale”, dichiara la nota del Governo. “Il Piano ha come principali beneficiari le donne, i giovani e il Mezzogiorno”, si legge, “e contribuisce in modo sostanziale a favorire l’inclusione sociale e a ridurre i divari territoriali”.

Nel complesso, il 27% del Piano è dedicato alla digitalizzazione, il 40% agli investimenti per il contrasto al cambiamento climatico, e più del 10% alla coesione sociale.

Le sei missioni del recovery plan

Il piano si organizza in sei missioni:

  1. Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura”: 49,2 miliardi (di cui 40,7 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 8,5 miliardi dal Fondo). I suoi obiettivi sono promuovere la trasformazione digitale del Paese, sostenere l’innovazione del sistema produttivo e investire in due settori chiave per l’Italia, turismo e cultura. Gli investimenti previsti nel piano assicurano la fornitura di banda ultra-larga e connessioni veloci in tutto il Paese. In particolare, portano la connettività a 1 Gbps in rete fissa a circa 8,5 milioni di famiglie e a 9mila edifici scolastici che ancora ne sono privi, oltre ad assicurare connettività adeguata ai 12mila punti di erogazione del Servizio Sanitario Nazionale.  Viene avviato anche un Piano Italia 5G per il potenziamento della connettività mobile in aree a fallimento di mercato. Previsti anche incentivi per l’adozione di tecnologie innovative e competenze digitali nel settore privato e per il rafforzamento delle infrastrutture digitali della pubblica amministrazione, ad esempio facilitando la migrazione al cloud.
    Per turismo e cultura, invece, sono previsti interventi di valorizzazione dei siti storici e di miglioramento delle strutture turistico-ricettive.
  2. Rivoluzione verde e transizione ecologica”: 68,6 miliardi (di cui 59,3 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 9,3 miliardi dal Fondo). I suoi obiettivi sono migliorare la sostenibilità e la resilienza del sistema economico e assicurare una transizione ambientale equa e inclusiva. Entrando nel merito, il recovery plan prevede investimenti e riforme per l’economia circolare e la gestione dei rifiuti, per raggiungere target ambiziosi come il 65% di riciclo dei rifiuti plastici e il 100% di recupero nel settore tessile. Risorse anche per il rinnovo del trasporto pubblico locale, con l’acquisto di bus a bassa emissione, e per il rinnovo di parte della flotta di treni per il trasporto regionale con mezzi a propulsione alternativa. Sono previsti corposi incentivi fiscali per incrementare l’efficienza energetica di edifici privati e pubblici. Le misure consentono la ristrutturazione di circa 50mila edifici l’anno. Senza dimenticare importanti investimenti nelle fonti di energia rinnovabile, nelle infrastrutture idriche (con l’obiettivo di ridurre le perdite nelle reti per l’acqua potabile del 15%), il sostegno alla filiera dell’idrogeno e la riduzione del dissesto idrogeologico.
  3. Infrastrutture per una mobilità sostenibile”: 31,4 miliardi (di cui 25,1 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 6,3 miliardi dal Fondo). L’obiettivo primario è lo sviluppo razionale di un’infrastruttura di trasporto moderna, sostenibile ed estesa a tutte le aree del Paese. Di conseguenza, sono previsti investimenti nei trasporti ferroviari ad alta velocità. Con significativi miglioramenti nei tempi di percorrenza, soprattutto nel centro-sud (ad esempio, si risparmierà un’ora e 30 minuti sulla tratta Napoli-Bari, un’ora e 20 minuti sulla tratta Roma-Pescara, e un’ora sulla tratta Palermo-Catania). Previsti anche investimenti nella modernizzazione e il potenziamento delle linee ferroviarie regionali, sul sistema portuale e nella digitalizzazione della catena logistica.
  4. Istruzione e Ricerca”: 31,9 miliardi di euro (di cui 30,9 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 1 miliardo dal Fondo). L’obiettivo: rafforzare il sistema educativo, le competenze digitali e tecnico-scientifiche, la ricerca e il trasferimento tecnologico. Per farlo, il recovery plan prevede investimenti negli asili nido, nelle scuole materne, nei servizi di educazione e cura per l’infanzia. Si prevede di creare 152mila posti per i bambini fino a 3 anni e 76mila per i bambini tra i 3 e i 6 anni.
    Previsto anche il risanamento strutturale degli edifici scolastici, con l’obiettivo di ristrutturare una superficie complessiva di 2,4 milioni di metri quadrati. In programma anche una riforma dell’orientamento, dei programmi di dottorato e dei corsi di laurea, ad esempio con l’aggiornamento della disciplina dei dottorati e un loro aumento di circa 3mila unità. Sviluppando al contempo l’istruzione professionalizzante e rafforzando la filiera della ricerca e del trasferimento tecnologico.
  5. Inclusione e coesione”: 22,4 miliardi (di cui 19,8 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 2,6 miliardi dal Fondo). Con l’obiettivo di facilitare la partecipazione al mercato del lavoro, anche attraverso la formazione, rafforzare le politiche attive del lavoro e favorire l’inclusione sociale, il governo investe nello sviluppo dei centri per l’impiego e nell’imprenditorialità femminile, con la creazione di un nuovo Fondo impresa donna. Si rafforzano i servizi sociali e gli interventi per le vulnerabilità (ad esempio con iniziative dei Comuni per favorire una vita autonoma alle persone con disabilità). Senza dimenticare investimenti infrastrutturali per le Zone economiche speciali e interventi di rigenerazione urbana per le periferie delle città metropolitane.
  6. “Salute”: 18,5 miliardi (di cui 15,6 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 2,9 miliardi dal Fondo). Con l’obiettivo di rafforzare la prevenzione e i servizi sanitari sul territorio, modernizzare e digitalizzare il sistema sanitario e garantire equità di accesso alle cure, il recovery plan investe nell’assistenza di prossimità diffusa sul territorio e attiva 1.288 case di comunità e 381 ospedali di comunità. Potenziando l’assistenza domiciliare per raggiungere il 10% della popolazione con più di 65 anni, la telemedicina e l’assistenza remota, con l’attivazione di 602 Centrali operative territoriali. Previsti investimenti anche nell’aggiornamento del parco tecnologico e delle attrezzatture per diagnosi e cura, con l’acquisto di 3.133 nuove grandi attrezzature, nelle infrastrutture ospedaliere (ad esempio con interventi di adeguamento antisismico) e nell’infrastruttura tecnologica per la raccolta, l’elaborazione e l’analisi dei dati, inclusa la diffusione del Fascicolo sanitario elettronico.

Come evidenziato dal governo, il piano prevede anche un ambizioso programma di riforme, per facilitare la sua attuazione e contribuire alla modernizzazione del Paese e all’attrazione degli investimenti. Dalla riforma della Pubblica Amministrazione, per affrontare l’assenza di ricambio generazionale, lo scarso investimento sul capitale umano e la bassa digitalizzazione, a quella della giustizia, per intervenire sull’eccessiva durata dei processi e ridurre il forte peso degli arretrati giudiziari.

Al Sud il 40% degli investimenti

Il recovery plan destina 82 miliardi al Mezzogiorno su 206 miliardi ripartibili secondo il criterio del territorio, per una quota del 40%. In particolare:

  • Gli investimenti nelle infrastrutture e nella mobilità sostenibile sono pari a 14,5 miliardi (il 53% del totale) e intervengono sull’alta velocità, sul sistema portuale e sulla viabilità nell’Italia interna.
  • 8,8 miliardi per interventi di inclusione e coesione (39% del totale)
  • 14,6 miliardi per misure nell’istruzione e la ricerca (46%): questi includono la creazione di nuovi asili, un incremento delle infrastrutture sociali, e politiche per il lavoro.

Guardando invece all’impatto complessivo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sul Pil nazionale, il governo lo stima in circa 16 punti percentuali fino al 2026 (24 per il Sud). Ci si aspetta, quindi, che nel 2026 il Pil sarà di 3,6 punti percentuali più alto rispetto allo scenario di base e che, nell’ultimo triennio dell’orizzonte temporale (2024-2026), l’occupazione sarà più alta di 3,2 punti percentuali.

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