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Cos’è il Recovery Fund presentato dall’Ue e come funzionerà

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La tanto agognata risposta europea al coronavirus prende ufficialmente forma. Dopo i continui batti e ribatti e i no dei paesi del Nord Europa alle richieste di diversi Stati membri (tra cui l’Italia), l’asse franco-tedesco, andato in scena la scorsa settimana, sembra aver dato i suoi frutti.

Durante la seduta plenaria di oggi dell’Europarlamento, iniziata all’ora di pranzo, la presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen, ha presentato ufficialmente la proposta del cosiddetto recovery fund (ribattezzato in “Next Generation Eu”), ossia il fondo di ripresa associato al bilancio a lungo termine dell’Unione Europea (2021-2027). 

Stando a quanto dichiarato durante la seduta plenaria e a quanto contenuto nel tweet di Paolo Gentiloni, commissario con delega agli Affari economici dell’Unione Europea, il recovery fund presentato da Ursula Von der Leyen è ancora più generoso rispetto a quello immaginato dal presidente francese Emmanuel Macron e della cancelliera tedesca Angel Merkel.

Si parla, infatti, non di una dotazione di 500 miliardi di euro, ma di 750 miliardi di euro, che dovrebbero essere divisi in questo modo: 500 miliardi sotto forma di sovvenzioni, e quindi a fondo perduto, e 250 miliardi sotto forma di prestiti. Proposta confermata e accettata di buon grado anche dal premier Giuseppe Conte, che su Twitter ribadisce: “Ottimo segnale da Bruxelles, va proprio nella direzione indicata dall’Italia”.

All’Italia la fetta più grossa

Anche se ancora si parla espressamente di una proposta, visto che ancor prima di essere realizzato il recovery fund deve essere approvato dai 27 paesi membri (e per questo bisognerà attendere il prossimo vertice europeo che dovrebbe andare in scena a metà giugno), secondo le indiscrezioni riportate da Reuters, l’Italia dovrebbe essere il paese che godrà della fetta maggiore. 

Nel dettaglio, il governo italiano potrebbe ricevere in totale 173 miliardi di euro: 82 a fondo perduto (complessivamente più delle risorse finanziarie impegnate per il decreto Cura Italia e per quello Rilancio), 91 in prestiti. 

La Spagna, che insieme all’Italia è uno dei paesi europei più colpiti dal coronavirus, dovrebbe invece ricevere la seconda quota più alta: 140 miliardi di euro (77 di sovvenzioni e 63 di prestiti). La Polonia risulterebbe il terzo paese con 63,8 miliardi. Francia e Germania, invece, dovrebbe ricevere, in termini di sovvenzioni, meno della metà dell’Italia: rispettivamente 38,7 e 28,6 miliardi di euro

Cos’è e come funziona il recovery fund (o il “Next Generation Eu”)

Secondo quanto dichiarato oggi dalla Von der Leyen, il recovery fund, o meglio il “Next Generation Eu”, “è un fondo che si aggiungerà a un Quadro finanziario pluriennale (Qfp) che è stato riveduto a 1.100 miliardi, arrivando così ad un totale di 1.850 miliardi”. Bisogna ricordare che a questa cifra vanno sommati i 550 miliardi delle misure già approvate: Mes light, Sure per la disoccupazione e fondi Bei. Ciò significa che il piano europeo per la ripresa si attesta a circa 2.400 miliardi di euro. 

Entrando più nel dettaglio, il recovery fund, sarà finanziato direttamente dai mercati tramite le emissioni di obbligazioni proprio da parte della Commissione europea.  Ciò significa che a essa saranno affidati nuovi poteri di finanziamento che, fino ad ora, sono limitati alla Banca europea degli investimenti e al Mes. È importante evidenziare che i titoli avranno scadenze diverse, ma l’impegno è di rimborsarli entro il 2058 e non prima del 2028. 

Inoltre, Ursula Von der Leyen ha lanciato un importante segnale ai paesi membri per ripagare il debito, dichiarando che “la Commissione proporrà poi nuove forme per il recupero dei fondi, sul commercio delle emissioni o con una tassa sull’emissione di CO2 oppure pensiamo a una tassa sul digitale. Chi genera miliardi di utili dovrà versare un contributo per il bene comune”.

Quanto al suo funzionamento, la proposta della Commissione guarda pressoché al futuro. Le risorse, infatti, dovranno essere utilizzate non solamente per il rilancio, ma soprattutto per modernizzare l’attuale sistema economico. Ciò significa che le priorità saranno due pilastri ben precisi: digitale e ambiente.

Proprio per questo, come spiegato dal vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis ogni paese membro dovrà presentare un proprio piano nazionale che sarà valutato da Bruxelles. In sintesi, l’uso dei fondi del Next Generation Eu sarà strettamente legato alle misure nazionali e alle raccomandazioni specifiche per paese.

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