Al mercato e, in particolare agli azionisti, non sono affatto piaciuti i dati economici e previsionali del secondo trimestre, rilasciati nella giornata di ieri dalla società di servizi di teleconferenza fondata dal miliardario Eric Yuan. Al quale non è bastato sottolineare che Zoom per la prima volta nella storia è riuscita a garantire in un trimestre un fatturato di miliardo di dollari (in crescita del 54% rispetto allo scorso anno) e che oggi può essere considerato un marchio globale che conta oltre mezzo di milione di clienti.
La vendita delle azioni Zoom è scattata a causa dei tagli alla guidance per i prossimi mesi. La società, infatti, ha reso noto di aspettarsi per il terzo trimestre che le entrate dovrebbero essere comprese tra gli 1,015 miliardi e gli 1,020 miliardi di dollari, con utile adjusted compreso tra 1,07-1,08 dollari (contro la previsione precedente di 1,10 dollari); mentre per l’anno completo che dovrebbero essere tra i 4,005 miliardi di dollari e i 4,015 miliardi di dollari, con un utile adjusted compreso tra 4,75 e 4.79 dollari. Si tratterebbe, quindi, di un rallentamento della crescita che a Wall Street non è affatto andata giù. Nonostante il fatto che si tratterebbe di un +31% nel terzo trimestre e un +51% per l’anno complessivo.
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Zoom: gli altri numeri della trimestrale
Oltre agli 1,021 miliardi di dollari di entrate totali, Zoom nel secondo trimestre ha registrato un reddito operativo non GAAP di 424,7 milioni, di dollari, in crescita rispetto ai 277 milioni registrati nel corrispettivo precedente, 5,1 miliardi di dollari di liquidità, un flusso di cassa di 468 milioni di dollari e un utile netto di 316,9 milioni (1,04 dollari per azione), in crescita rispetto alle stime degli analisti. Numeri positivi che, però, non sono bastati per frenare la corsa alla vendita odierna.
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