Lifestyle

Viaggio dentro la più grande nave da crociera mai costruita in Italia

Rosalia Scaldaferri è seduta a bordo nave su una poltrona di raso viola che volge il fianco alle banchine del porto maltese de La Valletta. L’espressione al contempo cordiale e risoluta, rivela postumi di stanchezza. In qualità di director dello Yacht Club, l’area più esclusiva delle navi MSC riservata ad ospiti particolarmente esigenti, ha un bel da fare. Il suo lavoro consiste, tra le altre cose, nel gestire le richieste quotidiane dei crocieristi, dalle meno impegnative alle più laboriose.

In questo frangente si tratta della Seashore, l’ultima nata in casa MSC, che la società marittima partenopea e il costruttore Fincantieri hanno definito all’unisono “la nave più grande mai costruita in Italia”. I numeri forniti a corredo inquadrano la portata dell’operazione: realizzata grazie all’impiego di 4.300 maestranze e costata 1 miliardo di euro, Seashore genererà, secondo i due partner, una ricaduta sull’economia italiana di quasi 5 miliardi. A moltiplicare ulteriormente gli impegni di bordo di Scaldaferri – che lei, 24 anni in MSC, affronta con un roccioso spirito di dedizione – c’è l’altissima stagione in corso.

Inaugurata lo scorso primo agosto, Seashore è alla sua terza traversata del Mediterraneo occidentale lungo la tratta Savona- Napoli-Messina-La Valletta-Barcellona-Marsiglia. Complici le zone bianche e i Green Pass, nella settimana focale del mese, quella di Ferragosto, spalmati sui 339 metri di lunghezza della nave si muovono 4.500 passeggeri su una capienza massima, personale escluso, di 5.632 persone.

Alla conciergerie dello Yacht Club sono invece “solo” 300 i nominativi in lizza – perlopiù turisti italiani, francesi, spagnoli e tedeschi – su una concorrenza di 340 luxury suite disponibili. La lettura di questi numeri rivela un quadro in chiaroscuro: se da una parte, come tutte le altre compagnie marinare, MSC sta scontando l’onda lunga della crisi di presenze provocata dalla pandemia, dall’altra sta riguadagnando un po’ alla volta le soglie di quel 90-95% di occupazione fisica che gli addetti ai lavori segnano come il punto di break-even, quello oltre il quale, al netto degli altissimi costi di gestione, la nave inizia a inanellare utili.

Certo, agosto con il suo carico forte di vacanzieri arriva solo una volta l’anno; se però non ci saranno nuove cancellazioni o slittamenti sul palinsesto dettato dal virus, la compagnia napoletana (il cui core è il cargo, andato a gonfie vele nel 2020) sarà sulla buona strada per riportare tutta la propria flotta sulla scia dell’ammiraglia Grandiosa, che lo scorso anno era stata la prima nave al mondo a riprendere il mare dopo lo stop forzato alle crociere.

Per una naturale simmetria con le enormi dimensioni della nave, quello di Seashore è il più spazioso mai costruito: 3mila metri quadri di spazio che, spiega l’event coordinator di bordo Alessandra Massa, ospitano per la prima volta su tre ponti 131 suite, 36 in più di quelle presenti negli Yacht Club delle altre navi MSC dotate di aree luxury. I prezzi delle cabine in altissima stagione partono dai 5mila euro a settimana per i 25 metri quadri di una classica deluxe suite agli 8mila richiesti per accedere alle due sontuose owner’s suite: due attici galleggianti di 98 metri quadri ciascuno con vasca idromassaggio privata, zona living all’aperto e maggiordomo h24. A fronte dei prezzi più elevati, Seashore riserva agli occupanti delle sue aree lusso una serie di privilegi (quasi) all-inclusive: prelazione su ingressi, sbarchi e operazioni da compiere sulla nave; tailoring per shopping ed escursioni; top sail riservato – una grande lounge costruita sui ponti più alti di prua, proprio sotto la plancia di comando, dove sorseggiare un tè pomeridiano, un aperitivo o ricavarsi un angolo per lo smart working vista mare; un ristorante panoramico con menu gourmet alla carta e il one pool deck più esteso della flotta: 2mila metri quadri con piscina centrale, Jacuzzi otto posti, solarium, punti ristoro e cabanas private.

    MSC Seashore
    MSC Divina, Deluxe Suite

Come per una sorta di osmosi attivata dai badge personali, nessuno dall’esterno può entrare nel club se non invitato; viceversa, gli iscritti possono decidere se e quando usufruire delle altre zone e attrazioni della nave, dal buffet generale Marketplace, ai teatri, ai pub e ai ristoranti tematici sul deck 8. Ponte che, come gli altri 13 (manca il 17, per scaramanzia; allo stesso modo, in teatro alla fila 16 segue la 18), è stato disegnato per far avvertire ai crocieristi una maggiore vicinanza all’acqua e garantire una scorrevolezza che si era in parte inceppata sulle sorelle minori di Seashore – Seaside e Seaview – inaugurate nel 2017 e nel 2018. L’idea classicheggiante di una “nave di lusso nella nave” fu partorita dall’armatore Gianluigi Aponte nel 2008. L’obiettivo era quello di offrire maggiore esclusività a chi, pur amando le crociere, avrebbe mal digerito la prospettiva di fare lunghe file all’imbarco o di non trovare una sdraio libera ai lati di una piscina affollata. Partendo dalle classi Fantasia, quel concept si è evoluto nel tempo.

Oggi gli Yacht Club sono presenti su 11 navi MSC: penultimo in ordine di inaugurazione quello sulla MSC Virtuosa, avviato da Scaldaferri poco prima della partenza della gemella della Grandiosa per le sue crociere nel Regno Unito. La replicazione delle aree club su tutte le navi di nuova generazione della compagnia ha una spiegazione intuitiva, prima ancora che di mercato: il lusso – sia esso più o meno accessibile – è sempre richiesto, in alta e in bassa stagione, anche su navi che si rivolgono a un pubblico generalista. È questa l’onda lunga sulla quale MSC ha deciso di navigare quando, lo scorso giugno, ha annunciato una virata inedita dai suoi due business principali – il cargo e le crociere mass market – con la nascita del marchio Explora Journeys, dedicato proprio alle crociere di alta fascia.

MSC Seashore

Il nuovo brand prenderà le fattezze di quattro navi boutique di “appena” 64mila tonnellate l’una di stazza lorda e 480 suites a testa – tutte fronte mare e prezzi all-inclusive – con consegna prevista tra il 2023 ed il 2026. Capeggiate dalla Explora 1, il cui taglio della lamiera si è tenuto lo scorso giugno, le nuove imbarcazioni punteranno le proprie carte su quelle che già da ora gli addetti ai lavori inquadrano come le tendenze turistiche del futuro: esperienzialità e intimizzazione del viaggio (il rapporto ospite-equipaggio sarà 1.25 a 1, contro l’attuale 3.77 di una grande nave come la Seashore), sartorializzazione del lusso e sostenibilità a bordo, grazie alla riduzione delle emissioni di ossido di azoto del 90% e alla possibilità di alimentazione da terra per evitare le emissioni di CO2 durante l’ormeggio.

In attesa delle nasciture sorelle minori, dopo aver concluso il suo itinerario sul Mediterraneo Seashore salperà il prossimo 31 ottobre da Genova per una crociera di 18 notti verso il Nord America. Dal 20 novembre, con partenza da Miami, la nave offrirà poi crociere di sette notti nei Caraibi alla volta di San Juan (Porto Rico), Charlotte Amalie (Saint Thomas), Puerto Plata (Repubblica Dominicana) e la destinazione più attesa, inaugurata nell’immediato pre-pandemia: Ocean Cay, la riserva marina che MSC ha costruito alle Bahamas, visitabile solo dai suoi crocieristi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Per altri contenuti iscriviti alla newsletter di Forbes.it CLICCANDO QUI .

Forbes.it è anche su WhatsApp: puoi iscriverti al canale CLICCANDO QUI .