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Salario minimo europeo, via libera del Consiglio: cos’è e come funziona

L’introduzione del salario minimo europeo è sempre più vicina. Dopo il via libera della Commissione, oggi anche il Consiglio Ue ha dato il suo benestare alla proposta presentata dai ministri europei per il Lavoro e le politiche sociali, che mira a garantire una retribuzione equa del lavoro e un tenore di vita dignitoso. Da sempre uno dei “principi del pilastro europeo dei diritti sociali”, sottolinea in una nota ufficiale il Consiglio.

“Non possiamo accettare che persone che mettono tutte le loro energie nel lavoro vivano in condizioni di povertà e non possano permettersi un tenore di vita dignitoso”, ha commentato Janez Cigler Kralj, presidente di turno del Consiglio e ministro sloveno del Lavoro, della famiglia, degli affari sociali e delle pari opportunità. “Questa legge sarà un grande passo per un’equa retribuzione”.

Oltre a migliorare le condizioni di lavoro e di vita, il progetto di legge “stabilisce un quadro per promuovere livelli adeguati di salari minimi, promuovere la contrattazione collettiva e migliorare l’accesso effettivo alla protezione di quei lavoratori che hanno diritto a un salario minimo”, evidenzia la nota. 

Cos’è il salario minimo europeo

Per salario minimo si intende la retribuzione minima che per legge una persona riceve per il suo lavoro. E anche se l’importo varia da un paese Ue all’altro, nella maggior parte dei casi, comunque, non è sufficiente a coprire tutte le spese quotidiane. Nel 2018, su 10 lavoratori a salario minimo, quasi 7 hanno incontrato difficoltà a far quadrare i conti. Facendo emergere, inoltre, un altro dato molto allarmante: circa il 10% dei lavoratori europei è a rischio povertà.

Salario minimo nell’Ue: le differenze

La differenza tra i salari minimi mensili all’interno dell’Ue è abbastanza ampia: si va dai 332 euro della Bulgaria ai 2.202 del Lussemburgo (ovviamente, le differenze riflettono anche il diverso costo della vita). Nell’Ue, ne esistono due forme:

  • Salari minimi legali: sono regolati da statuti o leggi formali. La maggior parte degli Stati membri dispone di tali norme.
  • Salari minimi determinati dai contratti collettivi: gli stipendi sono determinati attraverso accordi collettivi tra sindacati e datori di lavoro e talvolta includono salari minimi. Attualmente esistono in sei paesi dell’Ue: Austria, Danimarca, Cipro, Finlandia, Italia e Svezia.

La proposta

Nel 2020 la Commissione ha pubblicato una proposta di direttiva per garantire un’adeguata retribuzione. La proposta non punta solo a proteggere i lavoratori, ma anche a colmare il divario retributivo di genere, a rafforzare gli incentivi al lavoro e a creare condizioni di parità nel mercato unico.

La proposta approvata oggi dal Consiglio tiene conto delle competenze nazionali e della libertà contrattuale delle parti sociali, senza fissare il livello dei salari minimi. Inoltre, si propone di promuovere la contrattazione collettiva dei salari in tutti i paesi membri. Per i paesi con salario minimo legale, l’obiettivo è garantire che gli importi fissati siano adeguati, tenendo conto delle condizioni socioeconomiche e delle differenze regionali e settoriali.

Salario minimo europeo: i passi per salvaguardarlo

Promozione della contrattazione collettiva 

I ministri hanno convenuto che i paesi dovrebbero promuovere il rafforzamento della capacità delle parti sociali di impegnarsi nella contrattazione collettiva. Se la copertura della contrattazione collettiva è inferiore al 70%, dovrebbero anche stabilire un piano d’azione per promuoverla.

Adeguatezza del salario minimo 

Per promuovere l’adeguatezza dei salari minimi di legge e, quindi, raggiungere condizioni di vita e di lavoro dignitose, gli stati membri devono aggiornarli, in modo regolare e tempestivo, secondo criteri stabiliti. L’importo – specifica il Consiglio – può essere adeguato mediante meccanismi di indicizzazione automatica.

Accesso effettivo

Per garantire l’accesso e la tutela al salario minimo saranno disponibili informazioni facilmente accessibili e saranno predisposti controlli, ispezioni e sanzioni per i datori di lavoro inadempienti. Senza dimenticare la possibilità di far valere il proprio diritto di ricorso.

Raccolta dati e reportistica

Il testo concordato prevede che gli Stati membri monitorino la copertura e l’adeguatezza dei salari minimi. Inoltre, sarà loro richiesto di riferire ogni due anni alla Commissione sul tasso di copertura della contrattazione collettiva, sul livello dei salari minimi di legge e sulla quota di lavoratori coperti. Gli Stati membri con contratti esclusivamente collettivi devono riferire sui tassi salariali più bassi fissati dai contratti collettivi e sulle retribuzioni di coloro che non sono coperti da contratti collettivi. La Commissione analizzerà i dati e riferirà al Consiglio e al Parlamento europeo.

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