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Gli utenti russi si affidano alle criptovalute per aggirare le sanzioni: volano Bitcoin ed Ethereum

Riparte la corsa alle criptovalute. Dopo il ribasso accusato in seguito alla decisione della Russia di invadere l’Ucraina, nelle ultime ore Bitcoin ed Ethereum stanno facendo registrare dei rialzi superiori al 10%, attestandosi rispettivamente a quota 44mila dollari e a quasi 3mila dollari. In netto rialzo anche Dogecoin e Cardano. 

Fatti principali

  • Dopo il ribasso avvertito per la decisione di Vladimir Putin di invadere l’Ucraina, oggi il mercato delle criptovalute sta facendo registrare un aumento diffuso.
  • Il bitcoin ha nuovamente sfondato la quota dei 44mila dollari. Facendo quindi registrare una crescita di poco oltre del 10%. Ethereum fa anche meglio. E, grazie a un rally del 15%, si avvicina ai 3mila dollari ($2.995)
  • In crescita anche Dogecoin (la criptovaluta preferita dal miliardario di Tesla Elon Musk) e Cardano, che stanno crescendo di quasi il 7%

In cifre

Secondo quanto evidenziato dalla piattaforma di trading di criptovalute Coinglass, nelle ultime 24 ore più di 75mila trader hanno liquidato le loro posizioni, per un valore pari a circa 351 milioni di dollari.

I russi utilizzano le criptovalute per aggirare le sanzioni?

Secondo quanto riportato da Bloomberg, il rally delle ultime ore del mercato delle criptovalute potrebbe essere conseguente alla decisione dell’Ue e dei paesi della Nato di escludere selettivamente le principali banche russe dal sistema Swift, e di congelare le riserve in valuta estera della Banca centrale russa. Sanzioni che se da una parte hanno mandato ai minimi storici le quotazioni del rublo, dall’altra avrebbero portato i russi verso la strada dei Bitcoin e delle altre cripto, essendo ovviamente transazioni difficili da rintracciare e bloccare.

Lo stesso Mykhailo Fedorov, vice primo ministro dell’Ucraina e ministro della Trasformazione digitale, è intervenuto sul tema, lanciando un appello su Twitter. “Chiedo a tutti i principali exchange di criptovalute di bloccare gli indirizzi degli utenti russi. È fondamentale bloccare non solo gli indirizzi legati ai politici russi e bielorussi, ma anche sabotare gli utenti comuni”.

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