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Intel investirà 80 miliardi in Europa in dieci anni. In Italia ne arriveranno 4,5

Intel ha annunciato uno storico piano di investimenti da 80 miliardi di euro nell’Unione europea nei prossimi dieci anni. L’enorme domanda di semiconduttori ha convinto l’azienda di Santa Clara, in California, a un passo che riguarda l’intera catena del valore dei chip avanzati, dalla fase di ricerca e sviluppo fino alla produzione.

In Germania i maggiori investimenti

I primi 17 miliardi saranno allocati in Germania, per finanziare la nascita di due mega fabbriche di chip d’avanguardia a Magdeburgo. Altri 12 miliardi andranno ad ampliare la fabbrica di Leixlip, in Irlanda.

Alla base della produzione di microchip di nuovissima generazione c’è sempre la fase di ricerca e sviluppo. Con questo fine verrà creato in Francia un nuovo centro di r&d, design e produzione. Tra i paesi coinvolti ci saranno anche Irlanda, Italia, Polonia e Spagna.

Il forte impatto sull’economia europea viene così descritto dall’amministratore delegato di Intel, Pat Gelsinger: “I nostri investimenti sono un passo importante sia per Intel che per l’Europa. L’Eu Chips Act consentirà ad aziende private e governi di collaborare per rafforzare drasticamente la posizione dell’Ue nel settore dei chip. Il futuro digitale dell’Europa passa per l’innovazione e per la ricerca e sviluppo. Intel è impegnata su questi due fronti”.

I progetti Intel in Italia

In Italia sono in corso trattative con un investimento potenziale di 4,5 miliardi di euro. Intel creerebbe con questa fabbrica 1.500 posti di lavoro, cui si aggiungerebbero 3.500 posti tra fornitori e partner. Le operazioni partiranno tra il 2025 e il 2027.

I 4,5 miliardi potenziali – in stato di negoziazione – riguardano un impianto all’avanguardia nella seconda fase di produzione dei chip. Ma in che cosa consiste questa seconda fase? “Dopo che è stato prodotto il cosiddetto wafer di silicio nelle mega-fabbriche, i ‘die’ (la sottile piastrina di materiale semiconduttore su cui è stato realizzato il circuito elettronico integrato) vengono ritagliati”, spiegano da Intel Italia. “Si costruisce quindi il prodotto finito, il processore. Questa fase viene definita back end, ossia il packaging del die, l’assemblaggio e il test”.

Nicola Procaccio, country lead Italia di Intel, commenta così la nuova ondata di investimenti: “Siamo entusiasti del ruolo dell’Italia nei piani di rafforzamento della filiera dei chip nell’Unione europea. Ci aspettiamo opportunità di crescita e di innovazione dalla nostra annunciata acquisizione di Tower Semiconductor, che ha una collaborazione significativa con STMicroelectronics e la fabbrica ad Agrate Brianza. Gli investimenti che abbiamo programmato sono un passo cruciale sia per Intel che per l’ambizione europea nel settore”.

L’ecosistema europeo dei semiconduttori

Questo ecosistema europeo di semiconduttori all’avanguardia sarà in grado di sostenere la transizione verde e darà un contributo al Green Deal dell’Unità Europea. Infatti, più i chip sono efficienti e performanti, minore è l’impatto sull’ambiente. In ambito sperimentazione e ricerca, Intel ha siglato una partnership con il Barcelona Supercomputing Center per un supercomputer zettascale del prossimo decennio, con una capacità di calcolo eccezionale. Attive anche le collaborazioni con istituti di ricerca europei fra cui Leonardo, Istituto Nazionale Fisica Nucleare, Cineca.

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