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Viaggio nel Bellunese, dove si concentra il 70% del mercato mondiale dell’occhialeria di fascia medio-alta

Tutto ebbe inizio in un vecchio mulino, a Calalzo di Cadore, fra le cime di Belluno. Era il 1878 e Angelo Frescura, di professione pettener (ovvero commerciante di pettini d’osso), in quel mulino dismesso lanciava una fabbrica di occhiali: la prima delle centinaia di oggi. Non si rassegnava all’idea che l’Italia importasse occhiali dall’estero, dalla Francia in primis. E con tenacia montanara, insieme ai soci Giovanni Lozza e al fratello Leone, diede nuovo lustro alle antiche glorie, rilanciando ciò che già Venezia aveva brevettato nella seconda metà del 1200, ma a un certo punto disperso.

Industrializzò l’attività, fece propri i valori e i sogni di quella che per l’Europa era la seconda rivoluzione industriale, ma per buona parte dell’Italia la prima in assoluto. In coda all’Ottocento, l’opificio arrivò a produrre 500 occhiali al giorno. Nel 1910, poi, un’altra svolta su spinta di Ulisse Cargnel, di Pieve di Cadore: si passò alla fabbricazione delle montature in celluloide, più economiche rispetto alle metalliche.

Frescura aveva così gettato il seme di un’industria che oggi in Italia impiega 18mila addetti, dei quali ben 12.870 nella provincia di Belluno e 2.309 nell’area di Treviso. Dato eclatante se si considera che il Bellunese conta poco più di 200mila abitanti. In questo distretto – che copre tutta la provincia di Belluno e dell’Alta Trevigiana con aree di forza nel Cadore, Agordino, Longaronese, Alpago e Feltrino – si concentra infatti l’80% della produzione nazionale e il 70% del mercato mondiale dell’occhialeria di fascia medio-alta. Numeri grazie ai quali l’Italia si aggiudica una serie di primati: come il fatto di essere il primo produttore e primo esportatore al mondo di occhiali da sole e montature di fascia alta, con un fatturato annuo di circa quattro miliardi di euro, il 75% del quale frutto di esportazioni, secondo i dati di Anfao, l’Associazione italiana fabbricanti articoli ottici.

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La sede di Gatto Astucci, a Domegge di Cadore.

Qui la specializzazione nel mondo dell’occhialeria è altissima: si va dalle montature alle minuterie, macchinari e attrezzature di produzione, trattamenti galvanici, astucci e lenti. Le sedi d’impresa sono 485, tra cui giganti di settore come Luxottica (legata ormai alla francese Essilor dal 2017), Safilo, De Rigo, Marcolin. Attorno al quartetto di leader indiscussi c’è un magma di micro, piccole e medie aziende che costituiscono la filiera dell’occhiale. Imprese che hanno saputo capitalizzare i vantaggi agglomerativi azionando la leva della complementarietà, e si sono specializzate in alcune fasi della produzione e subfornitura per i grandi detentori di mercato.

Qui la filosofia del “piccolo è bello” trova la sua massima espressione. Il 68,7% delle aziende bellunesi e il 78,4% delle trevigiane sono infatti microimprese, dunque con al massimo nove addetti. Il 17,3% di quelle bellunesi e il 12% delle trevigiane sono piccole imprese (10-49 addetti), mentre le medie imprese (50-249 addetti) rappresentano il 5,6% delle bellunesi e il 2,1% delle trevigiane. Solo nella provincia di Belluno sono presenti cinque grandi imprese (250 addetti e oltre). Dalla suddivisione degli addetti per classi si nota che in provincia di Belluno quasi l’80% degli addetti si concentra nella grande impresa, il 9,5% nella media, il 6,9% nella piccola e il restante 3,8% nella microimpresa. In provincia di Treviso gli addetti per classi si distribuiscono per il 35% nella micro e piccola impresa mentre il 30% è impegnato nella media impresa.

Fra Belluno e Treviso, in termini di addetti del territorio, le attività manifatturiere pesano per quasi il 40% e più della metà del valore della produzione (vale a dire i ricavi), sia del 2019 sia del 2020, è stato generato dalle attività manifatturiere. Nello specifico, il comparto dell’occhialeria a Belluno ha pesato per il 37% nel 2019 e 32% nel 2020 (percentuali che a Treviso scendono allo 0,4%), generando 2,337 nel 2019. Numero che nel 2020 è sceso a 1.760 miliardi ma nel 2021 è tornato a salire.

La cultura secolare dell’occhialeria

Fra Belluno e l’alto Veneto non si produce e basta: si respira la cultura secolare dell’occhialeria. Sono presenti realtà come il Museo dell’occhiale, con 2.800 pezzi che documentano la storia dell’accessorio ispirando i designer. C’è il Museo dell’ottica, promosso dal gruppo Luxottica. E, infine, Certottica, centro di ricerca e punto di riferimento mondiale per la garanzia e la sicurezza degli occhiali.

Per colmare il divario fra domanda e offerta lavorativa, la carenza di capitale umano specializzato nel settore, si sono attivate le aziende locali come partner formativi della scuola. E così, l’Iis “Segato” di Belluno, in collaborazione con Confindustria Belluno Dolomiti, ha avviato un indirizzo di specializzazione triennale e un corso post diploma Its in Meccatronica. Così come è decollato il corso biennale di specializzazione post diploma Tecnico Superiore per la Progettazione e la Realizzazione di occhiali dall’Its Cosmo tutt’uno con Certottica. La palma dell’ente storico per eccellenza, in tema di formazione, va all’Iis E. Fermi a Pieve di Cadore, con il corso di studi per ottici.

AZIENDE STORICHE PMI

  • Lozza (1878)

È il brand di occhialeria più antico d’Italia, fondato dal triumvirato Angelo e Leone Frescura e Giovanni Lozza quest’ultimo artigiano nella meccanica di precisione, fabbricante e arrotino di coltelli. Dopo la scomparsa di Angelo Frescura, e il ritorno ai campi del fratello, Lozza scioglie l’attività per fondarne una nuova. Nel giugno del 1912 nasce ufficialmente la ditta Lozza come officina meccanica. Si affermeranno modelli iconici come Zilo (1930), premiato con l’Oscar della Moda negli anni Sessanta. Nel 1983 la ditta Lozza, e annessi saperi decennali e collezioni, viene rilevata dal Gruppo De Rigo di Longarone.

  • Gatto Astucci (1937)

Alla terza generazione, con sede a Domegge di Cadore, è un’azienda attiva nella realizzazione e produzione di packaging ed espositori per i settori dell’occhialeria gioielleria, orologeria e cosmetici. A un soffio dai 50 milioni di fatturato, ha il suo quartier generale nel Bellunese, conta anche altre società, produttive e commerciali in Lombardia, Croazia, Cina, Hong Kong, Usa,
Messico.

  • De Lotto (1938)

È la seconda occhialeria italiana più longeva nel settore d’alta gamma. I tre fratelli De Lotto avviavano la fabbrica nel territorio di San Vito di Cadore diventando il punto di riferimento per la piccola comunità montana tanto da impiegare la quasi totalità delle famiglie di San Vito. Luciano De Lotto, figlio di Mario, assunse la guida della De Lotto. A metà degli anni Novanta, l’azienda abbracciata la strada del terzismo abbandonando la vendita del proprio marchio, ma è proprio durante la crisi da Covid-19, che la De Lotto torna sul mercato con il proprio nome.

  • Ioves (1950)

È stata fondata nel 1950 a San Nicolò di Comelico dai fratelli Costan, Ennio e Gildo. Nel 1994, la Ioves decide di trasferire il proprio stabilimento produttivo a Lozzo di Cadore. Ioves è specializzata nella produzione di occhiali in Grilamid TR-90 ® e acciaio inossidabile, distribuisce montature da vista e sole in più di 45 paesi al mondo.

  • Trenti Industria Occhiali (1959)

Fondata nel 1959 a Calalzo di Cadore da Mario Trenti, già all’epoca si specializzò nella lavorazione di occhiali in acetato. Di fatto, ha ciclicamente brevettando nuovi prodotti e materiali per alimentare collezioni che si distinguono sul mercato.

  • Kador (1962)

È nata a Calalzo di Cadore, in provincia di Belluno, in pieno miracolo economico. Avviata come ditta artigiana specializzata nella
produzione di occhiali in acetato, nel corso degli anni è cresciuta costruendo un portfolio di ben 500 modelli. Dagli occhiali da sole, la gamma via via si è allargata comprendendo montature da vista, occhiali pieghevoli, occhiali trucco ed occhiali professionali per dentisti e chirurghi, nonché monocoli.

LEADER PMI DI SETTORE

  • Da Vià Luigi

L’azienda, classe 1959, di Pieve di Cadore, è leader europea nella produzione di placchette e porta placchette per occhiali. Ciò che
distingue questa impresa familiare alla sua seconda generazione sono la precisione tecnica e il livello di automazione.

  • Vibi

Dal 1981, anno di fondazione, Vibi ha fatto propria la specializzazione in trattamenti galvanici, di verniciatura e di finitura
superficiale in genere. Oggi è azienda leader del settore. Nel tempo si è trasformata in un pool di aziende interconnesse tali da
soddisfare qualsiasi richiesta di vestibilità e di nobilitazione del prodotto: non solo nel mondo dell’occhiale, ma più in generale della moda e oggettistica.

  • Grimont

Leader nella stampa a iniezione di polimeri termoplastici, Grimont produce una vasta gamma di articoli per l’occhialeria
coprendo anche l’area dell’automotive, medicale, packing, cosmetica, casalinghi, componenti elettrici. Nelle due sedi italiana e
slovacca, realizza soprattutto aste e terminali iniettati. Ma anche componenti bicolori o bimateria, naselli, ponti, ciliari, frontali,
particolari multi-iniettati e microiniezioni. lavorazioni ottenute iniettando materiali diversi o di diverso colore, con il ricorso alla più avanzata ed efficace tecnologia specifica.

  • Bensol

In trent’anni d’attività, è diventata azienda leader in Europa nella progettazione e produzione di occhiali iniettati da sole per la moda e lo sport. Composta da circa 90 addetti e con una propria sede di quattromila mq a Quero Vai (BL), Bensol presenta ogni anno in occasione delle principali fiere di mercato una propria collezione di occhiali da sole unbranded in una vasta gamma di colorazioni. Ogni modello può essere personalizzato in relazione alle esigenze del cliente.

  • Matrix

È all’avanguardia nel campo della microfusione per particolari di dimensioni piccole e medie. Nel 2003 ha avviato lo sviluppo e la
produzione di piccole parti con la tecnologia Mim. Il processo Mim/Cim è stato scelto come il più innovativo, per le sue importanti qualità: la libertà di progettazione delle parti da realizzare e le diverse caratteristiche dei materiali.

STORIE IMPRENDITORIALI CURIOSE

  • DA OPERAI A IMPRENDITORI

D.F. Innovation Spirit
Due operai specializzati nelle minuterie per occhiali in metallo, Elisabetta Dallo e Giovanni Franzoia, decisero di mettersi in proprio realizzando stampi per produrre piccole parti destinate alla realizzazione degli occhiali, impiegando la tecnica dello stampaggio a freddo e la saldatura dei microcomponenti. Correva il 1984, e quell’officina (a Quero Vas) è diventata una realtà conosciuta e apprezzata dalle grandi aziende. Il punto di forza è il Lab che traduce in prodotto l’idea di partenza: sorta di estensione del proprio ufficio tecnico parte dallo sviluppo, quindi prototipazione e infine industrializzazione del progetto originario.

  • OCCHIALI SU MISURA

Thema Optical
Situata a Domegge di Cadore, si contraddistingue per la produzione di occhiali fatti su misura, adatti e personalizzati per
ogni età e, soprattutto, per ogni conformazione del viso. Lo fa mettendo in campo la tecnologia V.e.a. (Virtual eyewear
assistant) e l’innovativa fresa a 5 assi.

  • LA PRIMA START UP INNOVATIVA PLURIPREMIATA

Hapter
Fondata nel 2013 a Belluno, Hapter ha deciso di muoversi controcorrente mettendo in discussione le tradizionali logiche di
prodotto e di produzione dell’occhiale: sposa le più autentiche tecniche artigianali con le più avanzate soluzioni di design
industriale e inedite tecnologie di produzione rileggendo la concezione del bene di lusso in questo settore. Tutto questo con
quali risultati? Ha vinto i tre più importanti premi di industrial design: il product design award, il german design award e
l’americano good design award.

  • DA ALPAGO ALLA NASA

Ital-Lenti
Nata nel 1955 come azienda di produzione di sbozzi minerali per lenti, rappresenta oggi una delle realtà italiane più
innovative del settore dell’occhialeria, in grado di competere con i grandi gruppi internazionali. Negli anni ‘60 è stata fornitore della Nasa con speciali lenti al cobalto per la realizzazione delle visiere di protezione nelle missioni spaziali Apollo. Nel 2005 è stata la prima azienda italiana a produrre lenti progressive con canale di progressione sulla superficie interna grazie a sistemi di lavorazione completamente automatizzati e ad un software per il calcolo della geometria.

  • GENIO E SREGOLATEZZA

Pinoptik
Conosciuta per le forme anticonformiste – “perché l’occhiale non è solo un dispositivo medico, ma l’essenza della persona
che lo indossa”, si dice in azienda – Pinoptik realizza dal 1979 montature in metallo e dal 1986 prodotti finiti. Quanto alle
montature, accanto alle classiche, ve ne sono di bizzarre o quantomeno originali: occhialeria d’arte contemporanea.

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