Alessandro Monticone ceo di Fabbricatorino
Leader

20 nuovi punti vendita e fatturato a 30 milioni: la riscossa di questo storico brand torinese di occhiali

Cosa succede quando l’artigianalità incontra l’innovazione tecnologica? Nasce Fabbricatorino, un brand storico per l’occhialeria italiana di alta qualità che produce occhiali da sole e da vista comprensivi di lenti oftalmiche.

La tradizione artigiana di Fabbricatorino

Attivo dagli anni Venti, nel 2017 il brand è stato rilevato da Alessandro Monticone, attuale ceo, con l’obiettivo di sostenere e preservare la tradizione artigiana italiana e le sue antiche tecniche, affiancando non soltanto la sostenibilità ambientale ma anche un’anima digitale. Il marchio si pone l’obiettivo di sostenere e preservare la tradizione artigiana italiana e le sue antiche tecniche, affiancando innovazione e sostenibilità ambientale. Gli occhiali di Fabbricatorino si distinguono infatti per il design ricercato e il largo impiego di materiali ecosostenibili.

Verso un fatturato di 30 milioni

In ottica omnicanale, Fabbricatorino adopera un business model moderno e in continua evoluzione, con l’obiettivo di diventare il punto di riferimento dell’evoluzione digitale per l’occhialeria made in Italy nel mondo. Alla sua piattaforma online, tramite la quale vende occhiali da sole e da vista con lenti oftalmiche, Fabbricatorino affianca quattro punti vendita monomarca nelle principali città italiane (Torino, Roma, Milano e Firenze), cui si aggiunge un quinto store a Sansicario, in Piemonte. Inoltre, collabora con oltre 140 ottici partner sparsi su tutto il territorio italiano.

Fabbricatorino punta, nell’arco di 5 anni, a raggiungere un fatturato di 30 milioni con un Ebitda superiore al 40% entro il 2026 e ad espandersi con oltre 20 nuovi punti vendita monomarca nelle principali città italiane e all’estero e allargare la rete B2B, per ottenere una maggiore capillarità sul territorio italiano e nei mercati internazionali.

Ma come si trasforma un business “tradizionale” come quello degli occhiali? Ne abbiamo parlato con Monticone, ad dell’azienda.

Fabbricatorino è un marchio storico con una lunga storia alle spalle ma, nel 2017, lei lo ha rilevato, iniziando una nuova “era”. Come è nata l’idea e il progetto di rivisitazione del brand?
L’idea nasce dalla mia esperienza negli Stati Uniti dove, lavorando nel settore eyewear, ho vissuto il boom di Warby Parker, un brand che stava cambiando le regole del gioco nel mercato dell’occhialeria, con un business model innovativo che consentiva di acquistare anche online occhiali da vista con lenti oftalmiche su misura. Ho avuto modo di vedere da vicino il suo sviluppo e, quando sono tornato in Italia, ho voluto portare questa innovazione e rivoluzione nel settore, adattando il suo successo a quelli che erano i valori aggiunti del tessuto e del mercato italiano. L’ispirazione nasce dunque da Warby Parker e dal suo modello, a cui abbiamo sommato i forti plus della tradizione italiana, come la capacità artigianale, famosa e riconosciuta in tutto il mondo. Quello che abbiamo cercato di fare con Fabbricatorino è stato dunque sfruttare l’innovazione digitale per proteggere la tradizione italiana, valorizzarla, creando prodotti di lusso accessibile ad un prezzo giusto, organizzando la filiera in modo etico, rispettando il lavoro e la maestria degli artigiani italiani.

Il vostro modello di business ha una forte impronta digital: come è possibile combinare un prodotto che richiede una spiccata personalizzazione come gli occhiali con i servizi e-commerce?
Questa è stata una grande sfida per noi. Siamo partiti proprio dalla domanda: “una persona comprerà davvero degli occhiali da vista totalmente online?”. Per questo, abbiamo cercato di replicare l’esperienza d’acquisto che un consumatore avrebbe all’interno di un negozio di ottica provando però anche a migliorarla. Abbiamo cominciato dal primo bivio che si incontra entrando in un negozio di ottica tradizionale: all’addetto vendite che chiede “posso dare una mano?”, si può rispondere “vorrei solo dare un’occhiata” oppure “sì, voglio un aiuto”. Questo bivio si ritrova nel nostro sito: il cliente può semplicemente accedere al catalogo, oppure – se vuole un aiuto – compilare un test che, attraverso semplici domande, arriva a mostrare una selezione di montature che possono fare al caso dell’utente.
Dopodiché lo scoglio più grande è quello di provare l’oggetto. Lo abbiamo superato integrando la “prova a casa”: i clienti possono provare a casa fino a tre montature per tre giorni, gratuitamente e senza obbligo d’acquisto. Dopodiché, gli occhiali vengono ritirati e il cliente può decidere se proseguire l’acquisto o meno. Si arriva così all’ultima parte: la personalizzazione delle lenti. Per questo abbiamo creato un algoritmo che legge la ricetta oculistica, o permette di inserire i dati dettagliati della ricetta oculistica, e in automatico calcola le lenti su misura che correggono il personale difetto visivo. Un configuratore in tempo reale restituisce anche il prezzo, superando così un altro gap del commercio tradizionale.

Oltre alla digitalizzazione, la sostenibilità è uno dei valori cardine del brand; come viene inserita nei prodotti e cosa vi distingue da competitor nello stesso mercato?
L’ecosostenibilità è una delle parole chiave che guida la missione aziendale. È un percorso evolutivo continuo. Il primo passo è creare prodotti di alta qualità destinati a durare nel tempo. Poi c’è la ricerca sui materiali, con l’impiego di acetato bio, utilizzato ancora da pochi brand. Oggi vantiamo una collezione caratterizzata al 75% da materiali sostenibili, di cui il 50% di bioacetato e il 25% di acetato riciclato. Stiamo inoltre cercando di valorizzare il materiale di scarto, creando nuove lastre di acetato che vengono reinserite nel ciclo produttivo. Oggi creiamo così tutti i nostri occhiali di colore nero. Quando i volumi di produzione ce lo permetteranno, andremo a suddividere la produzione di vari colori in modo da creare lastre anche di colori diversi dal nero, e poterli reinserire nel ciclo produttivo, proprio in ottica di economia circolare. Allo stesso modo, vorremmo recuperare il materiale a fine vita per riutilizzarlo nelle nuove produzioni. L’ultimo passo, che abbiamo iniziato recentemente, è quello di pensare alla produzione, cioè all’energia necessaria per produrre e alle conseguenti emissioni di CO2. Il nostro intento è compensare l’emissione di CO2 con il riforestamento, piantando un nuovo albero per ogni occhiale venduto online.

Quali sono i vostri progetti futuri in termini di crescita economica ed espansione sul mercato (sia online che offline)?
Dopo aver validato il modello pilota e concluso un aumento di capitale che ha verificato la scalabilità del modello, ci prepariamo ad essere protagonisti di un nuovo aumento di capitale, con l’obiettivo di verificare l’internazionalizzazione del nostro modello, la capacità di riuscita sui mercati esteri e una scalabilità ancora più veloce. L’obiettivo è investire per creare tutto quanto sia necessario a far crescere il business, lo sviluppo retail, lo sviluppo online e lo sviluppo wholesale, partendo dallo sviluppo della gamma prodotti, sia in termini di modellistica (per raggiungere una fascia consumatori più ampia), sia in termini di stock di magazzino, per approcciare i mercati esteri. C’è poi la parte di academy, l’istituzionalizzazione dei processi di formazione dei dipendenti, che permette di mantenere e migliorare gli standard di competenze a 360° di tutto il team che ci hanno portato a questi grandi successi. Andremo a investire sui servizi alle persone: oltre alla parte di prodotto, la nuova direzione ha la volontà di integrare e offrire una serie di servizi che si prenderanno cura del benessere visivo dei nostri clienti. Investiremo anche sul canale wholesale, con l’apertura dei nuovi mercati. Ad oggi, abbiamo aperto cinque negozi e le ultime aperture hanno raggiunto l’utile operativo entro dal mese uno. Abbiamo inoltre dimostrato di riuscire ad aprire un negozio ogni tre mesi, con l’inserimento di persone nel team dedicate, puntiamo ad aumentare questo ritmo, permettendoci così di superare venti negozi monomarca diretti entro il 2026 e raggiungere gli obiettivi in termini di fatturato del piano industriale.

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