a cura di Ginevra Montano
Istruzione e ricerca sono tra i pilastri di qualsiasi Paese che abbia a cuore il proprio sviluppo. Elementi di intersezione tra presente e futuro, i cui risultati hanno un peso importante non solo a livello sociale, ma anche economico. Non sorprende dunque che all’interno del Pnrr vi sia una specifica missione interamente dedicata a questi settori, per restituire loro una centralità che negli ultimi anni si era un po’ perduta.
Far ripartire il Paese significa certamente elargire aiuti concreti alle imprese e alle attività più colpite dalla pandemia, ma in un’ottica di lungo termine, che progetta la costruzione di un benessere solido e duraturo, la scuola e l’università non possono essere tralasciate. Proprio in questa direzione si muovono tutte le 6 missioni del Pnrr, puntando a realizzare un miglioramento che possa essere non solo efficace, ma soprattutto stabile nel tempo.
Istruzioni Pnrr, il mentoring program lanciato da Bfc Media, Nuvolaverde e Metasociale, propone un percorso formativo strutturato a più livelli, per imparare a conoscere e utilizzare il Piano nazionale di ripresa e resilienza, con una visione ad ampio raggio che abbraccia sia gli aspetti più teorici che le applicazioni più pratiche. Al percorso si accede attraverso una piattaforma dedicata, mentoringprogram.it, dove sono inseriti contenuti appositamente studiati per orientare i portatori di interesse all’interno di missioni, componenti e investimenti del Pnrr: è un’occasione unica e aperta a tutti, dalle grandi aziende agli enti no profit del terzo settore, ma per poterla cogliere a pieno è importante sapersi muovere. A fare da guida saranno la competenza e le testimonianze dei mentori, che forniranno le coordinate per spaziare coscientemente all’interno delle varie sezioni del Piano e tradurre in maniera concreta le possibilità e i meccanismi sottesi.
Sappiamo bene che i fondi europei legati al Pnrr sono distribuiti tramite bandi di gara, ai quali le amministrazioni titolari o i soggetti attuatori possono partecipare liberamente. Ma dove si trovano questi bandi? E come si leggono? A rispondere a queste domande sarà Speranza Boccafogli, direttore generale di Sinergie Italia, attraverso una disamina approfondita dei vari portali a disposizione: da quelli di tipo ufficiale, che tengono una traccia generale di tutta l’attività, fino alle piattaforme più specifiche, attivate dai ministeri e dagli enti locali. Oltre alle modalità di ricerca dei bandi, offrirà anche alcuni importanti strumenti operativi per attivare le progettazioni e le interazioni con i soggetti beneficiari, strumenti spesso assenti sui portali, che si limitano a dare notizia del decreto, ma senza approfondirne i contenuti.
Osservando più da vicino la Missione 4, dedicata appunto a Istruzione e Ricerca, è possibile analizzarne gli obiettivi principali, verso i quali andrà a confluire un monte risorse di oltre 30 miliardi di euro. Una parte dell’attenzione è rivolta agli asili e alle scuole dell’infanzia, allo scopo di aumentare l’offerta di tali servizi e creare nuovi posti sia per la fascia di età 0-3 che per quella 3-6. Altri temi importanti, che coinvolgeranno anche gli istituti superiori, saranno il risanamento strutturale degli edifici scolastici e l’investimento nei processi di reclutamento e formazione degli insegnanti, con particolare attenzione a incentivare l’istruzione delle discipline STEM. Per quanto riguarda la ricerca, invece, l’intento è quello di rafforzare l’intero settore, partendo da una riforma dell’orientamento, dei corsi di laurea e dei dottorati, per i quali sono previsti anche un aggiornamento dei programmi e un aumento delle unità. Sviluppare l’istruzione professionalizzante significa infatti potenziare la filiera della ricerca, la quale andrà poi ad avere un inevitabile impatto positivo anche nel mondo dell’impresa.
Federica Stella Blasi, specializzata nella gestione di progetti di ricerca presso l’Università del Salento, descrive ad esempio la possibile sinergia nel campo dell’Agrifood Tech. L’industria alimentare è un settore chiave per l’economia italiana, che da qualche anno sta sperimentando un approccio sempre più tecnologico sia a livello di coltivazione che di trasformazione dei prodotti. Rendere il sistema più moderno ed efficiente porta a un aumento dei livelli di competitività, qualità e sostenibilità. I risultati, che già oggi sono più che soddisfacenti, verranno ampliati ancora di più grazie al Pnrr, in parte attraverso i fondi destinati alla transizione ecologica, ma in buona misura anche attraverso il potenziamento delle misure di ricerca scientifica in aree quali l’agricoltura, l’ambiente, le risorse naturali e la bioeconomia: senza ricerca non può esistere alcuna innovazione.
Questo grande sforzo in direzione dell’innovazione, a prescindere dal settore di riferimento, può essere considerato il filo conduttore del Pnrr. Si tratta di un processo supportato dallo sviluppo e dalla condivisione del know-how, che Alberto Improda, avvocato e docente in materia di proprietà intellettuale, ricorda essere un bene estremamente diffuso, ma difficile da gestire a causa della sua natura intangibile. La regolamentazione del know-how, che in Italia è particolarmente carente, è solo uno tra gli argomenti della riforma della proprietà intellettuale promossa dal MISE al fine di incentivare gli investimenti e agevolare il passaggio dal mondo della ricerca a quello produttivo. La proprietà intellettuale, infatti, è centrale per l’effettiva ed efficace implementazione di tutti gli obiettivi del Pnrr: rappresenta quell’insieme di istituti che consente la messa in pratica di tutte le idee legate all’innovazione, uno strumento importante per accompagnare sia le imprese che il Paese in questo sforzo collettivo.
Altro elemento trasversale al Pnrr è il tema della formazione. Come sa bene qualsiasi professionista, quando parliamo di formazione facciamo riferimento a un percorso senza data di scadenza, poiché l’arricchimento delle conoscenze di un individuo è un valore aggiunto a prescindere dall’età. Daniele Izzo, consulente aziendale di Collectibus, ne ribadisce l’importanza sotto vari aspetti: per la riuscita della riforma della PA e del sistema giudiziario, per la valorizzazione del nostro patrimonio culturale e artistico, ma anche per l’evoluzione delle imprese, grandi o piccole che siano. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza promuove in particolare i processi di reskilling (apprendimento di nuove competenze) e di upskilling (miglioramento di quelle esistenti per accedere a mansioni più avanzate), offrendo incentivi fiscali per investimenti in formazione dei dipendenti, soprattutto in materia di digitalizzazione. Perché anche la formazione, così come la proprietà intellettuale, è certamente un fattore abilitante per il raggiungimento di gran parte degli obiettivi di crescita economica fissati dal Piano. Tutte occasioni che sarebbe un peccato sprecare.
Per avere informazioni complete su corso, programma e mentori di Istruzioni Pnrr visita il portale mentoringprogram.it.
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