Articolo tratto dal numero di novembre 2022 di Forbes Italia. Abbonati!
Il Covid ha ridefinito l’economia, rimettendo al centro il tema sanitario e il benessere della collettività. Le aziende farmaceutiche sono sempre più in crescita, con un valore di produzione nel 2021 di oltre 34 miliardi e un export di oltre l’85%, secondo i dati di Farmindustria.
Tra le realtà che hanno capito le potenzialità del settore c’è Iama Therapeutics, startup nata nel 2021 per scoprire, sviluppare e commercializzare nuovi farmaci per cambiare la vita di bambini e adulti con disturbi del sistema nervoso centrale.
La formazione negli Stati Uniti di Malizia
Andrea Patricelli Malizia, l’attuale ad della società, si è formato tra Italia, Irlanda e Stati Uniti. Nel 2004 si è spostato dal nostro Paese allo University College Dublin, dove ha lavorato nell’ambito di malattie orfane e rare, come la fibrosi polmonare idiopatica, per poi trasferirsi a Boston, negli Stati Uniti. Qui ha approfondito l’ambito della medicina traslazionale, ovvero la sperimentazione di farmaci dal laboratorio al letto del paziente e al dialogo con la comunità.
“A Boston, dopo aver lavorato alla Harvard University e al Children’s Hospital, uno dei migliori ospedali pediatrici degli Stati Uniti, ho iniziato a lavorare presso Biogen, una società farmaceutica unica nel settore delle malattie neurodegenerative, come leader di un gruppo di ricerca, per identificare nuovi target per malattie neurologiche e infiammatorie”, ricorda.
Le successive esperienze
Un passaggio fondamentale per capire le dinamiche del lavoro aziendale, in cui l’aspetto del business supera quello scientifico. “Quell’esperienza mi spinse a lasciare Biogen per lavorare come consulente nel settore delle strategie competitive, così da permettere a società farmaceutiche e biotech di competere in un mercato altamente dinamico”.
Patricelli Malizia è tornato in Italia quattro anni fa per lavorare alla Scuola Imt Alti Studi Lucca, una delle sei scuole d’eccellenza in Italia, dove ha guidato un team multidisciplinare per valutare le variabili neuroscientifiche e comportamentali nel processo decisionale delle organizzazioni, in collaborazione con Intesa Sanpaolo Innovation Center.
“Usavamo le neuroscienze per capire le dinamiche organizzative e personalizzare alcune strategie di marketing. Un ambiente multidisciplinare, in cui ero entrato in contatto con diversi professionisti provenienti da settori differenti, ma complementari tra loro”.
L’avvio di Iama Therapeutics
Poi, a gennaio 2022, è arrivata l’occasione di dirigere e amministrare una società farmaceutica. “Claris Ventures, un nuovo fondo che aveva da poco iniziato a creare e investire in un portfolio di startup del
settore farmaceutico. Erano alla ricerca di dirigenti con un’esperienza ibrida e con le competenze adatte per far crescere la neonata impresa”.
Iama Therapeutics si pone l’obiettivo di costruire una pipeline di farmaci per i disturbi del neurosviluppo e condizioni neurologiche. Nel caso di disordini quali l’autismo e l’epilessia, il cloro in eccesso trasportato da una proteina altera la funzione del neurone. Il duro lavoro ha permesso alla startup di identificare diverse classi di piccole molecole che vanno a legarsi e inibire l’attività della proteina trasportatrice, migliorando così la carica dei neuroni.
L’utilizzo della chimica computazionale
“Mediante la chimica computazionale siamo riusciti a individuare e misurare il potenziale legame di alcune molecole”. Questo però è solo il primo passo, come spiega l’ad. “Una volta ottenuta questa predizione, le molecole individuate devono essere validate in cellule stabili che esprimano la proteina trasportatrice del cloro per capire se sono attive in un contesto sperimentale più complesso.
Di quelle che avranno successo in questi test, solo una o due avranno le caratteristiche farmacologiche adatte, quale condizione necessaria, per raggiungere il cervello e dimostrare un’efficacia terapeutica in modelli animali della malattia”.
Il primo round di investimento e gli altri prodotti Iama
La volontà di portare il candidato farmaco Iama-6 dalla fase di sperimentazione preclinica a quella clinica ha portato a un primo round di investimento da 8 milioni di euro. L’obiettivo è quello di richiedere l’autorizzazione alla sperimentazione clinica nella prima metà del 2023. Una volta approvata, seguirà uno studio clinico di fase 1 per valutare la sicurezza e tollerabilità in soggetti sani, adulti e volontari per circa 12 mesi.
“Stiamo valutando opportunità di ricerca con alcune università americane e organizzazioni di ricerca a contratto, per ampliare il numero di indicazioni terapeutiche. Oltre a Iama-6 per l’autismo e l’epilessia refrattaria, stiamo sviluppando altre classi di molecole promettenti in molte indicazioni terapeutiche”. Tra i prodotti di Iama Therapeutics in fase di ricerca e sviluppo c’è Iama-097, per il trattamento di forme secondarie e rare di autismo, spesso associate a forme epilettiche molto aggressive.
La startup intanto pensa a un secondo round di investimenti per la prossima estate e a collaborazioni con altre società farmaceutiche, per accelerare le prossime fasi di sviluppo. “Stiamo creando una struttura e assicurando un asset molto importante, in modo che tutte le molecole siano candidati farmaci, e dunque potenziali opportunità di collaborazione. Come ad, intendo raggiungere questi obiettivi con particolare attenzione ai valori e alle nostre responsabilità nei confronti delle persone e delle organizzazioni di pazienti”.
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