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L’Italia è il primo Paese del lusso 
a livello mondiale con Prada, Moncler e Armani in testa

Godono di buona, anzi ottima salute le aziende italiane di beni di lusso. A darne conferma è Deloitte con la nona edizione del Global Powers of Luxury Goods, studio annuale che classifica i 100 Top Player del settore Fashion & Luxury a livello globale, sulla base delle vendite consolidate nell’anno fiscale 2021.

Il lusso ha generato vendite per 305 miliardi di dollari

Durante l’anno fiscale 2021, le 100 più grandi aziende di beni di lusso al mondo hanno generato vendite per 305 miliardi di dollari, 53 miliardi in più rispetto all’anno passato. A tassi di cambio costanti, i primi 100 player hanno complessivamente visto una crescita del 21,5% con un profit margin del 12,2%.

Il podio della Top 10 dei big del lusso è oramai consolidato, rimanendo invariato per il quinto anno consecutivo con i colossi Lvmh, Kering e The Estée Lauder Companies in testa.

E il Made in Italy? Continua a crescere

L’Italia con il suo Made in Italy si conferma uno dei Paesi leader nel settore, posizionando 23 aziende tra le 100 che costituiscono la graduatoria.

Quasi tutte le 21 società con chiusura dell’esercizio al 31 dicembre hanno registrato una crescita a due cifre delle vendite di beni di lusso, compresa tra il 17,3% e il 49,3%, con una crescita composita anno su anno superiore alla media del 27,2%. E quasi tutte le aziende hanno registrato profitti, con Moncler, Max Mara, Valentino e Marcolin con margini di utile netto a due cifre.

Golden Goose, Moncler ed Euroitalia rientrano tra le aziende a crescita più rapida, rispettivamente al terzo, decimo e sedicesimo posto, grazie ai CAGR a doppia cifra per il periodo FY2018-2021 (rispettivamente 27,2%, 12,9% e 10,9%).

Il gruppo Prada, Moncler e Giorgio Armani sono i tre principali player italiani in classifica e, in forma aggregata, rappresentano il 35% delle vendite di beni di lusso realizzate nel FY21 dalle aziende italiane presenti nel ranking.

Il gruppo Marcolin ha registrato il net profit margin più alto dell’intera classifica: 33,4%, seguito da Hermès con 27,3%.

(courtesy Deloitte)

Il ruolo dei grandi conglomerati, la Francia al primo posto

L’importanza dei grandi conglomerati del lusso è testimoniata dalla Francia che con solo 8 aziende in classifica, di cui quattro in top 10, è il Paese che ha conseguito complessivamente performance migliori: le vendite sono cresciute del 42,4% (risultato migliore riuscito solo alle aziende spagnole con una crescita YoY del 45,2%) e un utile netto a doppia cifra del 19,8%, il più alto tra i Paesi. Anche il CAGR per il periodo FY2018-2021 è stato il migliore al 13,3%.

(courtesy Deloitte)

Economia circolare e metaverso sono i trend principali

Sulla scia della pandemia e dei cambiamenti nei valori e nelle abitudini di acquisto, le aziende di beni di lusso si trovano ora di fronte a nuove opportunità derivanti da transizione ecologica ed economia circolare. Insieme alla rivoluzione digitale portata dal metaverso e dal Web3, si tratta dei due grandi trend che stanno guidando l’innovazione nell’industria.

“Dopo anni di critiche ai propri modelli di business, le aziende del lusso stanno portando avanti le istanze della sostenibilità e si avviano sempre più verso l’adozione di un sistema di economia circolare per ridurre concretamente il proprio impatto ambientale, modificando i processi di produzione e promuovendo nuove pratiche di consumo”, afferma Giovanni Faccioli, Deloitte Global Fashion & Luxury practice leader. “La sostenibilità e i principi ESG sono sempre più incorporati nelle strategie delle aziende, che si avvalgono del prezioso supporto delle nuove tecnologie per sviluppare nuovi materiali rispettosi dell’ambiente e per migliorare il design, la produzione, la distribuzione e la comunicazione dei loro prodotti”.

(courtesy Deloitte)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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