Schena-ANote Music
Blockchain & Co

Il marketplace che permette agli appassionati di investire nella musica

110mila titoli in catalogo eseguiti da più di 100 artisti diversi, oltre 12mila portafogli di investitori. Sono questi i numeri di ANote Music, piattaforma fondata nel gennaio 2018 da Marzio F. Schena, Matteo Cernuschi e Grégoire Mathonet per creare un marketplace di investimento in royalty musicali.

La piattaforma propone un business model unico, che offre a editori, etichette discografiche e artisti la possibilità di condividere una parte delle proprie royalty future con una rete di investitori e appassionati di musica. Un sistema che introduce un nuovo sistema di monetizzazione e permette a chi investe di prendere parte al percorso di chi crea musica. ANote Music mette a disposizione una piattaforma integrata ai servizi di blockchain, con l’obiettivo di rendere l’ecosistema musicale sempre più partecipativo, trasparente e sicuro.

ANote Music nacque durante il Festival di Sanremo 2017, quando Schena e Cernuschi, rispettivamente ceo e coo di ANote, si resero conto dell’impossibilità per persone esterne all’industria musicale di investire nella musica, se non in possesso di budget elevati.

Desiderosi di aprire il mercato a un pubblico più ampio iniziarono il progetto di marketplace con l’aiuto di Grégoire Mathonet, terzo co-fondatore, che portò al team tutta la sua esperienza informatica. L’obiettivo era quello di democratizzare il mercato delle royalty musicali, garantendo accesso a una nuova asset class alternativa in forte trend di crescita, a cui si affianca l’aspetto emozionale di investimento. In poco tempo ANote Music è riuscita a creare uno spazio dove gli utenti hanno la possibilità di investire in modo semplice e trasparente nel settore musicale. Il grande successo della piattaforma è testimoniato anche dai numeri, con un aumento di ricavi nel 2021 del 550% rispetto all’anno precedente.

La piattaforma introduce un nuovo sistema di monetizzazione e nuove possibilità di investimento per gli utenti. I cataloghi musicali messi a disposizione dai detentori dei diritti sono sottoposti a un processo di due diligence, durante il quale vengono esaminati lo storico, i contratti e le potenzialità future dei cataloghi prima che questi siano messi all’asta.

Durante le aste, gli investitori e gli appassionati di musica hanno la possibilità di acquisire quote dei cataloghi musicali che, al termine dell’asta, andranno a far parte del loro portafoglio di investimenti. A seconda del catalogo, gli utenti che hanno acquistato le quote ricevono i pagamenti delle royalties ogni mese, oppure ogni 3 o 6 mesi. Grazie ad ANote, è possibile anche tenere traccia dei guadagni e monitorare costantemente le prestazioni dei cataloghi.

Ogni volta che viene consumata, attraverso radio, streaming online, concerti dal vivo, tv o film, la musica genera royalty che vengono raccolte e distribuite pro-quota agli investitori sulla piattaforma con il passare del tempo. I proprietari dei diritti mantengono al 100% il controllo della gestione dei propri cataloghi, mentre gli investitori su ANote Music diventano partner passivi.

Il modello di business ANote Music si basa su una commissione listing fee sul valore del catalogo al termine della fase di asta, e su commissioni di distribuzione quando le royalty vengono distribuite agli investitori in piattaforma. Un sistema che consente di mantenere un profilo di commissioni estremamente flessibile e allineato sia per gli aventi diritto che per gli investitori, in quanto ANote riceve commissioni solo in funzione del risultato. Per la base utenti, si calcolano ritorni medi annui del 9.66%.

La piattaforma di ANote Music è integrata con il provider blockchain Algorand per garantire massima protezione a ogni transazione e dare la possibilità agli utenti della piattaforma di aprire un profilo sul sito del provider, associandolo in tutta sicurezza al proprio portafoglio ANote. Ogni transazione effettuata viene registrata nella blockchain, permettendo a tutti di controllare lo stato della richiesta, assicurando la trasparenza e la tracciabilità di ogni operazione. Un sistema che genera fiducia sia da parte della community di investitori che da parte di artisti, editori ed etichette discografiche.

Inoltre, con la possibilità di tokenizzare (ossia digitalizzare associando al bene un codice che lo identifichi in modo univoco all’interno della blockchain) asset musicali e Nft di artisti, editori ed etichette discografiche su Algorand, i nuovi cataloghi musicali sulla piattaforma avranno un corrispondente token su Algorand, oltre a fornire il diritto a ricevere una suddivisione dei futuri flussi di royalty. Ciò apre grandi opportunità per gli artisti, che possono beneficiare di quotazioni migliorate, un migliore accesso ai diritti e altro, offrendo al contempo agli investitori un’attività diversificata alternativa.

I cataloghi presenti piattaforma ANote Music comprendono alcuni dei brani più amati, tra cui The Nights (suonata da Avicii), Dancing in the Moonlight (nella versione dei King Harvest), In my Feelings (con Drake come performer), La solitudine (con la voce di Laura Pausini), e Lady Linda (resa popolare da The Beach Boys).

Tra i cataloghi presenti ci sono quelli di Sundance Music ApS, etichetta di riferimento per il mondo del jazz e del blues, e del compositore e produttore Sterling Fox, che conta oltre 300 brani di vario genere. Ampia scelta anche sul fronte italiano, con la possibilità di investire nei cataloghi dell’etichetta bolognese Irma Records, di Benvenuto Edizioni Musicali, del duo Zero Assoluto, oltre che nei diritti di immagine de Le Vibrazioni.

Per raccontare presente e futuro di ANote abbiamo parlato con Marzio F. Schena, uno dei tre fondatori.

L’attività della startup è partita nel 2018 ma, nonostante una pandemia mondiale e una situazione globale instabile, i risultati positivi non sono mancati: il 2021 si è chiuso con ricavi in forte aumento, oltre 110mila brani disponibili nei cataloghi e novemila investitori registrati. Facciamo un bilancio anche del 2022. Com’è andato quest’anno per ANote Music?


Non possiamo che essere soddisfatti di questi ultimi mesi: il 2022 ha segnato un ulteriore passo avanti su diversi fronti. Abbiamo lanciato il 108% in più di cataloghi in piattaforma, mentre i nostri ricavi sono cresciuti di circa il 50% rispetto al 2021. A oggi abbiamo raccolto più di un milione e mezzo di euro in termini di finanziamento, che ci hanno permesso di far crescere il nostro team, oltre che di potenziare la nostra offerta e la nostra tecnologia.
 Quest’anno, ad esempio, abbiamo stretto un’importante partnership strategica con il provider di infrastrutture digitali per possessori di diritti musicali Revelator. L’accordo ci ha permesso di integrare le loro tecnologie e i loro strumenti di data management nella nostra piattaforma, mentre gli utenti di Revelator hanno avuto accesso a una gamma di servizi per la monetizzazione e valutazione della proprietà intellettuale. Tutto ciò con il comune obiettivo di democratizzare sempre di più l’ecosistema musicale. La nostra community cresce a ritmo costante e oggi sono oltre 20mila gli investitori che ne fanno parte. Di questi, il 91% ha già ricevuto profitti: in generale, il rendimento medio annualizzato per chi investe è del 9.44%. Inoltre, abbiamo superato i 200mila euro di royalty distribuite. In parallelo, cresce anche la nostra offerta di generi musicali e brani disponibili sulla piattaforma. Tra i cataloghi aggiunti di recenti alla nostra piattaforma, ricordo ad esempio quello dell’etichetta Sundance Music Aps, della leggenda del metal Logan Mader, ex Machine Head, oppure del produttore e compositore Sterling Fox; oppure, ancora, la colonna sonora del film Cadillac Records, che comprende riarrangiamenti di iconiche cover blues, pezzi r&b originali e hit come At Last, nella versione di Beyoncé che ha accompagnato l’Inauguration Ball di Obama. A coronare questo anno di grandi soddisfazioni, di recente è arrivato un riconoscimento di cui non possiamo che essere molto orgogliosi: abbiamo infatti conquistato un posto tra le dieci finaliste dell’edizione 2022 della Startup World Cup, la più grande competizione internazionale di startup. Quando abbiamo saputo che, tra gli oltre diecimila partecipanti selezionati in più di 70 paesi, ANote è stata l’unica startup europea a entrare nella top 10 dei finalisti, abbiamo avuto la conferma che stiamo andando nella direzione giusta.

Appassionati di musica, investitori, case discografiche, editori, artisti: che cosa cercano e che cosa trovano tutti questi player in ANote Music?
Tramite ANote, i detentori di diritti musicali possono mettere all’asta una parte dei loro futuri flussi di royalty e renderli disponibili a un network di appassionati di musica e investitori. A seconda del catalogo preso in considerazione, chi ne acquista le quote riceve i pagamenti delle royalty ogni mese, oppure ogni tre-sei mesi. In generale, ANote rappresenta un’opportunità per tutti i player del settore: per le etichette si tratta di un’ulteriore fonte di entrate da investire in nuove produzioni, nuovi artisti e nuovi progetti. Per gli investitori è un’occasione di diversificare il proprio portafoglio in un mercato molto diverso da quelli tradizionali e che è in costante crescita, oltre che generalmente non condizionato in modo significativo dagli sconvolgimenti geopolitici e macroeconomici che impattano altri settori. Inoltre, da un lato gli artisti possono avere accesso a liquidità immediata per finanziare i propri progetti futuri, dall’altro rafforzano il proprio legame con i fan che, dal canto loro, si sentono in prima linea nel supportare la musica che preferiscono e diventano in questo modo dei partner passivi che possono guadagnare ogni volta che fanno una delle cose che amano di più: ascoltare i loro brani del cuore. La distribuzione digitale può rappresentare una risorsa notevole per i player coinvolti. Basti pensare al caso degli Zero Assoluto: le royalty generate proprio dalla distribuzione digitale del loro catalogo hanno registrato un importante incremento negli ultimi quattro anni, crescendo a un tasso medio del 42% annuo. A essere coinvolti sono stati sia il vecchio repertorio della band che le nuove uscite. È importante ricordare che questi risultati arrivano a player che, pur mettendo all’asta una parte delle loro royalty future, mantengono il 100% delle decisioni artistiche e gestionali che li riguardano, fatto non sempre scontato.

Possiamo dire che ANote fa da ponte tra l’universo della finanza e quello della musica. Com’è nata l’idea di connettere questi due mondi e che ruolo ha la tecnologia in questo progetto?
Siamo un marketplace di royalty musicali che, offrendo un punto d’incontro fra investitori, appassionati e detentori di diritti, fornisce uno spazio per investire in modo semplice e trasparente nella musica. ANote nasce con l’obiettivo di rendere il mercato delle royalty più democratico, garantendo accesso a una nuova classe di investimenti in forte trend di crescita, ma tenendo presente anche l’aspetto ‘emozionale’, dovuto alla possibilità di creare una connessione con i propri artisti e brani preferiti e di contribuire in qualche modo al percorso di musicisti, produttori o songwriter che, con il loro lavoro, appassionano miliardi di persone in tutto il mondo. L’idea è nata insieme a Matteo Cernuschi, mio amico, ex compagno di scuola e ora coo della startup: era il 2017, stavamo guardando il Festival di Sanremo e avremmo voluto investire su una canzone in gara che, ne eravamo certi, avrebbe vinto e avuto un grande successo. Ci siamo resi conto che, da estranei all’industria musicale e senza un budget importante, sarebbe stato impossibile farlo. È in questo ostacolo che abbiamo visto un’opportunità da cogliere al volo. Quanto alla tecnologia, è una parte fondamentale di ANote: abbiamo iniziato a studiare il settore ed è grazie all’incontro con Grégoire Mathonet, terzo co-fondatore e oggi cto di ANote, che abbiamo gettato le basi del nostro marketplace. Abbiamo così realizzato una piattaforma, recentemente rinnovata, che è integrata ai servizi di blockchain, per rendere l’ecosistema musicale partecipativo, trasparente e sicuro. Ogni transazione effettuata sulla piattaforma viene registrata nella blockchain, permettendo a tutti di controllare lo stato della richiesta, assicurando la trasparenza e la tracciabilità di ogni operazione e generando fiducia sia da parte della community di investitori che da parte di artisti, editori ed etichette discografiche. Il processo – che è completamente automatizzato, quindi non è richiesto che gli investitori abbiano una formazione tecnologica specifica, né alcuna conoscenza in ambito blockchain per usufruirne – risulta quindi così sempre sicuro, verificabile e tracciabile. Inoltre, prevediamo un centro assistenza dedicato per ogni investitore, e la possibilità di gestire comodamente i propri fondi, direttamente da app.

Che cosa possiamo aspettarci in futuro da ANote? Quali sono i progetti e gli obiettivi a breve e lungo termine?
Il nostro obiettivo è continuare a migliorare i risultati positivi che abbiamo registrato fino a oggi, spingendo la crescita su tutti i fronti: dal numero di cataloghi disponibili, al miglioramento della user experience, sia per i detentori di diritti musicali che per gli investitori. Al momento stiamo lavorando alla nuova app, che integrerà nuove funzionalità per rendere ancora migliore la user experience e permettere ai nostri investitori di gestire in modo ancora più semplice il proprio portafoglio di diritti. Un aspetto a cui ci dedicheremo in particolare è quello del mercato secondario: fino a oggi ci siamo concentrati principalmente su quello primario, ma uno dei nostri obiettivi è quello di ottimizzare anche le operazioni ad asta chiusa. Per ora ci siamo concentrati sul rendere ANote il leader nel mercato europeo e, ora che abbiamo raggiunto questo traguardo, ci focalizzeremo ancora di più sull’espansione del nostro business. Il crescente interesse da parte dei detentori di diritti e degli investitori ci fa pensare in grande e per questo continueremo a monitorare anche il mercato asiatico e quello americano, in attesa dell’occasione giusta per approdare anche lì.

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