Il cofondatore di Microsoft ha parlato con Forbes della sua collaborazione con OpenAI, l’unicorno specializzato nel campo dell’intelligenza artificiale, del suo ritorno al campus di Microsoft, del potenziale impatto dell’intelligenza artificiale sull’occupazione e nel campo della medicina e di molto altro ancora.
Nel 2020 Bill Gates diede le dimissioni dal consiglio di amministrazione di Microsoft, il colosso tecnologico che aveva co-fondato nel 1975. Ciononostante, secondo quanto da lui stesso riferito, trascorre ancora circa il 10% del proprio tempo nella sede di Redmond, nello stato di Washington, per incontrare i team di prodotto. Uno dei principali argomenti di discussione di queste sessioni è l’intelligenza artificiale e il modo in cui può rivoluzionare il nostro modo di lavorare e in cui utilizziamo i prodotti software di Microsoft per farlo.
Nell’estate del 2022 Gates ha incontrato il co-fondatore e presidente di OpenAI, Greg Brockman, per esaminare alcuni prodotti di intelligenza artificiale generativa che stanno nascendo da questo unicorno, che ha recentemente annunciato una partnership “pluriennale e multimiliardaria” con Microsoft.
Le riflessioni di Gates sull’Ia, condivise in esclusiva con Forbes, sono riportate di seguito.
Sembra che nel 2018 lei abbia parlato per la prima volta con entusiasmo di ciò che OpenAI stava facendo. È così? O il suo interesse per questa società è nato in un altro momento?
Il mio interesse per l’intelligenza artificiale risale ai primi tempi in cui mi occupavo di software. L’idea che i computer possano vedere, sentire e scrivere costituisce la sfida a lungo termine dell’intero settore. Questo aspetto è sempre stato di grande interesse per me. Così, quando le tecniche di machine learning hanno iniziato a funzionare bene, in particolare per il riconoscimento del parlato e delle immagini, sono rimasto affascinato dall’idea delle soluzioni di cui avremmo bisogno prima che l’Ia diventi davvero intelligente, riesca a superare i test e scrivere in modo scorrevole. Conosco bene Sam Altman. Ho avuto occasione di conoscere Greg Brockman e altre persone che lavorano in OpenAI, come Ilya Sutskever, co-fondatore assieme a Brockman e capo consulente scientifico. Dicevo loro: ‘Credo che non si possano raggiungere grandi risultati finché non disporremo di una rappresentazione della conoscenza e di forme esplicite di logica simbolica”. Molte persone hanno sollevato questi temi, non solo io. Ma loro sono riusciti a convincermi che stesse emergendo un comportamento significativo ampliando questi modelli linguistici di grandi dimensioni. Inoltre hanno realizzato alcune cose davvero innovative con il cosiddetto enforcement learning. Sono rimasto in contatto con loro e sono stati molto efficienti nella presentazione dei loro prodotti. Ora stanno collaborando in particolare alle grandi infrastrutture di back end che queste funzionalità richiedono, grazie alla loro partnership con Microsoft.
Deve essere gratificante per lei che il suo lascito stia aiutando la loro attività.
Sì, è fantastico perché amo questo tipo di cose. Inoltre, dal punto di vista della mia fondazione [la Bill & Melinda Gates Foundation, di cui Gates ha parlato più diffusamente a settembre], l’idea che un insegnante di matematica sia disponibile per gli studenti dei quartieri poveri, o che una consulenza medica sia disponibile per le persone in Africa che non avrebbero mai potuto andare da uno specialista, è fantastica. Non abbiamo forza lavoro sufficiente per molte cause meritevoli. Specialmente nell’ultimo anno, i progressi nel campo dell’intelligenza artificiale mi hanno entusiasmato.
Poche persone hanno assistito da vicino come lei a tanti cambiamenti tecnologici. Come paragonerebbe l’intelligenza artificiale ad altri dei momenti storici nella storia della tecnologia?
Direi che si tratta di un cambiamento epocale. Abbiamo avuto il pc senza interfaccia grafica. Poi c’è stato il pc con interfaccia grafica, costituito da sistemi come Windows e Mac, e che per me ha avuto inizio quando ho trascorso del tempo con Charles Simonyi allo Xerox Parc. Quella dimostrazione ha avuto un grande impatto su di me e ha definito l’ordine del giorno di molte attività intraprese in seguito da Microsoft e dal resto del settore. Poi, naturalmente, internet ha portato tutto questo a un livello completamente nuovo. Quando ero amministratore delegato di Microsoft, scrissi un appunto sull’onda anomala di internet. È sorprendente che ciò che ho visto nell’Ia solo negli ultimi 12 mesi sia importante quanto il pc, il pc con interfaccia grafica utente o internet. Tra le pietre miliari più importanti della tecnologia digitale, questa si colloca ai primi posti. E conosco il lavoro di OpenAI meglio di altri. Non sto dicendo che siano gli unici. Anzi, un aspetto sorprendente è che emergeranno molti nuovi operatori in questo settore. Ma quello che OpenAI ha fatto è davvero impressionante e sicuramente è leader in molti aspetti dell’Ia, come si può vedere dall’ampia diffusione di ChatGPT.
Come pensa che questo possa cambiare il modo in cui le persone lavorano o svolgono le loro attività commerciali? Devono essere entusiasti della maggiore produttività? Devono preoccuparsi di perdere il posto di lavoro? Cosa devono sapere le persone su ciò che tutto questo comporterà per il loro modo di lavorare?
La maggior parte dei futurologi che si sono occupati dell’avvento dell’intelligenza artificiale ha affermato che i lavori fisici e ripetitivi sarebbero stati i primi a subire un impatto. Questo sta sicuramente accadendo e le persone non dovrebbero abbassare la guardia, ma si tratta di un processo un po’ più lento di quanto mi sarei aspettato. Rodney Brooks [professore emerito del Mit e imprenditore nel campo della robotica] ha espresso una visione che definirei eccessivamente conservatrice della rapidità con cui alcune di queste cose sarebbero avvenute. La guida autonoma presenta criticità particolari, ma la robotizzazione delle fabbriche avverrà comunque nei prossimi cinque-dieci anni. Ciò che sorprende è che, con questi modelli linguistici di grandi dimensioni e grazie alla possibilità di migliorarli, i compiti che riguardano la lettura e la scrittura – come riassumere una serie complessa di documenti o scrivere qualcosa nello stile di un autore preesistente – hanno raggiunto un livello di scorrevolezza sorprendente. All’inizio dell’estate mi sono confrontato con Brockman e gli ho chiesto: ‘Il modello di OpenAI può superare gli esami Ap (advance placement test) di biologia? Se me lo dimostri, allora sosterrò che tale modello ha la capacità di rappresentare le cose in una forma profondamente astratta, che va oltre le semplici statistiche’. Quando ho iniziato a programmare, utilizzavamo generatori di frasi casuali la cui sintassi era quella delle tipiche frasi inglesi: nome, verbo, oggetto. Poi c’erano una serie di nomi, una serie di verbi e una serie di oggetti e li sceglievamo a caso, e ogni tanto veniva fuori qualcosa di divertente o dal significato quasi plausibile. Dicevamo: ‘Oh mio Dio’. Questo è il tipo di cose che fanno le scimmie che digitano sulle tastiere. Questo aspetto è correlato all’altro. Prendiamo la capacità dell’intelligenza artificiale di rispondere a una domanda di un esame Ap. Quando un essere umano legge un libro di biologia, che cosa gli rimane in testa? Non possiamo descriverlo a livello neurologico. Ma la scorsa estate OpenAI ha mostrato progressi che davvero non mi aspettavo. Pensai che avremmo dovuto inventare un sistema di rappresentazione della conoscenza più esplicito. Satya [Nadella, amministratore delegato di Microsoft] è molto gentile nell’accettare da me suggerimenti su tematiche tecnologiche. E trascorro forse il 10% del mio tempo a incontrare i gruppi di prodotto di Microsoft per i loro piani di sviluppo. Mi piace questa attività e mi aiuta anche a rimanere aggiornato sulle attività della fondazione, che si occupa di salute, istruzione e agricoltura. Quindi è stata una grande vittoria anche poter dare il mio contributo a OpenAI durante l’estate. Ora la gente vede la maggior parte di quello che ho visto io, ho solo visto alcune cose un po’ più aggiornate. Se si segue questa evoluzione, la capacità di aiutare l’utente a scrivere e a leggere è agli inizi e non potrà che migliorare. E non stanno raggiungendo il limite, né lo stanno facendo i loro concorrenti. Cosa comporta tutto questo nel campo giuridico, o in quello dell’elaborazione delle fatture, o nella professione medica? C’è stata un’immensa quantità di sperimentazioni con ChatGPT per cercare di gestire queste applicazioni. Anche per funzioni fondamentali, come la ricerca. ChatGPT è imperfetto. Commette errori e non è molto intuitivo. E poi, su argomenti come la matematica, sbaglia completamente. Prima di essere istruito, la disinvoltura con cui dava una risposta sbagliata era sorprendente. Dovevamo istruirla per giocare a Sudoku, si confondeva e diceva: ‘Oh, ho sbagliato a digitare’. Cosa significa? Non hai una tastiera, non hai le dita! Eppure dici di avere sbagliato a digitare. Wow. Ma questo è ciò che il corpus di testi su cui è stato istruito gli ha insegnato.
Avendo trascorso del tempo con Brockman e Sam Altman, che cosa la rende fiducioso che stiano sviluppando questa intelligenza artificiale in modo responsabile e che la gente dovrebbe fidarsi di loro quali buoni amministratori di questa tecnologia? Soprattutto dal momento che ci avviciniamo a un’intelligenza artificiale ‘forte’ (Agi – artificial general intelligence).
OpenAI è stata fondata con questo obiettivo. Non si tratta certo di una società orientata esclusivamente al profitto, anche se intende disporre delle risorse per costruire macchine enormi per migliorare questi aspetti. E questo costerà decine di miliardi di dollari in hardware e formazione. Ma la questione a breve termine dell’intelligenza artificiale è la produttività, che influirà sul mercato del lavoro. La questione a lungo termine, che non è ancora stata affrontata, è quella che preoccupa la gente: quella del controllo. Cosa succede se gli esseri umani che controllano l’Ia prendono la direzione sbagliata? Credo che questo sia un tema importante. Questi signori si preoccupano della sicurezza dell’intelligenza artificiale. Sarebbero i primi ad ammettere di non avere risolto il problema. Anche Microsoft, in qualità di partner, offre molte riflessioni su questi temi. L’Ia sarà oggetto di dibattiti. Sarà l’argomento più caldo del 2023, ed è giusto che sia così. Cambierà in qualche modo il mercato del lavoro. E ci porterà a chiederci: quali sono i limiti? Per esempio, non è minimamente vicina a poter compiere invenzioni scientifiche. Ma dato quello che stiamo vedendo, è possibile che ciò avvenga tra cinque o dieci anni.
Qual è la cosa che le piace di più o la più divertente che ha visto fare a questi strumenti sino ad ora?
È molto divertente giocare con questi strumenti. Penso a quando si è con un gruppo di amici e si vuole scrivere una poesia su quanto una determinata cosa sia stata divertente. Il fatto che tu possa dire ‘scrivilo come Shakespeare’ e il programma lo faccia mi diverte da pazzi. Sono sempre sorpreso dal fatto che, anche se il motivo per cui accedo è serio, spesso utilizzo ChatGPT solo per divertimento. E dopo aver recitato una poesia scritta da questo programma, devo ammettere che non avrei potuto scriverla io.
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