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L’addio a James Bond, la filantropia e i nuovi film su Netflix: a tu per tu con Daniel Craig

Daniel Craig ha deciso di scendere in campo anche nella filantropia. Ha di recente prestato la sua voce per aiutare le vittime dei terremoti in Turchia e in Siria, tramite l’associazione non governativa Disasters Emergency Committee. E il suo appello a fare donazioni per procurare cibo, acqua, vestiti e un rifugio sicuro alle vittime è stato diffuso su 29 network nel Regno Unito, con un successo incredibile.

Ha raccolto da subito 119 milioni di dollari e le donazioni sono in crescita. “Credo fortemente nella generosità e in quel senso di comunità e di empatia che lega le persone davanti a una tragedia. Sono commosso da quanta gente abbia deciso di intervenire dopo l’appello a favore dei sopravvissuti ai terremoti in Siria e in Turchia. Non mi aspettavo un tale risultato”, dice.

“Il numero delle persone confermate uccise o ferite continua ad aumentare. Il dramma dei terremoti è che, spesso, durano pochi secondi, ma i loro danni e le loro conseguenze lasceranno un segno per anni. Ospedali, scuole e aziende sono stati ridotti in macerie e moltissime persone sono rimaste senza casa in pieno inverno. È venuto il momento agire,” esorta Daniel Craig, che proprio a Istanbul aveva girato il 23esimo film di James Bond, Skyfall, diretto da Sam Mendes.

Al momento, dopo aver deciso di lasciare il ruolo di 007, è impegnato in una serie di film murder mystery, in cui interpreta un detective dall’istinto imbattibile. Dopo il Knives Out nel 2019, a dicembre 2022 è stato lanciato su Netflix Glass Onion: A Knives Out Mystery. Dopo essere stato presentato al Tiff, il Toronto Film Festival, ha aperto alcuni giorni prima nei cinema classificandosi come uno dei maggiori successi di un film di Netflix, con 15 milioni. Lo scorso novembre ha anche partecipato all’evento di Omega per celebrare i 60 anni di James Bond a Londra.

“Gli accessori di James Bond sono uno degli elementi più interessanti. Personalmente adoro tutti quelli che offrono trucchi esclusivi da agente segreto, anche dotati di moderna tecnologia. E, poi, ci sono sempre gli orologi che danno un tocco di stile in più” ammette. Tra gli svariati brand gli 007 nella storia hanno indossato Rolex, tra cui l’iconico Rolex Submariner 6538, al polso di Sean Connery; Seiko; Tag Heuer; e i vari modelli Omega, spesso prediletti da Daniel Craig, come il Seamaster 300 Spectre, un’edizione limitata prodotta per l’omonimo film. 

Pensa che le mancherà recitare il ruolo di James Bond? Ha partecipato a ben cinque film…

Non ho mai pensato di accettare per i soldi. Ma mi intrigava far parte della storia e l’ho preso come una sfida. Volevo dare al mio personaggio una profondità emozionale e psicologica. Sapevo che era anche un rischio. Poteva andare bene o male. Per fortuna la mia interpretazione è piaciuta e mi ha portato anche al successo globale. 

Da cosa pensa dipenda il successo di questo personaggio?

Quasi tutti gli uomini sognano di essere James Bond. E al giorno d’oggi ho sentito anche tante donne che sono affascinate da questa professione. Per questo ci ho tenuto, anche personalmente, che nei miei film di James Bond le donne avessero un carattere forte e volitivo, diventassero protagoniste quanto me. Inoltre, i film d’azione e d’avventura, le storie di spie, hanno da sempre avuto il loro fascino. Alla fine è un mondo misterioso che continua ad attrarre. 

E da cosa dipende, invece, il successo di un film?

Sta nel saper coinvolgere il pubblico, nel farlo sentire parte, anche solo per qualche ora, della tua vita. Devo ammettere che mi sono emozionato quando ho girato quella che sapevo sarebbe stata l’ultima scena sul set per me come 007. In fondo, è stata un’avventura che ha fatto storia. 

Qual è stato uno dei momenti più importanti per lei in tutti questi film?

Sono molto legato a No Time To Die, ma la scena della casa che si distrugge e cade sott’acqua a Venezia in Casino Royale è impareggiabile per me. Non a caso, amo l’Italia. E, se tutti i set sono stati incredibili, quello, forse perché era stato anche il mio primo film del genere, è stato veramente spettacolare e indimenticabile.

Per il ruolo di James Bond ha lavorato molto con un team per creare uno stile nel vestire e conferire classe e identità anche da questo punto di vista.

Come stilista mi piace molto Brunello Cucinelli e abbiamo lavorato anche con Tom Ford e Brioni, che ammiro allo stesso modo moltissimo. Avere un’identità è anche molto importante per il successo di un personaggio. Alla gente diviene familiare. Mi piace ricordare un aneddoto a proposito di Goldfinger, quando il regista Guy Hamilton disse a Sean Connery di andare a casa e di dormire nell’abito grigio che indossava sul set. Voleva che la sua eleganza fosse totalmente naturale. 

Nel documentario Being James Bond, lei riflette su tutto il suo percorso come 007. È appassionante anche scoprire effetti speciali, come vedere come si sono create diverse scene d’azione. 

Sono 45 minuti di retrospettiva, in cui si mostrano perfino momenti mai visti dietro la telecamera. È un viaggio intimista dentro la mia professione, ma anche diversi segreti di tutta la produzione. E, dimostra come io sia estremamente grato di avere avuto questa opportunità. Ma, allo stesso modo, ora, a 54 anni, e in uno dei momenti migliori della mia vita personale e professionale (è sposato da anni felicemente con l’attrice Rachel Weisz, con cui hanno una figlia, ndr) posso dire che, al momento, non voglio più essere 007.

Ci avevo già pensato prima del Covid, ma poi tutto è rallentato per terminare No Time To Die. Penso che la pandemia abbia aiutato tanta gente a riflettere sul proprio percorso e ad avere la forza di prendere decisioni. Ricorderò sempre quel momento che, per non cadere in una tentazione futura di riaccettare questo ruolo, discussi con la produttrice Barbara Broccoli, se farlo uccidere… Avevo bisogno di una svolta.

Che consiglio dà al suo successore?

Penso di avere trasformato il mio 007 in un uomo migliore, capace di amare e soffrire. Consiglio al prossimo attore di fare ancora meglio.  

Adesso ha cominciato già un’altra avventura. Si è dedicato a essere Benoit Blanc, un investigatore privato di murder mystery. Il sequel Glass Onion: A Knives Out Mystery è un altro successo incredibile, di pubblico e di critica, oltre che al botteghino. 

Dopo che Glass Onion, nel 2019, è divenuto tanto popolare, hanno deciso per un sequel. Non era previsto in principio. Da parte mia ho sempre amato Hercule Poirot di Agatha Christie. Avevo come sogno di tornare nei panni di questo personaggio, perché recitare il primo film come detective e andare alla scoperta dell’assassino in una ragnatela di intrighi, mi aveva divertito moltissimo.

Nel sequel c’è ancora più azione e ci si immerge nel mondo nuovo, quello di un miliardario tecnologico, interpretato da Edward Norton, che crede nell’innovazione distruttiva. Per il mio ruolo mi sono ispirato, tra gli altri, all’eleganza e all’ironia di Cary Grant in To Catch a Thief. E, mi auguro davvero che questo personaggio abbia ancora tante avventure. A marzo 2021, Netflix ha firmato un’offerta per quasi 500 milioni di dollari per due sequel quindi ci sarà di sicuro un Knives Out 3, probabilmente in uscita nel 2024.

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